Ritorniamo alle considerazioni relative ai dettagli specificamente tecnici propri al trattamento con Iscador [Viscum Album, Weleda].
Abbiamo già detto dell’uso per via iniettiva. Le singole fiale sono standard o diluite in potenza dinamizzata da D3 a D10; in genere vengono iniettate una o due volte alla settimana, per un periodo variabile, secondo il tipo di neoplasia, di 7, di 10, di 20,di 30 (o poche piú) settimane [nelle preparazioni farmaceutiche antroposofiche si utilizzano le decimali Hanhemanniane appunto contrassegnate dalla sigla DH o D in luogo delle centesimali, contrassegnate da CH come normalmente accade nelle preparazioni omeopatiche, soprattutto francesi].
Anche a scopo di profilassi si può usare l’Iscador; in questo caso il trattamento prevede una iniezione di Iscador, preparazione standard, per 32 settimane: dopo 52 settimane di pausa, cioè dopo un anno, si può ripetere il trattamento con le stesse modalità descritte poc’anzi. Ovviamente è consigliabile la guida di taluno in possesso di sufficienti pratica ed esperienza; peraltro si può, ma non senza difficoltà, accedere a pubblicazioni specifiche. La piú nota di queste è la Richtilinien für die Anwendung der Iscador Praparate zur Behandlung der präcancerosen Zustande und des Krebses (in italiano “Lineamenti adeguati, cioè suggerimenti corretti, per l’uso di preparati di Iscador nel trattamento degli stati precancerosi e dei tumori”).
[Fermo restante la validità della pubblicazione citata da Amleto, va detto che la letteratura scientifica negli ultimi tre decenni si è arricchita di numerosi lavori scientifici che affrontano il tema della terapia delle neoplasie con il vischio. Tali pubblicazioni vengono di norma riservate, in Italia, ai membri della Società Italiana di Medicina Antroposofica].
A seconda che il vischio dal quale l’Iscador è preparato provenga da questa o quella specie arborea, si usa far seguire la lettera latina indicante il nome della pianta a quello dell’Iscador. In tal modo avremo ad esempio: Iscador M = significante che il vischio del preparato è quello ottenuto dalla pianta parassitante il Melo. L’Iscador Q = è quello indicante il vischio della Quercia. Cosí abbiamo l’Iscador U (Ulmus), l’Iscador A (Abete-Abietis) e l’Iscador P (Pini). Come si vede le conifere hanno un ruolo molto importante. Ripetiamo che il vischio che si sviluppa sulle piante arboree a foglie decidue (caduche) trova impiego nelle neoplasie a topografia sottodiaframmatica; tali sono:
1) Il Vischio di Melo, corrispondente all’Iscador M, il quale è indicato nel trattamento delle neoplasie del tratto intestinale e dell’apparato genitale femminile (utero, ovaie, tube).
2) Il Vischio di Quercia, corrispondente all’Iscador Q, avente la stessa indicazione del precedente, però riguardante il sesso mashile (tratto gastro-intestinale e organi genitali, prostata inclusa).
3) Il Vischio di Olmo, l’Iscador U (in latino Ulmus) è indicato nelle neoplasie polmonari di entrambi i sessi. In quanto pianta a foglie decidue, l’olmo costituisce una sicura eccezione.
Il vischio che alligna sulle conifere è impiegato nei tumori localizzati nelle regioni sopradiaframmatiche. Abbiamo cosí:
1) L’Iscador A (cioè Abietis) indicato nelle neoplasie della regione cervicale ed endotoracica che abbiano colpito gli individui di sesso maschile.
2) L’Iscador P (cioè del Viscum Pini) indicato nel trattamento dei pazienti di ambo i sessi colpiti da tumori ectodermici (epiteliomi) o della mucosa orale (comprese la lingua e le labbra) nonché delle donne colpite da neoplasie mammarie. Anche altre forme epiteliali e del collo trovano indicazione di identico trattamento.
Raccomandiamo, a chi volesse condurre un trattamento in tale direzione, di documentarsi con adeguate informazioni attingibili dalla letteratura, ma sopra tutto di consultare un medico il quale abbia conoscenze approfondite e piú complete e diuturna pratica da suggerire con linearità e con precisione.
[Tale suggerimento di Amleto diventa ancora piú importante oggi alla luce del proliferare di improvvisate figure di “terapeuti” privi del necessario diploma di laurea in medicina e dell’abilitazione all’esercizio della medicina antroposofica (disciplinata dal rilascio di apposita certificazione internazionale da parte della Sezione di Medicina del Goetheanum) a cui spesso si rivolgono pazienti sprovveduti e disperati finendo con il peggiorare la propria situazione!].
È noto come alla terapia con Iscador siano stati associati composti vegetali, ma sopra tutto composti metallici.
Prima di questo aspetto ci preme riferire quanto Rudolf Steiner ha detto sulla terapia dei tumori cerebrali. Questi, a differenza di tutti gli altri, richiedono senz’altro che l’impiego dell’Iscador non si verifichi per via iniettiva, bensí per via orale. Non solamente in ciò è la differenza: infatti in caso di neoplasia cerebrale, è preferibile l’uso di un tipo composito di Iscador nel quale entrano i tipi M.Q.P.A. in soluzione diluita a potenza 5, della quale si somministrano 7 gocce due volte al giorno a digiuno. Anche il regime dietetico, nei casi di encefaloblastomi è particolare: all’inizio dieta “da fame” per diversi giorni; quindi quattro settimane di vitto crudo, relativamente abbondante.
A proposito delle direttive terapeutiche mediante composti metallici o di altra natura da associare alla cura specifica eseguita con Iscador, rimandiamo al vademecum del dott. Ferdinand Wantschura: Therapeutische Erfahrungen (in italiano “Esperienze terapeutiche”), edito dal gruppo di lavoro medico di Stoccarda, nel quale, e precisamente alle pagine 65-66-67-68, si trovano molti utili particolari concernenti la terapia con Iscador in associazione ai composti di cui abbiamo parlato. Sono nello stesso altresí descritte alcune modalità particolari con le quali occorre curare i vari tipi di neoplasia secondo le rispettive caratteristiche, comprese quelle riferentesi all’organo ed alla topografia. Il volumetto, probabilmente ora tradotto anche in italiano, ha una sua validità sia pure di carattere sperimentale e legata alla personalità soggettiva dell’autore. Ma è già qualcosa, anzi molto di piú di qualcosa; e di per sé bene in grado di testimoniare una ricchezza di esperienze terapeutiche autentiche e coraggiose. Se si vuole denigrare questo lavoro non si valuta pienamente lo spessore spirituale e morale di questo valoroso collega e la sua capacità di indirizzare il suo personale lavoro spirituale verso una adeguata direzione terapeutica. La sua direzione terapeutica in tal caso somiglia straordinariamente al suo stile di medico. E qui di stile parliamo veramente come di quel “modus” tipico di ogni individualità creatrice del mondo artistico. Va anche purtroppo tenuto presente che il mondo accademico e la medicina “ufficiale” spesso manifesta disprezzo per la medicina ad orientamento scientifico-spirituale ritenendo “soggettive” la valutazioni e gli studi provenienti da questo settore!
È nostro intendimento apportare ulteriori dati conoscitivi all’oncologia scientifico-spirituale, ampliando concetti già precedentemente esposti allorché abbiamo indicato la concezione riguardante la patogenesi generale e la terapia delle neoplasie. Si vedrà, dalle idee che riferiremo, ancora piú nitida e chiara emergere la nostra trattazione al riguardo. Vogliamo dire che tratteremo di altri momenti patogenetici e di dati concernenti il vischio dai quali etiopatogenesi e terapia sembreranno subire un processo di chiarimento e di decantazione indotto per reciprocità: cioè, come se concetti dell’uno degli argomenti servisse a chiarire quelli dell’altro e da questo si muovesse identico confronto di concetti diretti alla miglior comprensione del primo. Accanto a questo tipo di esposizione avremo cura in particolare di trascrivere alla lettera tutto, affibiando a questo la qualifica di “opera personale” o di “espressione soggettiva”, facendo notare quanto sia infondata ed anche erronea una condotta del genere.
Vorremmo inoltre sapere da parte di chi condivide questo disprezzo, quale atto medico-terapeutico autentico sia immune da soggettività. Che un’azione del medico si esprima soggettivamente, fa sí che se ne dia anche il crisma di una sostanziale autenticità. In tal caso la soggettività del medico è proprio il frutto di quanto egli possa aver intuito in senso autenticamente oggettivo e che egli stesso esprimerà mediante le forze traduttrici proprie alla sua soggettività. Negare il valore di certe espressioni giudicate arbitrariamente soggettive, equivarrebbe a sostenere che la scoperta di Colombo, in quanto innegabilmente soggettiva, non ha valore alcuno. Ma chi obietta in questo modo dimentica i milioni di soggetti umani che conobbero l’America dopo che il soggetto Colombo ne aveva effettuata la prima esperienza conoscitiva. Il medico è sempre soggetto; è anzi il soggetto piú definibile per eccellenza e per antonomasia. Ecco perché il medico è anche un artista. Ciò è ben sottolineato dal Dottore che, non a caso, ha definito la medicina ad orientamento scientifico-spirituale con l’appellativo di “Arte Medica” proprio ad evidente dimostrazione di quanto stiamo sostenendo ora! Non trascureremo inoltre di considerare alcune caratteristiche sulla simbologia, le proprietà ed il significato occulto della pianta del vischio.
[Queste ultime considerazioni di Amleto appaiono estremamente importanti alla luce dei recenti attacchi mediatici nei confronti delle “pseudo-scienze” che hanno visto la medicina antroposofica subire gravissime ed immeritate accuse alla luce della notevole recrudescenza dei casi di Covid 19 in Germania, Paese dove la medicina antroposofica è particolarmente seguita ed apprezzata. Tali accuse appaiono ingiuste ed immotivate anche alla luce della posizione estremamente equilibrata tenuta dalla Sezione di Medicina della Società Antroposofica Universale nei confronti del delicatissimo tema dei vaccini genici. Purtroppo viviamo in un’epoca dove tutto vuol essere ridotto al piano esclusivamente fisico, e una Medicina come quella antroposofica, che pone lo Spirito al centro, risulta essere piuttosto fastidiosa per coloro che possiedono una concezione unicamente materialistica della Medicina! Ragione di piú per evitare, in un momento cosí delicato, di avventurarsi in discorsi i cui presupposti e sviluppi richiederebbero una specifica preparazione in campo medico. È bene che siano i medici antroposofi a rispondere a tali attacchi e a puntualizzare quale sia la posizione ufficiale della Medicina antroposofica sulla attuale crisi sanitaria che sta interessando il mondo in generale e l’Europa in modo particolare].
Amleto Scabellone (20. continua)
La trascrizione dell’articolo e le note esplicative tra parentesi quadre sono a cura di Fabrizio Fiorini.