In questa oscurità colma di stelle
un presagio dall’alto ci fa inquieti.
Non è l’arido vento dalle sabbie,
non è l’obliqua luce che smarrisce.
Il cielo nella notte è come un arco
teso da mani ignote che rilascia
improvviso la corda, e lí nel buio
una meteora cade e sparge pollini.
Cosí nascono gli uomini, cosí
vengono al mondo le Divinità
per farsi carne con lo stesso grido,
lo stesso pianto tra dolore e gioia.
Ed ora un Verbo inedito percorre
lo spazio, un inno altissimo compone.
Non è la stessa musica di sempre,
diverso è il canto, e l’arpa che li accorda
vibra su inconoscibili registri.
La voce che ci desta è come un urto
sonoro, un richiamarci a percepire
il bagliore che fonde le catene,
incrina il sasso, vi depone semi
e parla di miracoli a venire.
Da questa notte pulsa un cuore nuovo
nella terra feconda, non piú solo
è l’uomo che l’ascolta, mentre veglia.
Fulvio Di Lieto