Come già tentato di specificare nel numero precedente (Il Karma del popolo italiano e la nuova civiltà), nell’attuale conflitto di civiltà tra Oriente e Occidente la dedizione pensante operativa verso la missione dell’Arcangelo del popolo italiano è una via scientifico-spirituale sicura e in linea con le esigenze sociali dei nuovi tempi.
L’indicazione de Il Marxismo accusa il mondo e de Il Pensiero come Anti-Materia quali testi cardinali di questa via meditativa e operativa si deve alla straordinaria attualità dei concetti sociali immessi da Massimo Scaligero nell’atmosfera spirituale e animica della nostra Italia ormai da decenni.
Pensare “indirettamente” ed impersonalmente le idee-forza della via sociale conforme alla missione degli spiriti nazionali, senza lasciarsi trascinare dalla pericolosa, messianistica-utopistica corrente del globalismo neo-wilsoniano o neo-socialistico occidentalistico che, in pochi decenni di suprematismo ideologico e militare, ha già cosparso di macerie nichiliste e di un oceano di sangue lo scenario umano come forse nessuno aveva fatto nel passato storico, agisce nondimeno sul piano storico.
Tale globalismo messianistico d’Occidente, a dispetto delle ingannevoli apparenze, ha finito per rendere subalterni i contemporanei motivi scientifici all’antico e risorgente messianismo “giudeo-cristiano”, espressione di un’Anima Razionale appartenente a una superata epoca di civiltà. Di conseguenza la manifestazione sociale dell’Anima Cosciente stenta a prendere corpo e laddove nasce, nasce mutilata e zoppa; non a caso presso quei Popoli, dove è più forte il culto nominalistico e dogmatico di una democrazia formale e astratta, si indebolisce ogni giorno di più lo sviluppo dell’Anima Cosciente. Nell’epoca in cui le razze e le classi hanno esaurito la loro funzione, essendosi formate le Nazioni ed i Popoli, le democrazie reazionarie, formali e globaliste, tendono a annientare le Nazioni, restituendo vita artificiale a classismo e razzismo. Scaligero consigliava in tale dimensione operativa di iniziare gradualmente ad orientare Pensare, Sentire, Volere del discepolo verso un preciso e trasparente concetto sintesi, sostandovi ripetutamente.
L’osservazione attenta e indiretta dei fatti sociali fondamentali dovrebbe condurre l’operatore alla messa a fuoco del Principio di ordinamento del caòs sotto forma democratico-messianistica e tecnologico-scientifica. Nell’attuale momento storico si potrebbe individuare una Idea-Forza in questa visione: «La cultura di questo tempo è tipologicamente configurata per relazionare tutto secondo criteri di quantità, cioè a meccanizzare tutto: è pronta per condurre l’uomo a un collettivismo privo di impronta individuale, a un anonimato sociale tenacemente sorretto dall’organizzazione meccanica della vita, in cui, per esempio, la distruzione delle forze economiche, dovuta alla graduale soppressione della libera iniziativa e al rullo compressore dello statalismo, può venire compensata dalla costrizione a una iperattività lavorativa del ceto popolare estraneo ai comandi del macchinoso sistema: del popolo scientificamente persuaso (M. Scaligero, Il Pensiero come Anti-Materia).
Al tempo medesimo, come una costante immagine, infondente devozione e serenità nell’azione, la parola di Rudolf Steiner dovrebbe costantemente supportare il discepolo: «È proprio della Nuova Rivelazione che si osservi veramente il modo di agire dei singoli Arcangeli sulla terra. Questo sarà un effettivo, reale arricchimento della coscienza umana sulla terra. Non riuscendo a sollevarsi dalla nebulosa ignoranza a tali effettive differenziazioni, si è creato l’abisso esistente fra gli argomenti dei sermoni domenicali e quelli che l’uomo considera questioni della vita pratica esteriore» (R. Steiner, Esigenze sociali dei tempi nuovi – O.O. N° 186).
Il Dottore non a caso precisa che non è affatto l’Occidente “giudeo-cristiano”, globalista suprematista e jahvetico, il depositario della “Nuova Rivelazione”: «Non l’Occidente è predestinato a passare naturalmente dall’ufficio jahvetico a quello cristico: la predestinazione inizia nel centro d’Europa e si avvia verso Oriente. Da qui il singolare pensare wilsoniano ancora completamente adagiato nella rappresentazione dell’Antico Testamento: anche se lo si nega, tale pensare si presenta in effetti come si volesse negare e distruggere ciò che ha l’impulso a svilupparsi spiritualmente nei paesi centrali e orientali» (Op. cit.).
Alla luce di ciò non sta al discepolo escogitare individualisticamente o razionalisticamente la soluzione di fronte allo squilibrio sociale emergente. Non sarebbe una soluzione autentica, ove non vi fosse il concorso decisivo dell’Arcangelo di Popolo.
Il discepolo deve solo preparare devotamente ed individualmente l’anima al fluente accoglimento di una sostanza ideale risolutrice del velo fenomenico, nella consapevolezza di servire con tutte le forze occorrenti lo Spirito del Tempo: quello che la Bhagavad-Gita chiama l’“Antico dei Giorni”.
Silvano Aspromonte