Cause morali e fenomenologia del Karma
La soluzione dell’enigma riguardante ogni comportamento soiale e antropologico deve sempre tenere conto, degli aspetti spirituali e morali che sorreggono i fatti che noi vogliamo illuminare alla luce della coscienza. L’analisi politica, culturale, economica, militare sono fuorvianti se non si esaminano le cause morali che hanno prodotto i fatti che noi intendiamo spiegare. Lo schierarsi da una parte o dall’altra di una barricata può essere umanamente comprensibile, ma va sempre accompagnata da un pensiero piú profondo, che solo la Scienza dello Spirito ci può dare. La presenza di Maestri e Iniziati nei diversi periodi storici e in certe aree del mondo è sostanziale, non secondaria.
Massimo Scaligero scrisse un libro straordinario nel 1976, un libro che porta il nome Reicarnazione e Karma. Egli insisteva riguardo alla positività ultima di certi eventi che a prima vista paiono negativi. In questo modo ci indica una forma di Provvidenza collettiva. Il grandissimo Alessandro Manzoni, nei Promessi Sposi, definí questo fenomeno come “la provvida sventura”, ovvero la sventura mandata dalla Provvidenza. La fenomenologia karmica molte volte agisce in un modo contrario alle aspettative di chi si ritiene essere dalla parte del bello, del vero, del buono, ovvero dalla parte del bene. Il settimo capitolo del libro di Massimo Scaligero si chiama per l’appunto Fenomenologia Karmica e ci aiuta immensamente nell’accettare le cause morali antecedenti di certi disastri che coinvolgono popoli e comunità. Ebbene, la lettura e la rilettura costante di Reicarnazione e Karma può essere la chiave per avvicinarci alla convinzione profonda che avversità hanno spesso una profonda ragione rettificatrice dal punto di vista morale.
Anni di piombo
Poiché oggi siamo immersi in un’atmosfera pesante e fin troppo coinvolgente, sarà saggio osservare preliminarmente e con distacco alcuni fatti del passato prossimo, propri degli anni in cui usciva quel libro di Scaligero. Gli anni ‘70 sono anche chiamati gli anni di piombo a causa del numero spropositato di morti violente di quel periodo. Per comprendere l’Italia di allora, alle volte bisogna affidarsi all’analisi disincantata delle fotografie di comunità e personalità coinvolte, ad esempio passare del tempo, facendo delle ricerche sulle immagini in rete e lasciandosi trasportare dai gesti, dai titoli di giornali e dai volti di mezzo secolo fa. Da un lato violenza, odio, esaltazione, rabbia cieca, ideologie mortifere, dall’altro un esercizio del potere criminale, una sicurezza impunita ed ostentata basata sulla corruzione e sull’asservimento all’Impero d’Occidente.
Quando Eugenio Cefis, vero cardine del potere di quegli anni, dichiarava in un discorso pubblico: «La mia patria si chiama multinazionale» riassumeva un oscuro programma che poi si è attuato nel tempo. Ricordiamo però che cosa si gridava nelle piazze: «Viva Marx, viva Lenin, viva Mao Tse-tung!», ricordiamo che i “nemici di classe” venivano ammazzati a colpi di pistola per strada con il supporto (ormai dimostrato) dei poteri forti dell’Impero d’Occidente e con l’adesione compiaciuta degli insoddisfatti. I poteri occulti operarono infatti per aumentare paura e odio, spaventando nel contempo la “maggioranza silenziosa” degli italiani coinvolgendo gli opposti estremismi.
Ogni fatto della Storia ha una ragione occulta
Ora, cinquant’anni dopo, forse possiamo renderci conto che quelle fazioni in lotta erano profondamente connesse con il Karma del popolo italiano. Possiamo riconoscere perfino che, visto che siamo rimasti per mezzo secolo nell’area di influenza anglofona, se in qualche modo gli italiani non sono precipitati in un’avventura terzomondista di guerra civile tra una fazione comunista che intendeva abolire la proprietà privata instaurando la cosiddetta dittatura del proletariato e i poteri anglofoni, quella è stata una “provvida sventura”. In questo contesto dobbiamo considerare le (per noi ancora incomprensibili) faide interne ai partiti e alle massonerie. Logge contro logge, che si combattevano rivelando nomi di confratelli come nel caso della P2. Di fatto accettare che simili disonestà siano risultate perfino utili, è una cosa difficile da digerire. Non dobbiamo mai dimenticare che la scienza dello Spirito ci insegna che ciò che avviene nel mondo ha una propria sacralità nel momento in cui si concretizza. Il piú grande scrittore argentino, Jorge Luis Borges, in un suo racconto, “Un Requiem tedesco” mise in bocca ad uno dei suoi personaggi una frase terribilmente vera: Rifiutare un solo fatto già accaduto è come bestemmiare contro l’universo!
Questa saggezza del procedere della Storia è meglio sia chiamata Eterogenesi dei Fini. L’espressione Eterogenesi dei Fini sottintende “conseguenze non intenzionali di azioni intenzionali”. Una volta che ci siamo resi conto che il male ha radici metafisiche, possiamo accettare il principio che conseguenze dolorose possono a loro volta spingerci al bene. Ecco allora che in questa Terza guerra mondiale siamo chiamati a riconoscere il principio che “qualcosa d’altro” aleggia dietro agli eventi di oggi e di ieri. Responsabilità antiche si riversano nella nostra vita quotidiana e sono al servizio dell’evoluzione di una comunità.
Impegno e testimonianza
Molti coraggiosi renitenti alle imposizioni vaccinali hanno una costante antropologica: sono spesso degli anziani dagli anni ‘60, fino al 2001 hanno subito l’ipnosi ideologica di quel periodo. Oggi hanno riscoperto un impegno pacifico e non violento. Questa evoluzione non ha avuto bisogno di piú incarnazioni, è bastata una vita sola e questo è un grande passo dal punto di vista morale, poiché costoro non porteranno nel post mortem oscurità, odio e livore.
Queste “pantere grigie no vax” che molte volte sono il nerbo delle proteste, stanno vivendo con intensità quasi religiosa la loro testimonianza civile. Si noti che l’Italia si è distinta nelle manifestazioni pacifiche, mentre altrove si è scatenata la violenza. Osserviamo che ancora piú decisivo dell’impegno propagandistico (manifestazioni) è la testimonianza. In Italia ci sono cinque milioni di renitenti al “vaccino”, il che significa che la disobbedienza civile viene pagata di persona. Chi ha il coraggio di rinunciare, possiede la forza del darsi generosamente. I discriminati e i perseguitati rinunciano alla loro vita sociale per un ideale, stanno aiutando coloro che ancora liberi non sono, a causa della paura. In una sola esistenza molti manifestanti di oggi hanno compiuto un passo che li sta portando dall’odio all’amore. La generosità nello spendersi di questi coraggiosi viene da lontano, probabilmente da ben prima della nascita. Il pagare di persona, l’essere discriminati nella novella apartheid, andando contro ciò che è “naturale” per la maggioranza sociale, è un grande sacrificio. Il sacrificio per un’idea è una cosa che riguarda la sfera della libertà, e quindi modella un futuro migliore.
C’è un secondo elemento significativo: si badi bene tutte queste manifestazioni di pensiero critico vedono la presenza delle bandiere nazionali. Migliaia di tricolori come non mai si sono viste sulle case degli italiani nel primo periodo del lockdown. Lo stesso dicasi per i cortei: un tempo nelle manifestazioni No Global del 2001 c’erano solo bandiere arcobaleno (quelle di cui si è appropriato il movimento LGBT, vero cardine della propaganda globalizzante). Questa faccenda dei vessilli non è solo un dettaglio di colore, ma il sintomo di una connessione tra tutti i resistenti contro l’idea di unificazione politica della Terra. Nel progettare il modello sociale futuro l’Occidente ha pensato di far tabula rasa di ogni differenza etnica, culturale, linguistica, sanitaria e di genere. Sempre piú vivi sono i segnali patriottici che giungono dai popoli, compresi quelli della sfera anglofona e dello Stato guida dell’Impero d’Occidente.
Lo stupore: prospettive inattese.
Nuovi scenari si stanno aprendo all’orizzonte della Storia. Diciamolo subito: non sono le visioni ireniche e new age di chi vorrebbe vedere il diffondersi di un paradiso terrestre con tribú antimoderne simili a quelle degli Amish. Sta avvenendo qualcosa d’altro, qualcosa di imprevisto ed inatteso. L’era della globalizzazione resiste soltanto sul piano economico, finanziario e commerciale. Oggi esistono non due ma tre blocchi geopolitici: Occidente, Russia, Cina. Coloro che credono ancora nell’unificazione politica della Terra sono una minoranza sconfitta. L’idea che il mondo possa essere un’entità imperiale omogenea governata dal rimbambimento informatico e consumistico di plebi senza identità, si è rivelata fallace e inesatta. Un’ondata di pensiero critico a livello mondiale sta arrestando la spinta globalista dell’aristocrazia economico-finanziaria. È sempre possibile che le neo-aristocrazie scelgano la strada di un crollo economico (www.larchetipo.com/2021/12/etica/scenari-della-terza-guerra-mondiale/), ma perfino questa estrema misura non porterà all’unificazione politica del pianeta. Tutte le vecchie élite (politici, religiosi, industriali, giornalisti e artisti) che hanno seguito in modo cieco i diktat dell’ideologia globalista, avvertono oscuramente il baratro della fine, qualora la guerra dei vaccini volgesse a loro sfavore. Domandiamoci: perché tanta ostinazione nel demonizzare un virus che uccide meno dei tumori, degli infarti, della fame, della depressione? La risposta è semplice: i globalisti hanno giocato la loro ultima offensiva. Aspettiamoci però una battaglia tremenda.
Terza guerra mondiale e sconfitta dei globalisti
Come sempre avviene al momento del declino e della sconfitta, la disperazione del vinto e l’arroganza del vincitore producono reazioni inconsulte e violente. Si pensi agli ultimi anni della Seconda guerra mondiale: dal ‘43 in poi, la violenza contro i civili indifesi è aumentata su ambo i fronti, la cattiveria si è accesa a dismisura. I demoni in quei due anni hanno banchettato piú che mai, concludendo il loro lauto pasto con le bombe di Hiroshima e Nagasaki. Oggi la Terza guerra mondiale è in corso. Osserviamo con lucidità le battaglie, ovvero le principali campagne belliche:
I battaglia: La consapevole e criminosa diffusione di un virus mutante da parte delle élites globaliste.
II battaglia: Una silenziosa campagna di terrore, intimidazione e ricatto nei confronti di tutti i politici che sono stati costretti ad adottare misure “sanitarie”. La paura ha pervaso tutti i gradi della classe politica d’Occidente. Non della Russia, dove il panico non ha raggiunto mai l’apice, non della Cina, che ha utilizzato la pandemia per consolidare ulteriormente il controllo del partito.
III battaglia: I politici occidentali, impongono una campagna mediatica ossessiva di paura del virus e si fa largo l’idea della quasi obbligatorietà del siero genico. Viene aizzato l’odio verso i dissenzienti.
IV battaglia: Viene imposta una sorta di apartheid contro i troppi renitenti al siero genico. Non siamo arrivati alle persecuzioni fisiche ma poco ci manca. Sarebbe la quinta battaglia.
Procediamo per gradi nell’esaminare l’evoluzione bellica: le prime due battaglie sono state decisamente vinte dalle élites globaliste. Il virus si è diffuso (I battaglia). Le classi politiche hanno obbedito alle multinazionali e sono diventati collettori di paura (II battaglia). La campagna di terrore ha funzionato per l’80% delle popolazioni (III battaglia). Ma… c’è un “ma”: la paura non ha coinvolto una minoranza di coraggiosi, presente in tutti i popoli della Terra. Diciamo pure che c’è un buon 20% di ribelli. Questo scenario inizia a modificare l’andamento bellico. Centocinquanta milioni di europei non hanno ceduto al ricatto di accettare sieri genici non sperimentati sul proprio corpo e su quello dei propri figli. Fuori dall’Europa è avvenuto qualcosa di simile, in tutto l’Occidente si è visto l’insorgere (in alcuni paesi in modo violento) di persone che si sono opposte al nuovo ordine sanitario mondiale. Scorrendo i canali di controinformazione ci rendiamo conto di un fenomeno (questa volta sí veramente globale) di pensiero critico.
Aveva ragione l’Iniziato Orwell
Durante la Terza guerra mondiale è emerso sempre piú chiaramente un elemento nuovo: La formazione di tre grandi colossi geopolitici: Cina, Russia, e Impero d’Occidente.
Per certi versi si sta avverando la predizione di George Orwell, in “1984”. Orwell era un Iniziato (forse spiritualmente non consapevole di esserlo), che nel suo romanzo distopico scritto nel 1948 prospettò qualcosa di molto simile alla situazione attuale. Si guardi la cartina tratta dal romanzo orwelliano e si noti come la finzione letteraria, immaginata tre quarti di secolo prima, possa assomigliare in modo eloquente alla realtà storica… Ciò che balza in evidenza è la visione geopolitica tripolare della Terra. Ovviamente troveremo delle discordanze tra Orwell e il mondo attuale: l’India come la Germania (soprattutto quella parte ex sovietica), l’Ungheria e la Serbia potrebbero andare a gravitare nella sfera russa, noi non sappiamo se Giappone riuscirà ad allearsi con Pechino, l’Africa potrebbe risultare conquistata dalla Cina come parte del Sudamerica. Gli islamici chi sceglieranno? E l’Europa? Quali saranno le nuove élite occidentali? In Cina e Russia la faccenda è meno complessa, i due imperi sono stabilizzati attorno al proprio Zar e alla casta di mandarini del Partito Comunista. Ma nell’Impero d’Occidente chi prenderà lo scettro del comando?
Ciò che si sta profilando
È venuto il momento di domandarci quali saranno le nuove élite dominanti in Occidente. I grandi poteri globalisti e finanziari sono sconfitti, e per questo motivo sono diventati pericolosi e incontrollabili. I coraggiosi saranno ancora discriminati, essi non sono organizzati verticisticamente e militarmente. Sono anime pure e mature, meno inclini all’intrigo e alla violenza. Dobbiamo accettare l’idea che la battaglia che vedrà la sconfitta del progetto di unificazione politica del pianeta sarà prima o poi conclusa da nuovi soggetti politici occidentali, che si dovranno rassegnare a non voler conquistare l’intero pianeta, e per arrivare a tanto, dovranno imporsi sui poteri delle multinazionali e della finanza. Non sarà affatto un processo pacifico e ci vorrà del tempo. La zampata con cui saranno eliminate tutte le vecchie élite globaliste non innalzerà nei ruoli di comando i pacifici e coraggiosi dimostranti nelle piazze. Prevarranno uno o piú soggetti “patriottici” per ora defilati, forze ben piú temibili dal punto dell’esercizio del potere dei dimostranti che scendono in piazza. Questa zampata rettificatoria all’interno dell’Impero d’Occidente arriverà tardi, e ciò per motivi freddamente strategici, decisi allo scopo di aizzare i popoli contro tutti i rappresentanti dell’antico ordine costituito. Non scordiamo che le reazioni avverse ai vaccini non saranno piú occultabili e l’opinione pubblica insorgerà contro gli untori che hanno costretto interi popoli alla sperimentazione genica e all’odio verso la minoranza resistente. Pensate solo alle madri che hanno obbligato i figli alla vaccinazione e con l’insorgere di reazioni gravi nel medio e lungo periodo si sentiranno dapprima in colpa e poi rivolgeranno i loro strali contro chi ha sorretto le campagne vaccinali. La crisi economica, la mancanza di fonti energetiche e la verticale caduta di credibilità delle élite andranno di pari passo. Praticamente il 90% delle classi dominanti nell’epoca della globalizzazione dovranno essere sostituite. Qualcosa del genere è avvenuto per l’aristocrazia dopo la Rivoluzione francese. A quel punto le forze che per ora stanno defilate, emergeranno sicuramente, perché la Storia non concede vuoti di potere…
Conclusioni
Cosa possono fare i miti e pacifici lettori dell’Archetipo? In primis aumentare il tono del lavoro interiore in modo da affrontare la guerra in atto con il coraggio inesauribile che viene dalle forze del cuore. Poi dobbiamo evitare di identificare il male con una o piú persone e rivolgere l’attenzione verso gli Ostacolatori che hanno prodotto il male. In terzo luogo cercare di osservare la realtà superando gli schemi dialettici e le abitudini ideologiche del passato. Nel fare ciò essere riconoscenti a quanto Rudolf Steiner e Massimo Scaligero ci hanno insegnato molte volte, predicendo fatti che si stanno puntualmente verificando. Infine, confidando nella “provvida sventura” manzoniana, quella sventura mandata dalla Provvidenza che piú che mai è un dono dell’Epoca di Michele.
Salvino Ruoli