La posta dei lettori

Redazione

La posta dei lettori

letterina…Sbaglio molte volte, ma so che in ogni intento, perseguito al fine di onorare la Verità, esiste un elemento di libertà che alla fine si renderà concreto: dove oggi il mio spirito non arriva, arriverà domani. La volontà del Bene mi ha permesso di vincere la Paura e l’inganno perpetrato a danno del mio ego, centrato su di sé ma provvidenzialmente addestrato alla disciplina. Mi pongo ora un quesito bruciante, mi chiedo se sia possibile che nell’attesa di ulteriore evoluzione della forza morale, la realtà dei Misteri possa diventare, in un’anima del passato, Logica della realtà.

 

Beatrice

 

 

Tutte le anime vengono dal passato, ma dato che viviamo nell’epoca attuale, non possiamo, oggi, che essere anime del presente. Le quali agendo possono sbagliare, ma l’importante è tentare, con risolutezza, di perseguire il Bene per raggiungere la Verità. Il grande lavoro che il Maestro dei Nuovi Tempi ha compiuto sulla terra è stato di mettere alla portata di tutti i seri e volenterosi ricercatori dello Spirito i contenuti dei Misteri, che in passato erano tenuti segreti, rivelati solo agli adepti che divenivano degni di conoscerli. Il Mondo spirituale ha inviato il suo Messaggero, l’Annunciatore, il quale oltre che aprire i Misteri ha anche annunciato il ritorno del Cristo in veste eterica. Egli si renderà visibile a quanti si saranno preparati all’incontro con il Logos: è questa la “Logica della realtà” che ci aspetta in un futuro prossimo, contro la quale la battaglia degli Spiriti delle tenebre si è fatta violenta e senza esclusione di colpi. Ma l’evoluzione avviene comunque. E chi vuole restare indietro, o tornare a un passato che sembrava migliore, ma nascondeva (e a volte persino ostentava) una corruzione giunta a livelli abissali, non riuscirà ad adeguarsi ai Nuovi Tempi e alla Nuova Luce, alla quale l’occhio dovrà adattarsi per non restare abbagliato. E ad essa dovrà adattarsi anche il cuore.

 




 

letterinaPoiché alcuni amici, in questo momento di profonda crisi nelle città, con difficoltà di relazione sempre crescenti, stanno mostrando un interesse per un ritorno alla natura e intendono indagare le scienze naturali, vorrei sapere se questo è giusto o se porta lontano dall’indagine spirituale.

 

Gianni V.

 

 

Si tratta di comprendere in che modo si vogliono indagare le scienze naturali. La premessa è in ogni caso il pensiero. Per studiare nella maniera migliore le scienze naturali, si dovrebbe partire da un atteggiamento goethiano, quindi prima occorrerebbe informarsi sull’Urphänomen, ovvero sulla visione del fenomeno primordiale di Goethe. Sarebbe molto importante che ci si aprisse alla scienza, a tutti i tipi di scienza, con la propria partecipazione interiore, ben sapendo che quella esiste perché esiste l’Io dell’uomo. Questo non deve essere considerato idealismo trascen­dentale, ma conoscenza del fatto che ogni relazione con la natura avviene per l’Io. Il Dottore ci dice che nell’osservare la natura dobbiamo risalire da ogni manifestazione all’essenza che è nel­l’uomo. La relazione tra gli enti naturali e l’uomo esiste perché tali enti naturali possano essere indagati dall’uomo. Ci si può interessare di scienze naturali non solo per motivi ideali, ma anche, ad esempio, per la necessità di prendere una laurea. Anche in quel caso, però, un seguace della scienza dello Spirito dovrebbe integrare quello studio accademico con l’esperienza interiore. Se poi è la crisi dell’attuale civiltà a muovere un tale interesse, è importante che non assuma l’aspetto di una fuga, ma sia un approfondimento delle eventuali cause che muovono, e che anche in passato hanno mosso, le grandi trasformazioni della civiltà. Allora non ci si allontana dall’in­dagine spirituale, ma questa viene approfondita e arricchita di nuovi aspetti che possono risultare fondamentali per la propria formazione interiore.

 




 

letterinaCome fare perché non prevalga lo scoraggiamento in chi tenta di fare bene l’esercizio della concentrazione, ma si rende conto di non riuscirci?

 

Saverio d. B.

 

 

Bisogna controllarsi sempre, perché l’esercizio è semplice, ma richiede una grande presenza interiore, dato che facilmente può divenire abitudinario e meccanico. Per eseguirlo è necessaria una presenza di spirito, un controllo continuo, e soprattutto si deve evitare di dare personali interpretazioni, adattandoli a se stessi, trasformandoli in qualcosa che non risponde al loro vero senso. Nel­l’esercizio, l’Io è chiamato perché l’uomo attui il lavoro interiore in forma cosciente, anzitutto mediante il concetto. C’è un’attività del pensiero che è veicolo dell’Io, ed è questa su cui si deve lavorare. Il compito della filosofia, della legge, della scienza, sarebbe stato di rendere consapevole l’uomo di questa immanenza dell’Io nel pensiero, ma questo è stato solo sfiorato e poi perduto. Se attuato, sarebbe stata la conquista piú importante della cultura e della storia dell’uomo, perché la nascita dell’Io dall’autocoscienza avrebbe fatto ritrovare all’uomo il filo della sua storia, in maniera tale da vincere l’errore, nella cui pania siamo ora avvolti sulla terra. Questo errore invece oggi ci avvolge, ed è difficile, per i piú, persino accorgersene. Un tempo, prima della nascita dell’anima cosciente, l’uomo poteva vedere questo errore dal di fuori, e vedendolo poteva difendersi da esso. Ma ora questo mondo di menzogna è parte integrante del mondo e della scienza attuale. Ci fu in passato un tentativo della filosofia di porre l’Io al centro dell’uomo, ma fu fortemente avversato dalle varie religioni, dalle tradizioni consolidate, che non volevano la nascita dell’individuo staccato dall’uniformità da esse predicata. Occorre capire che cosa è il pensiero, capire come nasce nel momento in cui compiamo un’azione, capire che è attivo anche quando pensiamo un errore. Fare la concentrazione non significa trascendere il pensiero, andando in un vuoto indistinto dove il pensiero stesso è escluso. Dobbiamo invece intensificarlo, giungere alla sua sorgente, dove il pensiero è vivente. La perdita del senso immanente dell’Io nel pensiero è quello che ha provocato lo sviluppo di una scienza che va per conto suo, escludendo l’uomo. Ciò è causato da un’abdicazione dell’uomo, il quale ha consentito alla scienza la mediazione fra il pensiero delle cose e la realtà oggettiva, ignorando di avergliela concessa lui. Ma la scienza si muove in pensati che si allontana­no sempre piú dalla realtà vivente, perdendosi nella ricerca dell’esclusivo dominio della materia. Questo errore si afferma in una forma potente perché l’uomo vive nel regno degli Ostacolatori, i quali gli fanno credere che sia possibile afferrare la realtà indipendentemente da chi la pensa. L’Ostacolatore che impera maggiormente in questo periodo storico è Arimane, che svolge con la sua proverbiale tenacia il proprio compito: quello di impedire la nascita del vero Io dell’uomo. Egli lo ha convinto che tutto quanto riguarda l’anima umana – non lo Spirito, che secondo lui esiste solo come vuota parola e vuoto concetto – si svolga attraverso processi di natura psicologica, i quali possono essere investigati dalla scienza psicologica come la natura dai naturalisti o come la materia dai materialisti. Invece la scienza dello Spirito – e questo appare con grande evidenza in Filosofia della libertà – è anzitutto fondata sul pensiero, e aiuta a sviluppare una scienza della logica, che dal pensiero logico rende l’uomo capace di giungere al Logos, al pensiero vivente. Ecco il senso della concentrazione. Non si tratta di diventare tanto bravi a concentrarsi, di elaborare complesse strutture mentali di pensiero per pensare contenuti di alta filosofia e spiritualità, perché ci muoveremmo comunque in un pensiero riflesso. Si tratta di redimere il pensiero dialettico di cui ci serviamo normalmente, purificandolo attraverso la ripetizione, semplice ma costante, di un pensiero che pensa se stesso, risalendo da un pensato condensato in un oggetto costruito dall’uomo, e quindi ideato dal suo pensiero, al pensiero stesso che gli ha dato la possibilità di costruirlo. Solo un pensiero cosí intensificato ci permetterà di risalire alla sua origine, e da questa attingere poi al mondo degli archetipi, traendone il vero pensiero creatore dell’uomo, scevro degli errori e delle menzogne in cui siamo oggi costretti a vivere. Dunque non dobbiamo scoraggiarci, ma ripetere quotidianamente, con la stessa tenacia utilizzata sapientemente dall’Ostacolatore, lo svolgimento della concentrazione. E il risultato verrà.