Un quesito lacerante
La domanda è una sola: «Perché gli italiani non si ribellano all’obbligo vaccinale con manifestazioni di piazza convincenti come quelle che abbiamo visto in altri Paesi stranieri?».
Riproponiamo il quesito: «Perché l’Italia che ha avuto in dono Massimo Scaligero con il vertice salvifico di una scienza spirituale rapportata ai Tempi Nuovi, perché quest’Italia non trova la volontà di esprimere un dissenso corale rispetto alle folli disposizioni legislative in atto?». Questo è il problema e da qui vogliamo muovere.
La sensatezza della protesta silenziosa
Possiamo azzardare delle risposte, a partire dall’idea che bene abbiano fatto gli italiani in piazza a non reagire violentemente durante i giorni del “moto ondulatorio” quando è stata attaccata la sede della CGIL. Se per caso si fosse reagito alla maniera dei francesi o peggio ancora degli olandesi, o dei belgi, con moti scomposti di piazza, avremmo corso dei rischi di involuzione eversiva dello Stato. Gli italiani non apprezzano la violenza, e la maggioranza si sarebbe schierata con il potere costituito, secondo le indicazioni suggerite dai mass media.
I giorni funesti del G8 di Genova non si sono fortunatamente ripresentati. Anche a Trieste erano pronti ad entrare in azione i black block, sono stati visti con certezza dentro mezzi militari. Alcuni esagitati giunti da fuori città con intenzioni provocatorie avevano caratteristiche fisiche uniformi, quasi a denunciare un’attività fisica pianificata, tipica della disciplina dei corpi militari e paramilitari.
La “retromarcia” di Stefano Puzzer che ha invitato a non invadere Trieste in quei giorni, è stata provvidenziale, in quanto il trappolone era stato predisposto con cura.
Il risveglio delle coscienze
«Non è giusto restare inermi di fronte all’ingiustizia, facciamo come i camionisti canadesi!». Questo è quanto si può leggere spesso nelle chat di controinformazione su Telegram. Manca una reazione organizzata, è vero, ma gli italiani non sono rimasti inermi. Sondaggi abbastanza attendibili dicono che:
a) molti nostri concittadini si sono rifiutati categoricamente di farsi vaccinare, perdendo perfino il lavoro;
b) circa un quarto si sono fermati alla prima dose e non intendono continuare;
c) quasi il 30% si sono fermati alla seconda dose e non intendono continuare;
d) quasi il 20% si sono fermati alla terza dose e non intendo continuare;
e) resta circa un quarto, che continuerà oltre alla terza dose, accettando delle dosi annuali.
Tutto ciò significa che esiste un risveglio silenzioso delle coscienze, che si è sviluppato in modo progressivo nel corso del tempo. Una minoranza “no-vax” aveva le idee chiare in partenza, la maggioranza si è chiarita man mano, pagando il prezzo dell’insipienza con danni alla propria e alla altrui salute.
Una vittoria di Pirro
Visti i dati, la campagna vaccinale può apparire ed essere venduta come un successo, ma la realtà è diametralmente opposta. La campagna vaccinale ha dimostrato come la chimica, la biologia, le nanotecnologie non possano essere risolutive per i problemi della salute. Il fatto che tante persone ci abbiano creduto, poi ricredendosi di fronte all’evidenza dei contagi e delle reazioni avverse, ha determinato crepe permanenti nella fiducia di un sistema sanitario che di olistico non ha proprio nulla.
La campagna vaccinale che fonti governative italiane dicono essere riuscita al 95%, in realtà è stata una débâcle per il sistema ideale delle certezze granitiche nella tecnologia (loro la chiamano scienza), che qualcuno voleva imporre al popolo. Del resto, affidare a un militare la gestione sanitaria di un paese non poteva che dare risultati di questo tipo. La coercizione ha prodotto obbedienza, l’obbedienza si è rivelata controproducente e dannosa.
Nave sanza nocchiere in gran tempesta
Scriveva il Sommo Poeta: «Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province ma bordello!» Ancora oggi l’Italia non è uno stato sovrano, i diktat giungono da potenze straniere che nel nostro tempo non sono sempre Stati nazione ma piuttosto multinazionali del farmaco o partiti politici come quello Democratico degli Stati Uniti.
Eppure, gli italiani di oggi, superata la paura indotta artificialmente dal potere costituito (attraverso una vergognosa campagna di odio), sono molto piú consapevoli di due anni or sono. Non credono piú, come un tempo avveniva, alla medicina materialistica, al sistema sanitario nazionale, pregano di non mettere piede in ospedali dove è piú facile morire che a casa propria.
Questa consapevolezza è un passo avanti straordinario dal punto di vista noetico del popolo italiano.
La salute era il grimaldello per la cosiddetta modernizzazione
Come diceva Arthur Schopenhauer: «La salute non è tutto ma senza salute tutto è niente». Ebbene questa sfiducia nella medicina tecnologica, asettica, disumana e, come si diceva prima, non olistica è un formidabile risultato. Massimo Scaligero insegnava a leggere i dettagli dell’informazione, diceva che alle volte i trafiletti dei giornali raccontano più dei titoli in prima pagina.
Uno di quei dettagli è questo: il governo italiano sta predisponendo interventi economici di sostegno psicologico ai traumatizzati dalla pandemia… Cosa vuole dire?
È ovvio: si sono resi conto che la fiducia nella visione meccanicistica del mondo è crollata verticalmente, e quindi cercano di recuperare attraverso lenitivi chimici o psichiatrici un dissenso profondo che può portare alla depressione, ma anche alla rabbia, o nei casi migliori al pensiero.
Stiamo lentissimamente entrando in una fase epocale diversa: superato il pregiudizio fideistico che la tecnica sia salvifica dal punto di vista sanitario, tutte le altre proposte per “modernizzare” la società inizieranno prima o poi ad incrinarsi.
Loro lo sanno, ecco il motivo per cui questa battaglia sanitaria è cosí inspiegabilmente accanita proprio in Italia.
Tutte le politiche di contrasto al Covid sono mirate a creare un sistema di coercizione che preservi una idea di sviluppo e di progresso che vada verso una direzione tecno-fideistica.
La forza dei pensieri
È quindi chiaro ed evidente che le guerre oggi si combattono non solo sul piano militare e bellico ma anche e soprattutto sul piano dell’informazione e della formazione delle idee.
Questo è il punto centrale su cui dobbiamo porre l’accento. La forza delle idee, delle convinzioni, diventa sempre piú importante, la forza dei pensieri è la cosa piú importante in Alto come in Basso.
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Oggi piú che mai abbiamo bisogno di meditanti che con inesorabile pazienza e costanza svolgano il loro compito, senza obiettivi, al di là dei risultati e delle aspettative.
Questo è il lavoro in Alto.
Poi in qualche modo, le giuste idee, i giusti pensieri si diffonderanno inesorabilmente in Basso ed entreranno nella società.
Salvino Ruoli