Seconda parte della trilogia del mito dell’Urbe vista con gli occhi ideali di Ovidio Tufelli, pseudonimo che fu adottato dal Direttore dell’Archetipo, Fulvio Di Lieto, nei suoi scritti che prendevano spunto dall’Antico Impero di Roma, cosí come dell’epoca in cui esso nacque e si sviluppò, per un confronto con l’epoca attuale: similitudini e divergenze, ispirazioni e critiche di personaggi, situazioni e organizzazione sociale.
Il volume incorpora gli articoli del periodo che va dal 2011 al 2015, espressi in chiave antroposofica, con precisi riferimenti ai preziosi insegnamenti di Rudolf Steiner e di Massimo Scaligero.
Una lettura costruttiva e sicuramente propositiva per l’epoca attuale, in cui i valori di virtus, pietas, fides e humanitas degli antichi Romani – oggi capovolti in vizio, spietatezza, ateismo e disumanità – sono proprio quelle doti morali, animiche, intellettuali e sociali che è urgente riconquistare.
Riportiamo qui di seguito un breve, significativo stralcio:
Se dovessimo assegnare un nume tutelare alla presente civiltà, Mercurio sarebbe il piú adatto. I Romani gli riconoscevano, dei suoi tanti ruoli, quello di psicopompo, di “accompagnatore di anime”. Al termine di ciascun combattimento gladiatorio, eccolo sortire dal buio dei sotterranei del Circo, il viso coperto da una maschera, i piedi calzati dai talari, i sandali alati, con il caduceo, la verga magica nella destra, ordinare agli inservienti di trascinare fuori dall’arena il corpo dello sconfitto, che il pollice verso della folla aveva condannato a morte. Mercurio, l’Ermes dei Greci, ne avrebbe scortato il corpo martoriato attraverso i meandri dell’anfiteatro, e l’anima oltre, al tenebroso mondo dell’Ade.
Ma il dio non solo presiedeva alle carneficine – e questo sarebbe già un buon motivo per renderlo nume tutelare della nostra epoca di bombe intelligenti, di madri renitenti, di stragisti e terroristi di ogni genere e provenienza – egli era anche protettore dei ladri, degli imbroglioni, dei mercanti e dei viaggiatori. Come non riconoscergli quindi il patronato esclusivo morale dei moderni padroni dell’oro, dei dromomani e crocieristi, degli scalatori degli ottomila, di una umanità che ha il fuoco nei calzari?
Cosí facendo, però, noi commetteremmo l’errore, del tutto strumentale a giustificare il nostro malaffare, di voler cogliere nei tratti e nei poteri della divinità, quale che sia la sua natura e a qualunque culto e credenza appartenga, un riflesso delle nostre inadempienze e debolezze, per cui il ladro vedrebbe nella capacità elusiva di Mercurio, nella sua velocità operativa, la sua tendenza ad occultare e tenere nascosta ermeticamente la dimensione misterica, l’inganno, il mendacio, la doppiezza e la mancanza di parola. Ed è invece proprio la funzione di portatore della parola, del Logos, che gli stoici gli attribuivano…
Fulvio Di Lieto Orme dell’Urbe 2 – Roma di Ovidio Tufelli – Roma 2022
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