Nello scorso articolo abbiamo visto l’evolversi dell’economia in senso attuale, partendo dalle sue ipotetiche origini, fino alla tragedia dei nostri giorni; da un punto di vista storico, come concatenazioni umane. Oggi non abbiamo piú classi sociali, né tensioni tra esse, e tutto pare anestetizzato.
Intere popolazioni stanno scivolando nell’abominio umano, vivendo in condizioni tuttora primitive, altre nel sogno di una vita ricca e carica di tecnologia, mentre un’altra parte dell’umanità, quella asiatica, si sobbarca il lavoro manuale.
L’incancrenirsi di questa situazione ha origine nell’incapacità della classe dirigente a vivere in modo cosciente la spiritualità che la pervadeva. Io, che ho avuto modo di conoscere questi personaggi ottocenteschi, vedevo proprio come non riuscissero a raccapezzarsi dell’avanzare tecnologico, pur rimanendone assolutamente affascinati; e guardavano le maestranze proletarie affacciarsi al mondo sociale, rimanendo sbigottiti e furenti sul digiuno di valori spirituali e morali di questi, senza avvedersi che sarebbe stato proprio loro compito colmarlo.
In questo ambito, per il proletariato la “macchina” con la sua ferrosa possanza era un fatto tangibile ed incontrovertibile; mentre l’ideologia borghese con la sua religiosità risultava un oscuro fantasma. Ho avuto anche la fortuna di conoscere gli ultimi di questi proletari dell’ottocento; e ricordo i loro racconti di quando bambini entravano in chiesa e rimanevano impauriti dall’immagine del crocifisso, senza che nessuno gli abbia mai spiegato alcunché. Questo è lo sfondo dello scontro ideologico del secolo scorso. Siamo abituati, ognuno dal proprio punto di vista, a giudicare questa lotta di classe come il vero male del novecento. Ma a mio avviso il vero danno fu nell’incontrastato affermarsi dello scientismo tecnologico e numerico come verità assoluta ed incontrovertibile, a cui tutti, tranne qualche eccezione, gradualmente si inginocchiarono, pur continuando lo scontro tra classi. Qualunque afflato spirituale, morale ed ideale si spense per consunzione. Questa la vittoria degli Ostacolatori.
La vera causa del mondo di oggi è la totale assenza di un respiro nobile e puro nelle viscere sociali. Per cui chi è ricco si rifugia nella speculazione finanziaria, e ceti sempre piú ampi di miserabili hanno solo droga e prostituzione come afflato interiore.
Massimo Scaligero ci aveva avvisato: il vero prerequisito per la realizzazione della tripartizione stava nella levatura di un numero minimo di persone almeno, per la realizzazione dell’Anima Cosciente; ne sarebbero bastate, ci diceva, dodici, sei coppie. Perché il vero primo problema sociale risiede proprio nella comprensione delle vere esigenze degli individui. Che cambiano, certamente, a seconda di come le comunità siano socialmente organizzate, ma che hanno comunque bisogno di essere guidate da chi è in grado di farlo.
Gli Americani, per ragioni puramente materialistiche intendiamoci, dicono, senza rendersene conto, una grande verità: «Think global, act local», cioè pensa per grandi confini mentali, ma agisci con puntualità precisa nel piccolo per realizzare quello che hai progettato. È una grande verità, perché cela il segreto che solo una mente addestrata ai grandi temi morali e spirituali può agire “localmente” sui drammi umani, perché in grado di risolverli.
Il pensiero scientifico univoco ha originato generazioni di persone che oltre ad agire “local” hanno anche pensato “local”; castrandosi ogni possibilità di crescita spirituale ma anche, perché no, materiale. Per questo mi è ostico spesso parlare di tripartizione. Perché senza il dovuto livello interiore, ogni punto della questione sociale proposta da Rudolf Steiner, diventa anch’esso ideologia. Logica contro l’uomo.
In realtà l’evoluzione di individui nell’Anima Cosciente, se pur solo dodici, consentirebbe di fornire le giuste forze a politici, economisti, intellettuali, per realizzare organizzazioni sociali giuste, sulla scia di vere esigenze interiori. In realtà penso che la trasformazione che stiamo vivendo, oltre a portare ad un disastro, sarà base di un nuovo assetto sociale, per cui parlare di classi sociali, proletariato, denaro e finanza, potrebbe essere assolutamente obsoleto.
A questo proposito voglio citare la Repubblica di Platone, mai realizzata. Il suo ordinamento prevedeva compiti e ruoli secondo le mansioni sociali dell’epoca. Ma l’essenza imperitura del messaggio era la guida sociale lasciata agli iniziati. Le differenze e le analogie tra la Tripartizione e la Repubblica saranno tema di altre considerazioni. L’aspetto veramente importante per noi è capire come l’unica cosa sopravvissuta allo scontro sociale del Novecento, sia stato lo scontro ideologico in quanto tale, di due fronti contrapposti. Per cui se il proletariato non esiste piú, e non esiste piú neanche la classe dirigente, è rimasto il “litigio” in quanto tale. L’affrontare, senza pensiero vero, i problemi attuali.
Mi riferisco ai mali dell’ambiente, ma anche alla questione dei vaccini, della guerra, della pandemia e anche del femminismo. Tutte questioni che hanno vere problematiche intrinseche, ma a cui manca l’afflato risolutivo. Tutti temi che richiedono almeno sei coppie che abbiano realizzato l’Anima Cosciente, per essere capiti, armonizzati ed anche risolti.
Massimo Danza