Castello Aragonese
di Corigliano d’Otranto
Altorilievo di San Michele Arcangelo che con fermezza e sicurezza impugna la sua spada nella mano destra, pronto ad infliggere il colpo decisivo in grado di sconfiggere il Drago per sempre, tenendolo inoltre bloccato sotto i suoi piedi e distogliendolo dal morso fatale (la cui ferita inflitta sull’uomo sarà inguaribile e sanguinerà per sempre sino a ricomposizione del Corpo Eterico) con un Rondaccio (piccolo scudo da fanteria medievale).
Il pensiero e l’operatività meditativa di Rudolf Steiner riproposta da Massimo Scaligero in particolare nel testo Manuale pratico della meditazione, sono un tutt’uno, costituiscono un Unicum fatto di Pensiero-Operatività e rappresentano una unità di intenti per il raggiungimento della volontà solare michaelita. Infatti non può sussistere l’uno senza l’altro.
Un esempio di questo può essere recuperato, in modo pertinente, associando la preghiera di Steiner dedicata a San Michele con i noti cinque esercizi meditativi. Tale preghiera è costituita infatti da tre espressioni principali associabili a specifiche fasi operative durante la meditazione dei cinque esercizi ed in grado di liberare il pensiero dai sensi e vincere gli Ostacolatori.
Fase 1. Prestami la tua spada affinché io sia armato per vincere il Drago che è in me.
Rappresenta la fase meditativa di calma e concentrazione iniziale con immagini plastiche, nella quale si iniziano a preparare le armi spirituali contro gli Ostacolatori.
Fase 2. Riempimi della tua Forza affinché io sgomini gli spiriti che vogliono paralizzarmi.
Costituisce la fase di verticalizzazione della Forza, dopo la concentrazione sul centro frontale, lungo la colonna vertebrale tra terzo occhio e osso sacro, tra FERMEZZA e SICUREZZA, dove si percepisce una sfera di luce sulla fronte del meditante, che poi andrà a canalizzarsi volitivamente: la forza, la Shakti, risulta pertanto attiva.
Fase 3. Agisci dunque in me affinché risplenda la luce del mio Io e possa essere condotto a compiere azioni degne di te. Michael!
La Forza-Shakti attivata dovrà agire nel corpo dell’asceta ed in particolare in tre punti specifici Testa, Cuore e Ventre che corrispondono ai tre Tan Tien della tradizione Taoista. Nel Tan Tien Celeste o della testa l’energia andrà a posizionarsi tra epifisi, ipofisi e terzo occhio (spazio tra le sopracciglia). Mikael potrà allora accordare all’asceta la conoscenza dei suoni sacri e il respiro libero dai sensi o respiro invertito.
Approfondimenti
L’Io e le forze ostacolatrici
Il percorso antroposofico chiarisce molto bene la composizione occulta dell’uomo e dei tre corpi di cui si riveste il suo Io: il fisico, associato al mondo animale, alimentato dalle brame, dai desideri e dalle passioni; l’eterico, associato al mondo vegetale, e l’animico-astrale, suddiviso a sua volta in astrale inferiore, dove agiscono entità ostacolatrici connesse sul piano fisico e alimentate dalle brame, e astrale superiore, collegato all’eterico e riconducibile al Logos solare, e cioè a quelle Gerarchie angeliche sotto il dominio di Michael “colui che è come Dio”.
Le entità ostacolatrici sono principalmente di due tipi: luciferiche, veicoli delle forze di orgoglio, vanità e presunzione, e ahrimaniche, ovvero quelle che inducono all’ illusione materialistica e meccanicistica del mondo. In realtà ne esiste anche una terza, di tipo asurico, che sarà oggetto di approfondimenti specifici. Queste entità, hanno come missione la paralisi delle forze pensanti e viventi dell’uomo.
I cinque esercizi
1. CONCENTRAZIONE: rilassamento/concentrazione/concentrazione profonda/silenzio;
2. AZIONE PURA
3. EQUANIMITÀ
4. POSITIVITÀ
5. SPREGIUDICATEZZA sono ben descritti e sistematicamente affrontati nel testo di Scaligero: Manuale pratico della meditazione.
Ora, di là dalle tecniche di attivazione della Kundalini intesa come Forza-Shakti nelle varie tradizioni (protoario-sciamanica, egizia, ebraica, induista, esicasta), tecniche che esprimono tutte un sincretismo ascetico generato sia da eventi migratori dei popoli sia da trasmissioni avvenute tra le differenti scuole iniziatiche – ovvero direttamente accordate dalle Gerarchie Superiori, e che si sono sempre manifestate, ma anche occultate ai profani, nel corso dei millenni, perché facenti parte del naturale rapporto spirituale dell’Uomo con la Divinità – quello che mi preme sottolineare è l’importanza per i nostri tempi, dopo l’avvento del Cristo, della Fase 2 della preghiera a San Michele, che fa esplicito riferimento al “riempimento della Forza”.
Questo riempimento, che agisce nel corpo umano come un sistema di vasi comunicanti, è differente da quello delle antiche tradizioni, e deve essere afferrato come sintesi della Forza-Pensiero liberata dopo la concentrazione profonda, visualizzata poi come luce tra le sopracciglia ed esperita come energia luminosa vibrante nel capo dell’asceta. Ad essa viene associata la sensazione interiore di FERMEZZA. Da questo punto luminoso tra le sopracciglia (in realtà coinvolge un triangolo formato da epifisi, o ghiandola pineale, ipofisi o ghiandola pituitaria, terzo occhio o spazio tra le sopracciglia) parte come visualizzazione volitiva una corrente di luce discendente che scorre lungo la colonna vertebrale all’interno del midollo spinale, arrestandosi in basso all’altezza del coccige, o osso sacro (il Luz, o mandorla, della tradizione ebraica, il Mhuladara Chakra della tradizione tantrica), a questa esperienza viene associata la sensazione interiore di SICUREZZA che si scioglierà nella meditazione profonda e nel SILENZIO del Vuoto Interiore, paragonato al “silenzio che regna nell’universo” o SILENZIO DELLE GERARCHIE.
Nella Fase 3. della preghiera l’azione della forza tra Pineale, Pituitaria e Terzo Occhio costituisce l’azione di Michael in noi; i successivi esercizi di Azione pura, Equanimità, Positività e Spregiudicatezza consentiranno il rafforzamento della Fase 3. e la possibilità immanente di compiere azioni degne di Michael e quindi far perdurare la sua azione oltre i limiti meditativi (Operatio Solis).
Kether