Venere e Luna se ne vanno insieme
per l’ampio cielo;
gli alberi grondano argento sulla terra.
Il fuoco del nuraghe è spento.
Cerchiamo nel buio le costellazioni,
additando smarriti ogni stella,
memori del tempo quando sapevamo
segreti di favole arcane,
i misteri dei sogni.
Ora la Luna va, e Venere la segue:
nella giara assopita dormono i cavalli.
Hanno vissuto un giorno pieno
nel sole, mangiato l’erba acre,
bevuto l’esile acqua di fonte;
hanno riempito i grandi, vacui occhi
di cielo, e le narici assaporato
il sale portato nel vento dal mare.
Ora la Terra è desta e la Luna scompare.
Venere indugia ad aspettare il Sole
nel cielo di pervinca.
Un altro giorno è nato,
fatto di scalpitii nella valle pietrosa,
tra i lentischi, i rovi, i sughereti,
di nitriti sonori
nell’aria colma di luce.
Fulvio Di Lieto