Cosí scriveva Rudolf Steiner, nel gennaio 1918 in occasione della Prima Guerra Mondiale:
Cerchiamo oggi di dirigere in forma individuale i nostri sentimenti verso coloro che si trovano nelle trincee:
Voi che vegliate sulle anime terrene
Voi che tessete intorno alle anime terrene,
spiriti tutelari che per la saggezza cosmica
operate con amore sulle anime umane,
ascoltate la nostra preghiera,
guardate il nostro amore;
devoti allo spirito e dando amore
vogliono unirsi
con le vostre irradianti forze di aiuto.
E per quelli che già ora sono passati per la porta della morte:
Voi che vegliate sulle anime delle sfere,
voi che tessete intorno alle anime delle sfere,
spiriti tutelari che per la saggezza cosmica
operate con amore sulle anime disincarnate,
ascoltate la nostra preghiera,
guardate il nostro amore;
presaghi dello spirito e irraggiando amore
vogliono unirsi
con le vostre fluenti forze di aiuto.
In tutti i precedenti scritti dei 13 mesi passati, si cercava pur faticosamente di partorire un concetto. Quale era tale concetto? Esso pareva dirci che la penetrazione tecnologica non aveva affatto cancellato la Missione degli Spiriti di popolo e nazione. Era bene saperlo piuttosto che ignorarlo, come si continua invece a fare. I fatti storici, dall’agosto 2021,parevano confermare ciò che si rappresentava come una sostanziale continuazione della guerra civile globale del ’900, che era stata, secondo la Scienza dello Spirito, quella tra Oriente e Occidente.
Si cercava, inoltre, di far notare che lo spirito nazionale italiano ed iraniano avevano finito – nei recenti decenni – per storicizzare un’autentica globalizzazione ed una equilibrata modernizzazione di princípi etici e ideocratici, fondamentali per non spezzare totalmente quel debolissimo legame tra uomo e Gerarchie Spirituali che ancora ci permette di sopravvivere
(www.larchetipo.com/2022/04/sociologia/la-nazione-italiana-nella-guerra-tra-oriente-e-occidente/).
La concentrazione e la dedizione dovrebbero in tal senso essere dirette, con moto di autocosciente apertura, verso la necessaria realtà sociale di una nuova ideocrazia basata sui valori dell’Umanesimo del lavoro ai quali un filosofo italiano, Gentile, dedicò un fondamentale saggio come Genesi e Struttura della Società. Il lavoro, manuale o intellettuale o soprattutto digitale, dovrebbe socialmente essere ravvisato quale azione spirituale, immateriale, che esige perciò una netta distinzione dal suo prodotto, come sperimentò fattivamente un italiano del Novecento, Adriano Olivetti, noto cultore della Tripartizione sociale steineriana (Cfr. P. Bricca, Adriano Olivetti un italiano del Novecento, Milano 2022).
L’errore strutturale e di fondamento dei vari sistemi politici ed economici è quello di ridurre le tre centrali componenti dell’Organismo Sociale: spirituale, politico, economico a meri strumenti di un immane e globale ingranaggio meccanicistico e materialistico.
L’arte del sociologo dovrebbe essere quella, a tal punto, di tentare di comprendere, nel divenire dell’Organismo Sociale, l’errore dell’intervento di tale ingranaggio globale tecnocratico, il quale paralizza l’originaria autonomia spirituale dei Tre articolati organismi dell’evoluzione sociale. Se si rileva che ciascun organismo necessita dell’attività continua ed armonica degli altri due organismi e che, d’altra parte, il futuro spirituale dell’uomo dell’epoca dell’Anima Cosciente si concretizza karmicamente proprio grazie alla odierna dimensione comunitaria e impersonale della divisione del lavoro e delle funzioni sociali, si può tranquillamente affermare che lo “Stato del lavoro” dovrebbe costituire il principale punto di arrivo di una socialità moderna che espunga, dal pur specialistico materialismo tecnocratico e dal pur necessario sviluppo tecnologico richiesto dall’anima cosciente, il suo sovvertitore virus alienante: abbiamo in tal senso Popoli – quali quello nipponico e tedesco – molto avanzati in questa decisiva Direzione della moderna socialità, l’Italia viceversa sta pagando ancora oggi il prezzo di una malavita capillarmente diffusa proprio sul piano delle oligarchie “democratiche” e “filantropiche”.
La massima produzione sociale del vivo lavoro, ossia la trasformazione magica dell’idea spirituale in bene economico prodotto fraternamente per il legittimo godimento comunitario o per la totale fruibilità dei piú disagiati, può ben essere concepita come un’audace conquista sociale.
Massimo Scaligero ebbe a scrivere al riguardo: «Altra è la ricchezza che diviene mezzo per la elevazione della vita, grazie all’uso fraterno e logico del capitale, altro è …il capitalismo astratto, paralizzatore dell’economia. Con ciò non ci riferiamo a soluzioni utopiche o impossibili, come esaltazioni di diritti individuali, o parificazioni assurde: al contrario, la soluzione a cui alludiamo è realistica ed è, nell’ambito del rispetto delle leggi, per la libera espressione dell’individuo, persino dell’individuo che a un determinato momento non voglia fare niente e se ne voglia stare sdraiato sotto un albero a contemplare la vita delle formiche: economicamente sarebbe provveduto anche per lui, sia pure minimamente, perché faccia ciò che vuole e ne possa liberamente trarre le conseguenze».
L’integrazione etica e morale degli egoismi umani e tecnologici nella legittima missione della Comunità nazionale dovrebbe quindi essere la piú ardita finalità sociale di questa epoca. L’esubero di egoismo antisociale non risolto o non integrato non potrà che trasformarsi in sacrificio da parte di individui piú coraggiosi o a ciò karmicamente predisposti. Sul piano della realtà storica questo si traduce in sacrificio di sangue da parte di Nazioni o Comunità; le guerre della presente epoca sono il chiaro segno dell’errore della cultura del tempo ben piú che dell’errore dei vari contendenti, sui quali viceversa amano astrattamente fare luce agenzie di informazione la cui principale finalità è confondere e creare il Caòs anticomunitario per meglio conservare l’egemonia antisociale di quei pochi che Scaligero definiva i “meccanicizzatori meccanicizzati”. La Scienza dello Spirito rappresenta il sangue come la esteriore manifestazione dell’Io umano (Cfr. R. Steiner, Il sangue è un succo molto peculiare). Il non legittimo esubero di egoità antisociale – dunque di sangue egoizzato – in taluni decisivi momenti è azzerato dal sacrificale, comunitario versamento di sangue per la Patria. L’economia spirituale di determinate nazioni e popoli, ben al di là della parvenza del conflitto esteriore fratricida, si farà, mediante la tragedia che getta le sue sementi, carne luminosa di Educazione sociale, perciò strumento di Evoluzione dell’umano comunitario verso il Logos.
Silvano Aspromonte