Sopprimiamo il senso socio-pedagogico del Karma

Inviato speciale

 

GWB@dailyhorrorchronicle.inf

Dabliu

 

Proseguo nel mettere a disposizione dei lettori la corrispondenza via e-mail, procurata illegalmente, che il giovane diavolo Giunior W. Berlicche, inviato speciale per il «Daily Horror Chronicle» nel paludoso fronte terrestre, ha confidenzialmente indirizzato alla sua demoniaca collega Vermilingua, attualmente segretaria di redazione del prestigioso media deviato, all’indirizzo elettronico

 

Vermilingua@dailyhorrorchronicle.inf.

 

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Andrea di Furia

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Vedi “Premessa” 

 

www.larchetipo.com/2007/set07/premessa.pdf

 




 

Sopprimiamo il senso socio-pedagogico del Karma

 

 

Carissima Vermilingua,

 

come tu hai affermato in redazione al Daily Horror, sembra ormai vicina la sconfitta per demeriti propri (piú che la conquista) delle nostre caramellate caviucce da parte delle Élite registrate sul libro paga animico della Furbonia University.

 

KARMA

 

Mi chiedi come questo sia avvenuto, e la risposta non è semplice, perché tanti sono i piani coinvolti. Se dovessi sintetizzarli in uno, direi che è mancata nella loro dimensione culturale la diffusione pedagogica della legge del Karma… grazie all’azione tignosa di noi Bramosi pastori. Tiè!

 

Senza questa consapevolezza suscitata nella Scuola e “sentita” da ogni singola Persona, la Comunità statale nella dimensione politica e il Territorio-ambiente nella dimensione economica restano allo sbando: poiché non si può cogliere “il senso delle difficoltà esteriori” nel rapporto Uomo-Società.

 

Con ciò le problematiche sociali permangono insolubili. Poiché prive del retroscena interiore, restano ancorate alla loro “necessità” scaturente dal passato e impediscono alle attuali forze volitive della “libertà” di armonizzarsi a loro e, con ciò, di risolverle.

 

Nel rapporto Uomo-Società quanto appare problematico e irrisolto nell’uno si manifesta nel­l’altra come eventi sociali da risolvere; e quanto appare problematico e irrisolto nella Società (nel sistema sociale) chiede di essere risolto interiormente nell’Uomo.

 

 

Dato che non hai seguito le lezioni al master in damnatio administration per seguire i tuoi arítmici tour nelle Malebolge, con Ruttartiglio come primo tamburo, ti chiarisco con un esempio:

 

a) l’indebita invasione del volere istintivo nelle sedi del sentire e del pensare dell’Uomo si riflette proprio ora nel sistema sociale come struttura UNIdimensionale a predominio economico-finan­ziario-mercantile (Società umana gassosa parassitaria): evento problematico che si contribuisce a risolvere TRI-strutturando il sistema sociale (Società umana calorica sinergica) rendendo in tal modo armoniche e cooperative le tre dimensioni sociali;

 

b) c’è una guerra nella Società umana, non la si risolve con le marce per la pace o con una rivoluzione, ma auto-pacificandosi interiormente il pensare, il sentire e il volere sia di coloro che in essa sono coinvolti, sia di coloro che assistono a distanza: situazione resa certamente meno ostica se tutti fossero dotati della consapevolezza pedagogica degli effetti del Karma.

 

 

La fortuna di noi Bramosi pastori, e dei Malèfici custodi nostri alleati-avversari, è che il rapporto Uomo-Società si mantiene tuttora nelle forme di un passato millenario: in cui la coscienza delle nostre brioscine animiche era “gruppale” e non era ancora diventata individuale.

 

Coscienza collettiva umana da cui il singolo individuo si è andato emancipando contemporaneamente all’emanciparsi reciproco delle singole dimensioni sociali tra di loro, le quali – sostituendosi l’una all’altra quale dominatrice parassitaria delle altre due (storicamente come Società solida culturale, Società liquida politica, Società gassosa economica) – hanno fin qui contribuito in positivo al consolidarsi dell’attuale individualità autocosciente, ma da ora in poi operano negativamente alla sua distruzione moltiplicando gli eventi sociali incontrollabili, aggravati dall’igno­ranza del senso degli impulsi del Karma.

 

A questo proposito estraggo dalle scaglie ventrali il mio immancabile moleskine astrale, e ti copincollo questo inopportuno frammento chiarificatore:

 

Agente del nemico: «Gli impulsi che l’uomo riceve dal Karma, pur avendo carattere di estrarazionale necessità e assumendo forma di destino, nel loro nucleo ideale sono intuibili dal pensiero autonomo, onde è compito di una reale conoscenza penetrare la loro necessità: che è armonizzare con questa la libertà, o la volontà.

 

D’altro canto, soltanto dove giunge a vedere la parte di sé indipendente dal Karma, l’uomo può riconoscere la realtà di questo e operare come essere libero. Se muove dalla libertà dialettica, non avverte di muovere dagli stinti, ignorando la propria necessità, ossia ciò che il Karma con i suoi eventi chiede a lui: si contrappone a un’interna realtà di fatto, intralcia il decorso del Karma: che comunque dovrà manifestarsi, mutando forma ed esasperando il proprio contenuto».

 

Due vie

 

Fiamme dell’Inferno, Vermilingua! Ti sarà súbito chiaro che basta un nulla alle nostre merendine emotive per afferrare ciò che noi della Furbonia University ostaco­liamo con tutte le nostre maligne forze: che Karma e libertà vanno di pari passo (almeno fino all’esauri­mento del Karma) e che tale esaurimento è poi la condizione che consente al nostro futuro olocàusto l’atto assolutamente libero di assu­mere su di sé il Karma altrui.

 

Come ci diceva nonno Berlicche, durante la nostra ultima estate astra­le con i Devil Scout, il nostro demo­niaco compito ostacolatore avrà sem­pre un vantaggio antisportivo fino a quando il loro pensiero resterà ancorato alla loro cerebralità: finché sarà riflesso, astratto, dialettico, psichico ovvero vincolante l’anima alla corporeità.

 

Purtroppo, come puoi desumere da quest’altro inopportuno frammento, non se ne è accorto solo il Nonno:

 

Agente del nemico: «L’uomo è libero nel pensiero indipendente dalla psiche, perché mediante la psiche opera il Karma. Ma solo il pensiero che supera la riflessità, può essere indipendente dalla psiche. Il pensiero riflesso è bensí virtualmente libero ma, non avendo dinamica in sé, non può avere coscienza del suo essere libero se non congiungendosi con il proprio moto metadialettico: scindendosi da questo, senza avvertirlo e rinunciando a ricongiungervisi mediante l’atto libero, scambia per suo essere libero il suo aderire al sensibile e al corporeo, agli istinti. In tal modo opera contro il Karma che, fluendo dalla sfera inconscia del sentire e del volere, esige avere nel pensiero autonomo il proprio interprete, mentre ha nella sfera degli istinti la materia da elaborare e la sede in cui avrebbe il potere di elaborarla».

 

Vincitore tombola

 

Per cui, Vermilingua, se l’istinto diviene razionalità – e specialmente come sta accadendo ora in senso dogmatico, ideologico e opportunistico – se l’istinto diviene razionalità socioeconomica… abbiamo vinto la tombola astrale!

 

Perché le forze del Karma – lo sappiamo bene noi Bramosi pastori, che ne facciamo parte – vengono obbligate (slap, slap) ad un interno contrasto che nella realtà visibile si esprime come complicazione o aggravamento delle situazioni esistenti.

 

Cosa che posso decisamente testimoniare dai miei ultimi tour abusivi sul paludoso fronte terrestre, dove sempre piú il pensiero scientifico-sociale astratto delle nostre caviucce aulenti si mobilita determinando il Karma delle crescenti disuguaglianze tra le varie classi.

 

Eccoti un ultimo indigesto frammento:

 

Agente del nemico: «Il pensiero riflesso, mobiliato classisticamente, non può capire il senso delle difficoltà esteriori in quanto, cogliendole fattualmente, conosce di esse soltanto la fase finale del loro processo: le aggrava indirettamente nel suo costituzionale colludere con la sfera istintiva, le aggrava direttamente incontrando il loro apparire socioeconomico con provvedimenti che contraddicono la loro sostanziale realtà, ossia il Karma. Con ciò prepara forme piú gravi di Karma. Il problematicismo sociale viene portato a esasperazioni tenute ferreamente dalle forze dell’ideologia volte all’organizzazione della propria struttura, che pone come struttura sociale».

 

Struttura che ora vede le Élite economiche porsi in sostituzione della Provvidenza divina (slap, slap) a tutela della propria organizzazione. Con ciò trasformando lo Stato nel nemico numero 1 delle nostre ingenue albicocchine animiche, quale mero strumento della sopravvivenza delle Élite.

 

Stato che col suo “fuoco amico” di misure emergenziali (sanitarie, belliche, economiche) riduce sempre piú le possibilità di sopravvivenza del nostro dessert emotivo.

 

3. DabliuHai ragione, perciò, Vermilingua a parlare di “demeriti” del nostro ammazzacaffè emotivo, ma attenzione: questo non deve farci perdere di vista la possibilità di un loro deleterio risveglio cosciente in zona cesarini, e che rientri nella loro cultura l’odiatissima legge del Karma con contorno di ripetute vite terrene.

 

 

Il tuo attentissimo    Giunior Dabliu