Il male, concime del futuro

Esoterismo

 

Il male, concime del futuro

La prima pietra

 

«Se incontro un uomo e lo rimprovero per le sue debolezze, mi privo delle forze di conoscenza superiore: se cerco di approfondirmi, colmo di amore, nei suoi pregi, accolgo tale forza» Rudolf Steiner, da Iniziazione.

 

Questo serve a ricordarci delle parole del Cristo davanti alla donna presa in adulterio: «Chi tra voi è senza peccato scagli la prima pietra» (Giovanni 8,3).

 

Invece, quando guardiamo il male in faccia, perché siamo umani, e specie in questa epoca materialista, cerchiamo subito il malfattore umano, che poi incolpiamo.

 

Il concetto di punizione non è oggi contemplato, perché chi lo amministra è suscettibile di accusa di sadismo e chi lo riceve di masochismo: invece quello di compensazione per il male fatto è altro, e sarà brevemente esaminato piú oltre.

 

Eppure, l’esperienza dimostra che se ci mettiamo noi a giudicare gli altri, facendo i moralisti, non solo infrangiamo la loro assoluta libertà, ma li mettiamo contro di noi come avversari, il che rende qualsiasi ulteriore comunicazione difficilissima.

 

Questo comportamento è pericoloso perché contiene diversi elementi non conformi alla realtà:

 

  • Si dimentica che siamo tutti peccatori, e che ognuno di noi anche se non abbiamo fatto un certo peccato fisicamente, ci avremo sicuramente pensato almeno una volta.

 

  • Se la tentazione non è stata forte abbastanza per costringerci a peccare, che merito ne abbiamo noi?

 

  • Noi non siamo affatto in grado di considerarci migliori di chi ha peccato, anzi è una forma di ipocrisia superba ben pericolosa, perché si basa sulla disconoscenza della nostra reale natura di peccatori.

 

  • Non solo, ma se noi ci crediamo migliori di coloro che hanno ceduto, creiamo una distanza tra noi e quelli che sono in realtà i nostri consimili (in quanto peccatori).

 

  • Questa distanza falsa serve solo ad allontanarci da loro, e dunque a impedire od ostacolare un qualsiasi movimento di aiuto o di comprensione.

 

  • Facendo in tal modo abbandoniamo i peccatori alla loro sofferenza (si soffre per forza a sapersi imperfetti), abbandoniamo il nostro com­pito di portare luce, amore e speranza al prossimo.

 

 

Pagliuzza_Trave

 

Questo era riassunto dal Cristo nel Vangelo di Matteo 7:4-5 «O come potrai tu dire a tuo fratello: “Lascia che io ti tolga dall’occhio la pagliuzza”, mentre la trave è nell’occhio tuo? Ipocrita! Togli prima dal tuo occhio la trave, e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio di tuo fratello».

 

Si potrebbe continuare a lungo, ma è inutile ribadire il concetto di base: ovvero che, peccando, siamo tutti fratelli.

 

Questo si illustra in pratica nel modo seguente:

 

  • Si può osservare che un legame reale esiste tra chi condivide le stesse debolezze: per esempio, gli alcolizzati si capiscono, i drogati idem, chi non resiste alle tentazioni del sesso, e cosí via. Queste costituiscono le fratellanze del peccato: che per ora non sono coscienti, ma che sono utili per dare una mano ai nostri fratelli. Tale possibilità giace nella penetrazione del male come fatto umano animico che ci tenta, e nel condividere i nostri peccati tra noi in confidenza, per poter darci una mano reciprocamente a superarli. Questa sarebbe anche una forma di confessione cristiana, quando fatta tra chi lavora per il Logos eterico.

 

  • Per esempio, se io soffro di tremendi attacchi di ira e uso violenza in famiglia, se vedo un altro fare lo stesso (o se so che un altro lo fa) possiamo scambiare le prese di coscienza necessarie per ritrovare la calma: ad esempio uscendo rapidamente di casa per calmarci e non tornare finché brucia l’ira nell’anima.

 

  • Si dimentica inoltre che il ruolo cosmico dei nemici dell’umanità è di tentarci nelle nostre debolezze: e lo fanno con una precisione assoluta, valendosi della minima breccia, della minima mancanza, per vincere sui moralmente deboli.

 

  • Un altro esempio potrebbe essere quando si è presi dalla brama sessuale: ovvero fare il gesto interiore di offrirla al Logos in noi, secondo la formula di Rudolf Steiner nella sua versione del Padre Nostro «…Perché in Te nessuna tentazione può sussistere».

 

  • E qui abbiamo pure un grande aiuto dalla libertà regalataci dal tempo: mentre i demoni credono di averci vinti per sempre, perché conoscono solo la dimensione eterna, noi sappiamo, ogni volta che cadiamo nel male, che possiamo riprendere tutto da capo, e ricominciare, con loro enorme sorpresa.

 

  • L’unico momento nel quale non potremo piú ricominciare è quando siamo presso la morte. Il doppio arimanico che ci tenta in permanenza durante tutta la vita, è costretto ad abbandonarci circa tre giorni prima della morte. Se siamo capaci di percepire questo evento quando si produce, possiamo prepararci all’incontro con il Cristo eterico e morire in Lui (come il detto rosicruciano “In Cristo morimur”).

 

Tegola in testa

 

  • Ma anche se non siamo vicini alla morte, possiamo vivere ogni giorno come se dovesse essere l’ultimo (che in ogni modo è sempre un atteggiamento molto sano), e tenerci sempre pronti ad andare, perché tutto può accadere, potrebbe sempre cadere una tegola da un tetto per portarci via…

 

 

In sintesi dunque, la coscienza del peccato è al contempo la coscienza della fratellanza tra noi esseri umani. Questo ci da dunque l’impeto per scoprire il fenomeno ulteriore nel male: ovvero che il male è quello che ci sprona al miglioramento. Non dobbiamo tollerare le nostre imperfezioni a lungo: la nostra natura stessa ci sprona a fare qualcosa per migliorare, perché ci sappiamo perfettibili!

 

Eppure ci sono difetti che si risolvono subito ed altri che necessitano anni per un cambiamento radicale. Ma non ci si deve arrendere!

 

Michele scaccia i demoni

 

Ed è anche importante sottolineare che abbiamo dei potenti aiuti per raggiungere la meta. Il primo è Michael. Egli incalza i demoni per conto nostro, dimostrandoci come apprezzare i pregi di una disciplina ferrea. Ma non solo, ci dà pure un discernimento altrettanto ferreo, se noi applichiamo l’esercizio della concentrazione alla nostra liberazione interiore da tutta la serie di disguidi e tentazioni interiori.

 

A questo aggiungiamo il Logos, che ci dona la luce della vita, che ci permette di vivere, e che è il nostro destino. Egli ci trasforma e modula in conformità con quello che realmente noi stessi siamo e vogliamo essere, e a seconda di quello che noi compiamo con volontà e dedizione.

 

Uno degli scopi della presente incarnazione è sviluppare un rapporto cosciente con il Logos che vive nell’eterico, svolgendo questo lavoro di trasformazione e crescita in maniera unica e personale, continuando la trasformazione etica liberamente. In tal senso realizziamo il vero significato dell’af­fermazione di San Paolo: «Non io, ma il Cristo in me» ed è cosí che deve essere perché ci stiamo elevando dal marciume del fango interiore per poi fiorire interiormente.

 

Quella fioritura interiore rappresenta per ogni individuo il rapporto con l’Iside Sofia: colei che ci porta al Graal, dandoci il senso della vita trasformatrice del destino che ci attende come futuro, nonostante i momenti cupi che arrivano al tempo presente come prova per raggiungere una migliore epoca futura.

 

Eppure, per la venuta nella vita della luce interiore, avviene anche un processo che è ormai discernibile ovunque: che la divisione dei sessi sta diventando meno nitida, e che si va verso una forma di castità per la quale avere un corpo fisico di un tipo o dell’altro non conterà tanto quanto il rapporto interiore con il Logos nell’Io. A quel punto il Logos cesserà per noi di avere una rappresentazione maschile, ma riprenderà la forma del Creatore che ebbe in origine. A quel punto noi avremo anche sviluppato, per ascesi, uno stato dove non ci riprodurremo piú sessualmente, ma per la pronuncia della vita attivata del Logos… almeno inizialmente in coppia, una coppia graalica.

 

Comunque per arrivare alla castità nella riproduzione per mezzo del Verbo attivo, la società potrà attraversare tutte le perversioni descritte nell’Apocalisse riguardanti la Grande Meretrice, e saremo usciti dal lato opposto: ovvero dall’altro lato dell’Armageddon.

 

Questo è il compito affrontato da Gawain nella Saga medioevale del Graal: quello del Letto Periglioso… dobbiamo prepararci ad affrontare questo in noi stessi, qui e ora, mentre lo possiamo: non c’è tempo da perdere.

 

Come fare? In sintesi, la tecnica richiede una trasformazione di tipo manicheo.

 

Forse la lezione piú importante degli ultimi quarant’anni di lavoro interiore l’ho trovata nella versione del Pater Noster di Rudolf Steiner, dove afferma:

 

il-padre-nostro

 

«Non lasciare che il Tentatore

agisca su di noi

oltre la misura

delle nostre forze.

Poiché in Te,

o Padre santo,

non esiste tentazione alcuna,

essendo il Tentatore

solo Illusione e inganno

dal quale Tu ci liberi,

grazie alla luce

della conoscenza di Te,

nel cuore».

 

Ovvero, la possibilità esiste per noi di dedicare ogni tentazione a Dio (per mezzo del Logos in noi), il che funzionalmente le fa sparire, come per magia! Questo è importantissimo, e lo si può anche ritualizzare con un movimento di Euritmia curativa di AH Devozione, in cui ci si dedica alla tentazione dandola al Logos nella prima parte, e si riceve una specie di risposta quando si esegue la parte di devozione.

 

Per chi voglia eseguire i movimenti euritmici, sono visibili su YouTube con sottotitoli in inglese: https://youtu.be/UaXTYDUo6KY

 

Funziona meglio di qualsiasi altra tecnica che ho conosciuto in quasi cinquant’anni di sperimentazione nel campo. Si consigliano sette ripetizioni, che prenderanno circa un minuto in totale.

 

Se il cammino verso la redenzione è di trasformazione attiva, effettuata dal Logos nell’Io individuale, allora vale l’antico consiglio Latino: festina lenteovvero affrettarsi lentamente. Ma non smettere mai! Il perché è semplice. dobbiamo, per l’azione del Logos che tentiamo di incarnare, riuscire a compiere l’azione in modo impeccabile.

 

Qui naturalmente l’ausilio del secondo dei cinque esercizi di Steiner si rivela come archetipo di quella che dovrebbe essere un’azione disinteressata ma cosciente.

 

E non è tutto. Chi ha praticato l’euritmia capisce che ogni gesto può, e deve, essere pregno di significato cosciente, Infatti l’arte del movimento dovrebbe muovere il fisico insieme all’eterico per muovere pure l’astrale (refrattario, in quanto l’astrale inferiore è dimora della brama non ancora trasformata).

 

Questo si deve fare per conformarsi all’Io che il Logos ci ha donato, e che ora deve trasformare ogni corpo inferiore in Manas (astrale), Buddhi (eterico) e infine Atman (fisico).

 

È la via che ci attende lungo i secoli avvenire, che almeno un numero minimo di individui deve iniziare a seguire: è il Magnum Opus, quello della trasformazione attiva della nostra natura inferiore, e nientemeno dello scopo della nostra incarnazione presente: trovare il Logos eterico per iniziare il percorso cosciente.

 

Non bisogna mai cadere in automatismi di nessun genere, perché lí ci attendono Arimane e l’Anti­cristo per derubarci della nostra stessa essenza-Io, in particolare il secondo, che vuole distruggere tutto, soprattutto l’Io individuale. E oltre ai due precedenti, possiamo essere presi dai sogni illusori di Lucifero, che ci lusinga facendoci credere di essere migliori di quello che realmente siamo, perché vediamo gli errori altrui ma non i nostri, che potremmo invece risolvere!

 

Ricordiamo pure che nel nostro astrale irredento (ovvero non ancora perfezionato per mezzo del Logos nell’Io) non solo sono presenti le brame che si alleano agli impulsi di volontà (istinti principalmente) corrompendoli, ma coinvolgono anche la nostra vita sentimentale. Questa situazione rimane sino a quando non avremo, per mezzo del terzo esercizio di equanimità, dominato e trasformato i nostri sentimenti, per atarassia cristica, in vita pura (pax profunda). Finché non abbiamo compiuto questa trasformazione, siamo capaci di tutti i sentimenti “negativi”: dalla semplice offesa all’ira scatenata che vorrebbe uccidere, dalle gelosie agli odi o alle semplici antipatie. Sono tutti semi del­l’egoismo, segno tipico dell’entrata in azione degli Ostacolatori in noi.

 

Chi vuole iniziare il percorso da effettuare non deve mai perdere coraggio: un antico detto cinese dice che «anche il viaggio di mille miglia inizia con il primo passo».

 

La coscienza di essere stati delle entità spirituali in passato non ci deve indurre in errore: la tentazione consiste nel dirsi che dunque non si ha niente da fare, perché in essenza siamo ancora quell’essere spirituale. Ma un tale pensiero non è altro che una tentazione luciferica che evidenzia una mancata consapevolezza dei limiti interiori che abbiamo qui e ora.

 

All’altro estremo sta la fede che nella nostra èra tecnologica abbiamo scoperto tutto quello che ci serve, e che continueremo a progredire. Questa idea contiene la tentazione altrettanto terribile che proviene da Arimane: pensieri morti, astrazioni come il perseguimento del benessere economico a tutti i costi, anche a scapito della distruzione delle risorse naturali.

 

Conosci-te-stesso

 

Tali pensieri sono i veri nemici dell’umanità, quanto e piú di coloro che, vittime delle ossessioni dei “leader” si trovano arruolati in armate ed obbligati a combattere contro altri popoli, e persino di morire per motivi che per loro sono totalmente irreali.

 

In sintesi, noi commettiamo il male per incoscienza, e ben raramente per volontà cosciente: siamo ingannati da Lucifero, Arimane e dall’Anticristo, con nostro grande danno.

 

Osserviamo infatti a che punto l’umanità si disconosce, malgrado l’antichissima esortazione: «Oh uomo, conosci te stesso!», γνῶθι σεαυτόν Gnōthi seautón, scritta che campeggiava a caratteri cubitali sul frontone del tempio del dio Apollo a Delfi.

 

Gli esempi abbondano ovunque e da sempre: i grandi santi, come San Paolo o San Francesco, si dichiararono grandi peccatori, e questo è comprensibile, per la conoscenza della Luce del Cristo che al confronto mette in rilievo i difetti di ognuno.

 

Un fenomeno analogo, anche se a ben diverso livello, si riscontra nella gioventú di oggi, dove femmine giovani davvero brave e innocenti definiscono se stesse con epiteti degradanti, per mancanza di conoscenza di cosa si tratti veramente.

 

Esiste anche l’esatto opposto riguardo all’ignoranza della propria natura: carnefici nel corso dei secoli che si sono definiti innocenti, o addirittura benefattori dell’umanità, pur compiendo stragi o guerre sanguinose. Persone che si definiscono “obbligate” ad agire in modo distruttive a causa del “casus belli” e non per loro colpa o diretto coinvolgimento.

 

Per grazia del Logos, abbiamo tutta una serie di strumenti utilizzabili per fare cadere le scaglie dagli occhi – tra cui l’importante esercizio di rivista serale di memoria degli atti della nostra giornata – e scoprire la natura di noi stessi.

 

Quando poi scopriamo chi siamo veramente, con tutti i nostri difetti, e ci rendiamo conto del fatto che per sollevarci dobbiamo avere l’aiuto del Mondo spirituale, solo allora può intervenire il Logos… e ogni volta lo fa in modo potente, inatteso e imprevedibile.

 

Un altro aspetto che colpisce, una volta che si inizia a intendere lo sviluppo interiore per mezzo della Scienza dello Spirito come una vera ascesi della morale, effettuata da ognuno individualmente e liberamente, è che chi si ritiene tanto intelligente da credere nel mito del mondo materialista, si illude proprio, e spessissimo è solo un manovrato, ignaro e fiero di esserlo!

 

Servire Mammona

 

La situazione peggiora in molti casi, perché ormai la realtà è che non viviamo piú in un mondo semplicemente materialistico, ma è diventato il mondo di adoratori di Mammona, il dio danaro, che concede piaceri a chi soldi ne ha, e punisce in mille modi chi non ne ha.

 

Questo si vede ormai dal potere incontestato degli oligarchi distribuiti nelle nazioni dominanti, e delle loro schiere di fedeli domiciliati in paradisi fiscali, dietro società schermo, serviti da banche in modo anonimo, malgrado l’ipocrisia dello sbiancamento del danaro.

 

In tale concezione, il paradiso consiste nel soddisfare ogni istinto, mangiare bene, viaggiare nel massimo conforto e ammassare altri soldi a spese degli schiavi della finanza moderna.

 

I devoti di questa setta non dichiarata sono contenti o scontenti (perché vogliono possedere ancora di piú), e vogliono vivere senza alcun freno pure con i piaceri delle droghe.

 

Loro servi sono le armate segrete del crimine organizzato, ormai al potere piú o meno ovunque. Le mafie hanno capito benissimo la lezione della Proibizione in America degli anni ’30, che questo permette loro una piena espansione, quella della droga piú che mai, perché recluta armate di soldati pronti a morire o a prostituirsi per il loro piú gran piacere e guadagno.

 

Occorrerebbe davvero essere ciechi del tutto per non ravvisare in tutti questi mali lo zampino di entità avverse all’umanità, ma finché gli “intelligenti” non hanno una dimostrazione pratica dello Spirito, rimarranno a torcersi le mani dicendo che questi problemi morali non li toccano.

 

Da qui si comprende che non si potrebbe imporre un’ascesi come la Scienza dello Spirito a chiunque, perché rischierebbe di trasformarsi in una forma di dogmatismo non solo anti-etico, ma anti-umano: ovvero nel suo opposto!

 

Se si facesse una dimostrazione con un materialista che fosse d’accordo nel farla, potremmo proporgli di concentrarsi su un manufatto umano, come uno spillo, per alcuni minuti, e al termine potremmo fargli queste domande:

 

  • Dov’era la tua coscienza quando hai immaginato lo spillo?

 

  • Dunque hai la capacità di muovere la coscienza?

 

  • L’oggetto immaginato era fisicamente reale o a che livello stava?

 

  • Hai dimostrato la capacità di manovrare i tuoi pensieri: perché non indagare lo stesso pensiero con il quale pensavi?

 

  • Puoi immaginare cosa potresti ricavare da una tale coscienza, e di quanto aumenterebbero o diminuirebbero le tue possibilità di azione? E queste possibilità, ti liberano o ti sottomettono?

 

 

Si potrebbe continuare a formulare domande, e sarebbe interessante annotare le risposte, vedendo anche se l’esperimento sia servito a fargli assaggiare la libertà, o a fargliela rifiutare.

 

Dove stiamo andando, come genere umano? La domanda è legittima, specie se siamo adulti liberi di agire e di conquistare in noi le forze dell’Io che sono state sottomesse per secoli dagli impulsi istintivi e passionali dell’astrale inferiore.

 

Poiché riconosciamo come per mezzo dell’egoismo nostro e della debolezza interiore sorga il male in noi, possiamo realmente diventare capaci di porgere l’altra guancia al prossimo che ci fa del male: se vediamo gli stessi processi in noi, non possiamo piú incolparlo ipocritamente, ma invece dargli questo messaggio: «Anche se ho ricevuto uno schiaffo da te, ti considero ugualmente mio fratello. Il porgere l’altra guancia lo faccio per permettermi di andare oltre, e di questo esempio potrai servirti anche tu». È molto importante che questo sia detto senza alcun senso di orgoglio o di superiorità (che vengono da Lucifero), ma con un senso di vera fratellanza tra due Io individuali (che viene dal Logos).

 

Molti osservatori cristiani – e non solo loro, poiché praticamente tutte le tradizioni prevedono una fine molto simile – credono che stiamo andando verso la fine dei tempi predetta dall’Apocalisse. Lo affermano alcuni segni nel cielo, sia nell’astrologia cinese sia in quella occidentale, e anche sapendo che gli spiriti delle tenebre sono stati precipitati sulla Terra da Michael. Basti osservare l’aumentare della malvagità dal 1879 in poi. Ma questo ci dà anche una scala sulla quale possiamo calibrare il tempo che ci separa dall’Armageddon. Ci è stato però rivelato dal Cristo che i tempi non saranno i nostri ma quelli di Dio; per cui si può pensare che abbiamo ancora diversi secoli davanti a noi, periodo nel quale l’Anticristo cercherà di travolgere i piú e di prendere il controllo di molte organizzazioni religiose.

 

La guerra di tutti contro tutti già sparge i suoi semi di odio: lavoriamo ora per non esserne travolti, ma cerchiamo invece di portare guarigione, calma e speranza al nostro prossimo.

 

La politica non è piú la scelta del bene per il popolo, ma è decaduta nella corruzione: quello che non si vede da tempo è una vera penetrazione dei problemi con il pensiero. Nessuno si avvede di essere corresponsabile dei problemi altrui. Non si vuole sacrificare il proprio benessere per aiutare gli altri. Eppure, per fare un esempio, sino agli inizi degli anni ’60 ai parlamentari del Regno Unito era proibito percepire qualsiasi retribuzione per la loro attività politica, e dovevano essere patrocinati per le loro spese da gruppi dichiarati pubblicamente in favore della loro attività. E questo era il modello su una gran parte della superficie terrestre. Oggi invece le classi politiche pensano alla propria carriera, la democrazia è un nome vuoto di realtà ed è sottomessa alle multinazionali che rendono l’indi­viduo o schiavo e povero, o ricco e compromesso.

 

Carità

 

Dovremmo lavorare al nostro karma, ad esempio regalando il surplus di guadagno a chi ha meno di noi, sostenendolo, oppure, quando scegliamo una banca, dovremmo preferire una banca etica invece di quella che ci offre le migliori agevolazioni. Oppure, quando riceviamo delle entrate, potremmo metterne da parte una decima da destinare a persone che ne hanno realmente bisogno. Sarà come un dono del Cristo per loro, fatto con il cuore.

 

Ci sono stati fulgidi esempi di personaggi dei quali sappiamo che si sono presi cura per anni di persone bisognose, nutrendo orfani, vestendoli e facendoli crescere in modo dignitoso come se fossero dei figli propri. Se impariamo a fare cosí anche noi, non illudiamoci di essere buoni: ci serve invece la coscienza dei nostri difetti che ci sprona al loro compenso prima di andare via, quando sarà troppo tardi.

 

Per quello che riguarda le minacce che possono esserci fatte, si può usare la tecnica cara a Massimo Scaligero del Judo interiore: ovvero di lasciare il malessere qual è, facendo in modo che il Logos stesso ci guarisca, porgendo noi, anche in quel caso, con coraggio l’altra guancia. Se diamo dolcezza e amore intorno a noi, come un balsamo guaritore, incarneremo un nuovo karma: quello del Logos in noi, creatore di veri miracoli.

 

 

Mark Willan