Non c’è da accusare nessuno

Inviato speciale

GWB@dailyhorrorchronicle.inf

Dabliu

 

Proseguo nel mettere a disposizione dei lettori la corrispondenza via e-mail, procurata illegalmente, che il giovane diavolo Giunior W. Berlicche, inviato speciale per il «Daily Horror Chronicle» nel paludoso fronte terrestre, ha confidenzialmente indirizzato alla sua demoniaca collega Vermilingua, attualmente segretaria di redazione del prestigioso media deviato, all’indirizzo elettronico

 

Vermilingua@dailyhorrorchronicle.inf.

 

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Andrea di Furia

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Vedi “Premessa” 

 

www.larchetipo.com/2007/set07/premessa.pdf

 




 

Non c'è da accusare nessuno

 

 

Carissima Vermilingua,

non sai cosa ti perdi, per la carriera al Daily Horror, a non frequentare il bar di Ringhiotenebroso. Qui puoi incontrare il nostro tutor di macello-marketing al master in damnatio administration, Frantumasquame, e farti spiegare come mai la Norvegia stia guadagnando dal gas cifre folli al mese mentre tutta l’Europa le perde. Oppure anche Draghignazzo, il nostro tutor di leccorníe geopolitiche, per farti spiegare come è riuscito ad addossare alla Russia il masochistico attentato in acque territoriali danesi al gasdotto (russo-tedesco) Nord Stream, facendo dimenticare l’antipatia americana a ostacoli, prima e le esplicite minacce [Sabotaggio Nord Stream] dopo la sua inaugurazione. Per non parlare degli apertivi del nostro palestratissimo Ringhio, che ormai ha raggiunto anche in questo campo la maestria. Come mi vede, ha súbito pronto il mio deathquiri, agitato non mescolato, con cinque gocce di impostura.

 

Deathquiri

 

È un entusiasta creativo… salvo andare in depressione quando Farfarello gli ordina uno dei suoi bibitoni analcolici disintossicanti con julienne di erbe palustri e funghi tossici, che tira fuori ogni volta dalle sue inesauribili scaglie ventrali.

 

Non hai idea, Vermilingua, di tutte le meravigliose porcherie sociali che stiamo tignosamente moltiplicando su quel bruscolino orbitante del quale vogliamo impadronirci, e delle quali solo una minima parte diviene notizia diffusa dalla tua tribú infernale del malaffare mediatico propagandistico H24.

 

Per le nostre caramellate caviucce sono tutte succose occasioni da non perdere per dare la colpa di ciò che accade tragicamente ovunque… a chiunque, tranne che a se stessi e alla struttura preistorico-vintage del proprio sistema sociale.

 

Ti copincollo dal mio immancabile moleskine astrale come ne discutevamo, spaparanzati al bar, tra noi ex-colleghi del Black Team al master in damnatio administration.

 

Ruttartiglio: «Quando leggo il Daily Horror, la cosa che piú mi intriga è vedere l’entusiasmo con cui il nostro futuro olocàusto planetario è capace di attribuire con precisione la colpa di ciò che accade al “nemico” di turno, senza avvedersi del vero Nemico… nel suo ruolo di nuovo Signore del Karma».

 

Giunior Dabliu: «Nonno Berlicche, già prima dell’affaire Malacoda, raccomandava di cancellare dalla dimensione culturale delle nostre colazioncine animiche i concetti di Karma e ripetute vite terrene. Specialmente in vista del loro aumento di coscienza individuale dall’età, tempo terrestre, dei Comuni in poi».

 

Ringhiotenebroso: «Anche il mio mito al master, il colossale Frantumasquame, ha inciso a suon di nerbate sul mio groppone un efficace post-it su questo subdolo compito: cosí dannoso e paralizzante per qualsiasi soluzione positiva delle loro problematiche sociali. Proprio nell’epoca in cui la conoscenza delle leggi del Karma dovrebbe essere la chiave concreta della soluzione di tali problematiche, affermava che nel sociale noi: «Dovevamo promuovere qualsiasi dottrina umana (personale, comunitaria, ambientale) però mai facendo appello all’idea del Karma, e che fosse perciò assolutamente inutile ad aiutarli».

 

Giunior Dabliu: «L’ho evidenziato in Fr-égali-tè, la mia tesi al master. È l’assenza di tale conoscenza che spiega le attuali difficoltà umane! La conoscenza delle leggi del Karma fluiva istintivamente nelle collettività umane passate, come retaggio di una direzione trascendente precedente alle attuali comunità dotate di autocoscienza individuale. Attenzione! Se stiamo attenti – se non ci distraiamo dal promuovere in­defessi il “materialismo meccanicistico” nella dimensione culturale, e in particolare nella Scienza – l’uomo finisce realmente per perdere le redini della propria evoluzione, della propria storia. Le due facce mistiche del “meccanicismo estremoccidentale” (quella intellettuale-tecnologica) ed estremorientale (quella istintivo-tradizionale) – sponsorizzate rispettivamente da noi Bramosi pastori della Furbonia University assieme ai Malèfici custodi della Fanatic University – da Washinton a Pechino e passando per Mosca hanno proprio il compito mirato di impedire il liberatorio avvento del reale Soggetto umano: dell’Io, che resta inchiodato sulla croce dell’Ego».

 

scoppio del gasdotto

 

Ruttartiglio: «Il risultato meraviglioso di tutto ciò è che si finisce per accusare indistinti gruppi elitari economici, politici e culturali registrati sul libro paga animico della Furbonia University in base al buon senso e alla logica del “cui prodest” (di chi se ne avvantaggia), prestando però il fianco all’accusa di complottismo. Come ci diceva Draghignazzo, la logica e il buon senso dicono che dietro l’attentato al gasdotto russo-tedesco c’è la Nato (con il massimo vantaggio geopolitico-economico per gli USA), ma senza poter provare questa logicità elementare si cade nel teorema del complottismo. Il che poi suscita proteste, rivolte e complementari repressioni, oggi magnificamente supportate da una bio-nano-geno-cyber-laser-andro-giga-meccatronico-tecnologia “altamente disumanizzante” che si è inventata diversi simpatici gadget: controllo biometrico, sperimentazioni vacciniche e green pass».

 

Giunior Dabliu: «E, perciò, è facilissimo ribaltare l’accusa di attentato al gasdotto proprio su chi ne rice­ve il massimo danno geopolitico ed economico: la Russia. Tiè! Se poi ci metti il coro univoco dei mezzi di comunicazione mainstream che lo affermano in vari modi hard e soft, il gioco del ribaltare la verità per trasformarla in utile menzogna è fatto. Tuttavia…».

 

Farfarello: «Tuttavia?».

 

Giunior Dabliu: «Se ci pensate, questo giochetto funziona solo se il meccanicismo materialista fa mancare alle nostre merendine emotive proprio il concetto di Karma: quello che il Nemico ha sintetizzato nella odiosissima frase: “Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te stesso” e che noi Bramosi pastori rovesciamo in “Fai agli altri quello che non vorresti fare a te stesso”. Doppio-tiè!».

 

Ringhiotenebroso: «Nella lotta per bloccare o promuovere l’evoluzione umana in atto tra le coorti demoniache della Furbonia e le coorti angeliche del Nemico… si può allora dire che il meccanicismo materialista, nel suo tendere a sostituirsi al Karma, impedisce che l’uomo sviluppi – rispetto al proprio individuale destino personale, comunitario e ambientale – le forze di autonomia necessarie a comprenderlo concretamente e a risolverlo realmente?».

 

Giunior Dabliu: «Sí. Sottolineavo, in Fr-égali-té, come il meccanicismo materialista si serva ugualmente delle “proteste”, delle “rivolte” e delle consequenziali “repressioni” per paralizzare, con il potere trascen­dente della sua forza di persuasione, il destino delle nostre fritturine animiche. Si presenta esso stesso come Karma dell’Umanità: escludente se stessa dalla comprensione della generale e individuale azione del Karma».

 

Ringhiotenebroso: «Ho memorizzato tra una nerbata sul groppone e l’altra, inginocchiato su di un tappeto di durissimi ceci astrali per una migliore risonanza psicosomatica, queste parole del mio mitico Tutor. Frantumasquame asseriva che: “L’uomo non può divenire il responsabile della propria vicenda, non può assumere il governo della propria storia, se si impastoia in sistemi che prevengono la sua capacità di azione libera rispetto al Karma. Questo in quanto lo spirito [qui, Vermilingua, per spirito s’intende l’apporto sulla loro interiorità da parte dei Malefici custodi della Fanatic University, nostri alleati-avversari, ma anche in congiunzione con il nostro esteriore apporto sulla tossicità della struttura UNIdimen­sionale parassitaria del loro sistema sociale] mediante cui questi agiscono risollecita in lui gli impulsi mistici attraverso cui un tempo agivano legittimamente le Tradizioni spirituali. Si tratta della mistica dei fatti, della fede nella materia, nell’economia, nella lotta di classe la cui forma logica dà [erroneamente] l’idea di una penetrazione consapevole dell’oggetto, mentre vi è soltanto svolgimento logico del tema, non la penetrazione del fatto: al posto di questa agisce l’impulso della fede, non la conoscenza”».

 

nodo di Gordio

 

Giunior Dabliu: «Esattamente. Ecco perché in Fr-égali-té osservavo come rivolta e protesta, e parimenti riforma e repressione siano il risultato di identici impulsi mistici verniciati di razionalità solo formalmente logica, aventi sotterraneamente inosservata l’identica radice istintivo-emotiva. Utilissimi, perciò, a rea­lizzare quel nodo gordiano karmico sociale tossico e indissolubile che noi copriamo nel cassonetto unico (o Stato, o Mercato, o Chiesa confessionale o Scuola laica che sia) con la raccolta indifferenziata dei rifiuti sociali economici, politici e culturali. Triplo-tiè!».

 

Farfarello: «Radice istintiva inosservata condivisa e archetipica, grazie alla quale uno stesso fatto personale, comunitario, ambientale può essere veduto da punti di vista diversi, assumere significati diversi, essere spiegato con precedenti presupposti diversi e giustificato da un diverso processo causale interno».

 

Ruttartiglio: «Quindi con la possibilità per qualsiasi fatto di venire strumentalizzato mediante una ricostruzione formale, logica, che non ha nulla a che vedere con esso bensí con una predeterminata e pregiudiziale – purché rigorosamente meccanicistica come la vogliamo noi, sia ben chiaro – visione economica, politica, culturale delle cose».

 

Giunior Dabliu: «In realtà, qui lo dico e qui lo nego, le nostre patatine emotive sono mature per comprendere che “il fatto”, ciò che accade, è un nulla, è un simbolo: esiste solo in quanto possa essere dissolto nel suo originario pensiero. Esiste in quanto esige rivelare il proprio contenuto causale: il riferimento karmico. Come tale, ci ammoniva nonno Berlicche in visita al master in damnatio administration, può essere scorto solo dall’uomo libero non ipnotizzato dall’immediato apparire, dall’uomo capace di afferrare la correlazione interiore, di là dall’interpretazione discorsiva preventiva: la correlazione interiore nel fatto, l’interna produzione causale, il processo anteriore, il nesso karmico».

 

Fiamme dell’Inferno, Vermilingua! Dico e nego quanto sopra riferito, in quanto circolano inopportune velenose considerazioni su come intendere il “nesso karmico”. Come quelle che ora ti copincollo dal mio inesauribile moleskine astrale, ma che non vorrei mai mi fossero sbadatamente attribuite.

 

Agente del Nemico: «Ciò per cui un fatto può essere effettivamente conosciuto, come momento di una verità piú vasta nel tempo, o come una lettera dell’alfabeto di un linguaggio di cui la storia umana si serve per la propria narrazione: narrazione che chiede di essere letta, non impedita dalla deificazione delle lettere dell’alfabeto. La conoscenza affranca l’uomo dall’oscurità della superstizione, ove si realizzi mediante la distinzione del conoscere dal conosciuto: il potere interiore del conoscere dal suo prodotto, che è l’alienazione, la dottrina preparata, la realtà già interpretata: esigente fede, non conoscenza. Si tratta di esser desti, acciocché la “conoscenza” non sia forma rinascente della superstizione».

 

Anubi controlla il Karma

Anubi controlla il Karma

 

Comprendi Vermilingua? Senza la conoscenza della legge del Karma applicata al sociale ogni accadimento è un antecedente improvviso e inspiegabile (viste le molteplici interpretazioni discorsivamente legittime) che paralizza. Possedendole conoscitivamente, ogni accadimento è il momento terminale di una serie di cause che non sono solo comunitarie di Popolo o ambientali umanitarie, ma soprattutto personali.

 

E se riguardano la persona, tutto ciò che accade a ciascuna delle nostre crème brulée animiche… accade per sua causa, l’ha preparata lei o lui in questa o nelle loro vite precedenti. Parliamoci chiaro, Vermilingua. Se li lasciassimo liberi di vivere nei loro panni e non in quelli preparati da noi, risulterebbe che… non c’è da accusare nessuno.

 

Sapendo che ognuno è responsabile del suo pensare, sentire, volere, già questo sarebbe un disastro per le nostre task force di Top manager della tentazione sul paludoso fronte terrestre. Per questo non solo dobbiamo far terra bruciata nella dimensione culturale circa la conoscenza della legge del Karma e delle ripetute vite terrene, ma dobbiamo diabolicamente perseverare ad occultare loro la conoscenza della “struttura TRIdimensionale sinergica” del sistema sociale. Quella che permette la raccolta differenziata dei rifiuti sociali economici, politici e culturali nei tre cassonetti separati dedicati: Mercato, Stato, Scuola (o Chiesa nei Paesi confessionali).

 

Nell’attuale struttura UNIdimensionale parassitaria, che fa la raccolta indifferenziata dei rifiuti sociali culturali (da millenni), politici (da secoli), ed economici (da decenni) in un unico cassonetto dedicato a contenerli tutti, non c’è posto per l’uomo libero che possa conoscere il proprio Karma.

 

Qui manca una Scuola libera da oppressivi tutoraggi ideologici statali o da interessati tutoraggi utilitaristici mercantili; qui manca una dimensione culturale autonoma e discrezionale in tutto ciò che è funzionalmente esclusivo e rivolto all’evoluzione autonoma della Persona: affinché riesca a separare il conoscere dal conosciuto, il nesso karmico dal fatto in cui direttamente come individuo, o indirettamente come parte di una collettività di Popolo o dell’Umanità intera, viene coinvolto.

 

Pensa, Vermilingua, se il nostro ammazzacaffè animico arrivasse a comprendere il nesso tra “Non c’è da accusare nessuno” e “Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te”. È come riuscire a pensare, scientificamente, che dal contatto elettrico tra i neuroni del cervello è impossibile, ad esempio, che nasca il “sapore”, ossia che la coscienza non è un impulso elettrico seriale ripetibile, ma qualcosa di ben diverso… unico e irripetibile.

 

dabliu

 

Una tragedia per il nostro mistico “meccanicismo materalistico”, una iattura sociale per noi insopportabile.

 

 

Il tuo superstiziosissimo       Giunior Dabliu