Un dovere etico
Uno degli straordinari insegnamenti dell’Antroposofia è quello di discostarci dalla narrazione comune espressa dalla stampa e dalla storiografia ufficiale. Dovremmo imparare a guardare la realtà senza avversione e reazioni di simpatia o antipatia. Il Dottore parla di una fable convenue che va osservata ed eventualmente corretta; non per opporre una critica faziosa a chi ci potrebbe stare antipatico, ma per caratterizzare al meglio i fatti di quello che sta accadendo. Puntiamo allora la lente, senza avversione, per comprendere quello che è accaduto sul piano geopolitico e culturale a livello planetario in questi ultimi anni. Cercare di comprendere il mondo che ci circonda è un dovere etico al quale non possiamo sottrarci, soprattutto perché un indagatore spirituale non può e non deve isolarsi in un bozzolo di ignavia e menefreghismo.
Nuovi scenari del mondo
Dopo le sanzioni, la Russia ha rifornito di energia India e Cina. Gli Stati Uniti hanno premuto allora per un aumento della produzione di petrolio, ma i Paesi arabi hanno risposto picche. L’Arabia Saudita ora sta abbandonando l’Occidente per assumere un ruolo di cooperazione con la Cina e la Russia. Ci troviamo cosí di fronte a una richiesta di adesione ai BRICS del principale alleato statunitense all’interno dei Paesi arabi. Argentina, Iran e Algeria hanno presentato anche loro, in precedenza, una domanda di adesione ai BRICS. Dopo le affermazioni delle sinistre latinoamericane in Bolivia, Ecuador, Cile e Colombia e il consolidamento del regime castrista a Cuba e di Maduro in Venezuela, il democratico Biden si vede costretto a dare il benvenuto a Lula il cui passato segnala una capacità di riforma economica e sociale non certo allineata con interessi tradizionali di marca statunitense. Tutto ciò delinea in modo chiaro un rafforzamento a livello planetario del fronte anti-Occidentale.
I tre Grandi Sconfitti della Seconda guerra mondiale
La cittadella arroccata dell’impero d’Occidente appare sempre piú isolata ed è per questo motivo che i tre Stati sconfitti nella Seconda guerra mondiale subiscono una pressione ed un controllo stringente da parte dei vincitori. I governi e gli apparati di informazione di Italia, Germania e Giappone sono sotto pressione massima, devono schierarsi in modo inequivocabile a favore delle politiche della Casa Bianca. L’attentato a Shinzō Abe è una conferma in tal senso… (https://www.larchetipo.com/2022/08/etica/la-fenice-dei-risvegliati/). I dati parlano chiaro: circa 50 mila militari americani si trovano su suolo nipponico, divisi in 89 basi. In Germania ci sono circa 70 basi statunitensi con 60 mila unità a stelle e strisce. Non parliamo poi dell’Italia dove permangono 12 mila soldati americani in 120 basi, molte delle quali segrete. La VI flotta americana presidia il Mediterraneo. La piú grande preoccupazione a Washington è che queste tre possibili potenze mondiali: Italia, Germania e Giappone, possano uscire dall’orbita anglofona per avvicinarsi al resto del mondo. Gli attuali governanti dei tre Grandi Sconfitti sono sotto strettissima osservazione e subiscono una pressione di ricatti violenti e inimmaginabili.
La fine dell’impero anglofono
Bene faremmo a ripassare l’avvicendarsi degli imperatori nella Storia Romana per comprendere che le due ricette di uscita da questo tunnel di declino anglofono, sono spesso opposte. Questa volontà di arroccamento e consolidamento occidentalista non è imputabile al solo partito Democratico degli Stati Uniti ma anche a quello Repubblicano. Sulla salvezza dell’Impero d’Occidente, le due fazioni concordano. Infatti, ad ambedue le cricche elettorali della Casa Bianca è chiaro che se i tre Grandi Sconfitti della Seconda guerra mondiale uscissero dall’orbita anglofona, (Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada, Australia e Nuova Zelanda) precipiterebbero nella miseria e nella marginalità. Sarebbe la fine di un impero e il crollo di una moneta di riferimento: il dollaro.
La ricetta Democratica
La fazione Democratica alleata ai giganti delle multinazionali ha tentato il tutto per tutto per affermare il globalismo. Utilizzando la psico-pandemia si è tentato di imporre regole poliziesche e informatiche. In Australia tali regole sono state stringenti. Si è giunti perfino alla chiusura dei conti correnti bancari dei canadesi non vaccinati. Le interferenze statali sulle scelte sanitarie individuali sono fortemente correlate alle politiche democratiche e progressiste. In Italia si è sperimentata una misura anticostituzionale come il Green Pass. In Germania ed Austria la resistenza di piazza è stata imponente, e i partiti della Destra dichiaratamente antivaccinista sono cresciuti. Quasi tutti i resistenti al siero hanno iniziato a schierarsi contro la NATO. La saldatura tra il mondo no-vax e quello ostile alle sanzioni contro la Russia è divenuta quasi totale. Per eterogenesi dei fini le politiche iper-globaliste si sono quindi rivelate fallimentari e hanno rappresentato un vero pericolo per gli Stati Uniti. La risposta anglofona è stata quella di sabotare il gasdotto del North Stream che alimentava la continuità dell’industria tedesca, come dice un antico adagio: ”Uomo avvisato, mezzo salvato”…
La ricetta Trumpiana
Ben piú accorti i Repubblicani di Trump, hanno preferito schierarsi in difesa delle libertà sanitaria e di un patriottismo interno alle province imperiali, un patriottismo, naturalmente, concesso a spizzichi e bocconi che nulla ha a che fare con l’indipendenza economica, politica e militare degli Stati sotto occupazione. Il realismo politico è prevalso nella fazione repubblicana, non tanto per rispetto dell’habeas corpus (Nel diritto anglosassone, il principio che tutela l’inviolabilità personale) quanto per rafforzare un’alleanza con i populismi ormai dilaganti in Europa. La maggioranza dei popoli si sta schierando contro le politiche coercitive in senso sanitario, contro le politiche favorevoli all’immigrazione e all’ideologia gender. Tutti cardini imposti dai Democratici e avversati dai Trumpiani che per questo motivo stanno attirando simpatie nel mondo.
Dissenso nella Cina popolare…
Anche in Cina la corrente nazionalista si sta confrontando con quella internazionalista poiché il dissenso perfino in Cina si è fatto sentire. La Cina da poche settimane sta abbandonando le politiche poliziesche di isolamento denominate Zero-Covid a favore di cure domestiche. Non è un caso che inizino a scarseggiare i farmaci per curare in casa miliardi di persone. Possiamo leggere questi fatti come una sconfitta politica della fazione globalista operante all’interno del Partito comunista cinese.
Cambiamenti di casacca negli organismi di ispirazione religiosa
Le chiese avventiste nei paesi anglofoni hanno rifiutato le posizioni vaccinali piú estreme. Le chiese cristiane ortodosse dell’Est Europa e gli Ebrei ultraortodossi non ne vogliono sapere degli obblighi sanitari. Lo schieramento delle organizzazioni religiose è un segnale importantissimo. Perfino nella Chiesa cattolica si è capito che il vento sta cambiando. Sempre piú sono gli alti prelati che operano dei distinguo rispetto alle ideologie progressiste, e neo-scientiste legate alle multinazionali del farmaco. La Chiesa di Pietro ha sempre saputo destreggiarsi abilmente allineandosi con i poteri dominanti e lo farà anche in futuro. C’è da scommettere che l’abilità gesuitica impedirà ad Oltretevere di ritrovarsi con il cerino in mano in difesa di un cosiddetto progressismo ormai minoritario.
Le dodici diverse prospettive del pensiero
Gli elementi esposti poco sopra hanno una loro indiscutibile oggettività realistica, ma un solo punto di vista, pur facendo chiarezza nella situazione geopolitica mondiale, non basta. Guai accontentarsi di una singola visione del mondo! Rudolf Steiner nelle conferenze denominate Pensiero Umano e Pensiero Cosmico (che qui alleghiamo in formato PDF, ma che consigliamo di studiare in formato cartaceo https://media.liberaconoscenza.net/ebook/rudolf-steiner-o.o.-151-pensiero-umano-pensiero-cosmico.pdf.) ci spiega in modo esauriente che la completezza del pensiero esige altri 11 punti di vista. Osservando il grafico possiamo dire che in questo articolo è stato scritto secondo Realismo con configurazione dell’anima che può esprimersi in un atteggiamento di Gnosi. Proviamo ora a spostare la nostra ottica in direzione dello Spiritualismo. Il primo passo successivo è il Dinamismo. Possiamo allora domandarci se il mondo che realisticamente abbiamo delineato dal punto di vista geopolitico non sia dominato da Forze Invisibili attive.
Realismo e Dinamismo delle forze
L’attitudine al Realismo ci dice che nella caduta della prima Repubblica italiana (1946-1984) hanno agito cause visibili come la corruzione dei partiti o l’omicidio Moro (in cui risulta ormai indiscutibilmente il coinvolgimento dei Servizi segreti americani). Vi sono anche cause invisibili: e qui entra in ballo il Dinamismo delle forze agenti sull’état d’esprit nazionale, cause legate al sentire degli italiani e perché no, anche al Karma dei vari Craxi, Forlani ecc.
Torniamo al presente: alcuni modelli di pensiero legati al globalismo, come le imposizioni vaccinali, l’immigrazione forzata o l’ideologia gender oggi, lo abbiamo dimostrato, si sono incrinati. È possibile ipotizzare la caduta di un ceto dirigente di cui questo globalismo era stato espresso? È possibile ipotizzare la caduta delle élite oggi come ieri è avvenuto per la Prima Repubblica? La risposta non ci è data, possiamo solo intuirla con il beneficio del dubbio. Ciò di cui siamo però certi è che per comprendere la realtà è bene accettare piú punti di osservazione.
Le Forze invisibili
In quasi ogni paragrafo che abbiamo esaminato si è focalizzata l’attenzione sulle le élite che guidano i popoli. C’è sempre un legame Dinamico tra élite e popolo. Non è spiritualmente plausibile pensare che chi detenga il potere statale e mediatico sia completamente estraneo a chi è sottoposto alle leggi. Questo legame non è sempre visibile, chi è dotato di veggenza spirituale lo può cogliere, diciamo che lo può tastare direttamente, noi però lo possiamo intuire e pensare. Ci sono obiettivamente delle forze occulte che spingono il mondo verso talune direzioni karmiche.
Le classi dirigenti, le élite, sono in qualche modo legate ai popoli al loro destino, alle loro aspirazioni, alle loro sofferenze. Alle volte il sacrificio del popolo favorisce la venuta di un Iniziato benefico al comando, altre volte gli errori collettivi favoriscono l’avvento di un tiranno. Altre volte ancora il sacrificio della vita di un capo e la sua condanna all’infamia o alla Damnatio memoriae sono il sacrificio necessario per portare oltre i cancelli della morte un impulso per il futuro dell’umanità.
Questo implica che il Realismo con cui osserviamo i fatti “concreti”, debba estendersi all’osservazione dinamica delle forze agenti prima e dopo la morte. Per questo accanto all’attitudine realistica, dobbiamo aprirci ad un pensiero dinamico che consideri i sentieri inesplorati del Karma di un popolo e del Dharma (la legge interiore) di chi consapevolmente e disinteressatamente a quel popolo si è consacrato, lasciando una traccia per il futuro. Non c’è mai una verità univoca, la comprensione del mondo ci chiede sempre la pluralità dei punti di osservazione.
Salvino Ruoli