Scegliere la via del pensiero

Elena Donadel

SCEGLIERE LA VIA DEL PENSIERO

Depressione

 

Nella nostra vita interiore spesso ci troviamo ad incontrare parti di noi che non brillano particolarmente e che vorremmo in qualche modo evitare di vedere e incontrare o con le quali stare in relazione non è affatto semplice. Zone spesso buie, di tristezza e malinconia e anche vissuti che ci hanno messo alla prova e che hanno lasciato ferite. Tutti noi vorremmo vivere le emozioni di gioia e il senso del benessere. Il mondo esteriore poi mira a questo mito del benessere e dell’anestesia di tutto ciò che di negativo o doloroso potrebbe esserci, e ci incanta con pillole e metodi di ogni genere.

 

Non c’è nulla di male nella serenità anzi, ma ci sono anche difficili passaggi fisiologici nella vita, fondamentali alla nostra evoluzione, anzi sono proprio queste che ci fanno incontrare risorse e sviluppare forze dell’Io. Spesso ci capita di dover affrontare situazioni in cui siamo sovraccaricati di compiti, o momenti in cui scappare e tentare di reprimere ciò che si prova, oppure sprofondare passivamente. Se non elaborate, le esperienze traumatiche e le ferite del passato possono essere la causa di sintomi psicosomatici, ansia, attacchi di panico o depressione.

 

Abuso pricofarmaci

 

Il ricorrere ad aiuti esterni sembra essere la via piú semplice e quella diffusamente proposta, che porta verso surrogati di vario genere. In tal senso è impressionante l’abuso di psicofarmaci e sostanze psicotrope di cui la popolazione fa uso. Inoltre il facile uso dell’alcol è sempre stata una via piú rapida e semplice per ritrovare allegria tra amici. Ma l’alcol è una sostanza ben conosciuta per la sua pericolosità, soprattutto nei giovani.

 

Senza entrare in troppi tecnicismi biochimici, l’alcol quando ingerito, essendo una piccola molecola chimicamente neutra e idrosolubile, viene assorbito attraverso la mucosa dello stomaco e quella dell’intestino tenue, e passa facilmente nel sangue. La presenza di cibo nello stomaco, rallentando lo svuotamento gastrico, riduce la velocità di assorbimento dell’alcol. Per questa ragione il vino viene solitamente consumato ai pasti e non a digiuno, in modo da dilazionare nel tempo gli effetti inebrianti della bevanda, che comunque anche in piccole quantità risultano tossiche. Dal sangue raggiunge vari organi tra cui in particolare il cervello, ma anche cuore, reni, polmoni e fegato, sede dove viene metabolizzato per la maggior parte.

 

Nel fegato, l’etanolo viene ossidato ad acetaldeide e a sua volta ossidata ad acetato. Nell’ossida­zione da acetaldeide ad acetato interviene un altro enzima, chiamato acetaldeide deidrogenasi (ALD). Tuttavia, quando l’apporto di alcol è elevato, il fegato riesce a smaltire l’eccesso di etanolo e riversa in circolo anche l’acetaldeide, sostanza tossica per l’intero organismo.

 

Ubriaco

 

Il cervello è un delicato organo che deve mantenere un preciso equilibrio chimico per il suo corretto funzionamento. L’uso di alcol, oltre a disturbare tale equilibrio, causa danni sia a breve che a lungo termine. Conosciamo bene gli effetti a breve termine che possono variare drasticamente a seconda della quantità di alcol assunta, della frequenza con cui si consuma e dalla costituzione fisica. Gli effetti del­l’alcol sul cervello sono dovuti alla sua influenza sulle vie di comunicazione e di elaborazione dell’informa­zione. Inoltre bere alcol può causare diversi effetti mentali negativi quali confusione e compromissione della coordinazione motoria. Continuare a bere ignorando tali segni di riconoscimento può portare all’avvelenamento da alcol che può causare crisi epilettiche, battito rallentato, disturbi cognitivi e risultare essere addirittura letale.

 

Altri rischi a lungo termine sono termine per la salute derivanti dal consumo cronico di alcol comprendono problemi al cuore, fegato e digestione, cancro, indebolimento del sistema immunitario, disturbi dell’umore e del sonno, nonché problemi legati alla salute mentale. Inoltre l’alcol può causare danni duraturi al cervello e provocare un’atrofia dell’ippocampo.

 

All’epoca in cui visse Steiner non si conoscevano in dettaglio le vie biochimiche del metabolismo ma l’osservazione degli effetti riscontrati era evidente.

 

Spesso Rudolf Steiner era solito tenere conferenze agli operai del Goetheanum e rispondere poi alle loro domande. In un ciclo di conferenze tenute a Dornach sui Problemi dell’alimentazione (O.O. N° 350), il Dottore parla anche di “fermentazione” dell’alcol, che secondo un detto della Germania centrale, la Turingia, viene rapportato anche alla reazione di confusione mentale e nel­l’agire a vanvera, che veniva detto in gergo “fermenta!”.

 

Come ho detto l’alcol entra nel sangue immediatamente ed è portato in tutto il corpo, fino alla testa ed entrambi, testa e sangue, sono in rapporto stretto con le forze dell’Io. L’Io vero e proprio è anche colui che impedisce dal sovrasensibile le fermentazioni mediante le forze della testa.

 

Shakti

 

Chiunque inizia un cammino interiore e soprattutto la pratica quotidiana degli esercizi, ed in particolare attraverso quello della concentrazione ove è possibile liberare il pensiero, si accorge come diventa fondamentale possedere il controllo del pensiero e quanta forza viene tolta da qualsiasi sostanza assunta che interferisca con tali forze. Va da sé quindi che sia necessario escludere l’uso di tali sostanze, che divengono zavorre per l’esecuzione della concentrazione che, se fatta bene, potrà far superare conflitti e dualità e otterrà l’aprirsi alla possibilità di ricongiungersi con la forza creatrice dell’universo, la Shakti divina.

 

 

Elena Donadel