Senza padroni

Shanti Di Lieto Uchiyama

SENZA PADRONI

Alcol e Comunità

La Riserva Aurea

 

In molti articoli da me scritti sull’Archetipo nella rubrica Bioetica, ho avuto occasione di parlare della mia esperienza di vita condivisa nella Comunità intenzionale Ecovillaggio la Riserva Aurea, che nel 2017 con alcuni amici e mio marito Kazunori abbiamo fondato a Nespolo, nel cuore della Riserva Naturale dei Monti Navegna e Cervia.

 

Il territorio è un vero paradiso di biodiversità, ove la vita elementare e la Natura Madre elargiscono i doni piú preziosi per la salute del corpo fisico, di quello eterico e dell’anima.

 

Uscire la mattina, respirare aria pura, bere l’acqua di una sorgente, incontrare amici straordinari come caprioli e scoiattoli, fare colazione con erbe spontanee e con i doni dei frutteti, meditare sotto alberi antichi: ecco un modo sano e piacevole per condurre l’esistenza.

 

Condividere il privilegio di vivere in maniera cosí naturale e sostenibile, con anime affini a noi, e dunque aprire la nostra casa di famiglia ad altri, ci è sembrato un primo, piccolo passo avanti verso un Mondo futuro in cui, noi lo auspichiamo, il consumismo ahrimanico sarà solo un lontano ricordo.

 

Nella nostra famiglia, quella che io e mio marito abbiamo costituito con i nostri tre figli dal 1990, ma anche in quella in cui sono cresciuta con mio fratello Glauco e i miei genitori Marina e Fulvio (fondatori dell’Archetipo), oltre ad essere vegetariani, siamo sempre stati tutti rigorosamente astemi. Quando c’era un compleanno, ad esempio, ci premuravamo di avvisare sempre la pasticceria che nella torta non vi doveva essere traccia di alcol. E naturalmente non avevamo bevande alcoliche in casa.

 

In questo, abbiamo sempre seguito le precise indicazioni che Massimo Scaligero aveva dato a mia madre Marina e agli altri suoi discepoli: niente alcolici per chi segue la via di Rudolf Steiner.

 

Il Maestro infatti, in vita era stato molto chiaro e rigoroso nel dare questa regola a coloro che facevano parte della Comunità Antroposofica.

 

In piú, io avevo avuto negli anni degli episodi che mi avevano fatto riflettere profondamente sul potere che lo Spirito dello spirito – ossia le entità elementari e demoniache legate all’alcol – riesce ad avere sugli individui e sul loro modo di rapportarsi agli altri. Soprattutto quando questi altri, come me, hanno una particolare sensibilità che fa uscire allo scoperto il piccolo belzebú nascosto nel sangue, e rivelato dallo sguardo, di chi si è concesso qualche bicchiere di vino o un boccale di birra o ancora piú un superalcolico.

 

Infatti, negli anni precedenti la nascita del nostro Ecovillaggio, avevamo frequentato un gruppo di amici che faceva permacultura ai Castelli Romani.

 

La Domenica ci vedevamo per lavorare insieme in orti condivisi. Ho incontrato persone fantastiche e piene di qualità intellettive e spirituali tra quegli individui consapevoli e virtuosi.

 

Durante la mattinata si lavorava alacremente agli orti, un lavoro manuale faticoso ma piacevole in cui ci si aiutava a vicenda e si parlava piú con lo sguardo e con i gesti che con le parole. Erano incontri di anime, aure che si intrecciavano e si coloravano insieme di un arancione entusiasta, di un verde terapeutico, di un giallo oro con schizzi di rosa e violetto: una Grande Anima condivisa.

 

Gli esseri elementari che erano lí intorno percepivano quello che accadeva tra noi, e ci ricompensavano con i loro doni spontanei e coltivando con noi il cibo, destinato a nutrire ben piú del nostro corpo.

 

amici a tavola

 

Quando la parte piú importante del lavoro era stata svolta, ci dedicavamo a preparare il pasto condiviso, che di solito veniva consumato in campo aperto o sotto una pergola. A volte si portava un pentolone per cucinare la pasta per tutti, altrimenti si tirava fuori quello che ognuno aveva preparato, che fosse una focaccia, un’insalata di riso o una torta, e lo si divideva con gli altri.

 

Questo momento conviviale era anche l’oc­casione per fare discorsi piú o meno utopstici sulla nostra visione del mondo e i nostri progetti e sogni per il futuro. La Comunità nasce e cresce anche e soprattutto grazie a tali incontri di idee, di anime che hanno affinità e percorrono una strada simile.

 

Inevitabile, come la morte e le tasse, durante il pasto, arrivava la fiaschetta o la bottiglia del buon vinello, magari autoprodotto o comunque biologico, o fatto dall’amico di fiducia, che passava di mano in mano, di bicchiere in bicchiere, di cuore in cuore. E dal bicchiere, al cuore, al sangue, è un attimo. Che cambia tutto. Cambia lo Spirito. Perché lo Spirito individuale, insieme allo Spirito di comunione con gli altri esseri umani, con gli esseri elementari e con la Natura, a tutto ciò che sta costruendo una cattedrale invisibile di sacro dentro e intorno a noi, a quel punto viene invaso. Posseduto. Vinto. È il gioco abilmente perverso delle Forze dell’Ostacolo, che nei secoli ha distrutto popoli, famiglie, dinastie. E innumerevoli sono state nei millenni le vittime di questo Oscuro Signore, vittime di ogni estrazione sociale, di ogni età.

 

I príncipi che mai avrebbero dichiarato guerra se fossero stati astemi; i nobili che da sobri mai avrebbero perso ai tavoli da gioco i beni ereditati dagli avi; i braccianti e gli operai che se non fossero passati dell’osteria, mai avrebbero malmenato le mogli e i figli al ritorno a casa dopo una dura giornata di lavoro, sono solo alcuni dei disgraziati esempi di ciò che il consumo di alcool ha causato alla società.

 

Senza lo zampino demoniaco di quello Spirito che abita sovrano in ciò che la saggezza atavica non a caso chiama “spirito”, ossia senza l’alcool, l’uomo sarebbe un essere libero di percorrere la sua strada verso la risalita. Non sarebbe perfetto, ma commetterebbe i suoi errori da sé, e potrebbe riuscire ad ascoltare la voce della propria coscienza. Mentre il Signore dell’alcool, che si impossessa di lui al primo bicchiere di vino o al primo boccale di birra, fa in modo che quella voce interiore portatrice di saggezza non possa essere udita.

 

La libertà di essere noi stessi, ecco cosa barattiamo con l’oblio e l’euforia e il piacere dei sensi che alcool e droghe possono fornire.

 

In quei pranzi negli orti condivisi, quei pochi bicchieri di vino avevano all’apparenza l’effetto di procurare allegria, rilassamento, tutt’al piú sonnolenza, di fare in modo che nel pomeriggio si lavorasse in modo piú svogliato, con meno entusiasmo, con piú frequenti divergenze d’opinione.

 

Ma non era quello il danno. Io che non bevevo, lo sentivo e lo vedevo. Un Essere si era affacciato in quegli sguardi, nel fiato, nei gesti, nell’aura, nella voce. Non era il mio amico di cinque minuti prima a parlare o a guardarmi. Era l’altro: il suo padrone. Non era quella persona con cui poche ore prima avevo creato una relazione interiore a livello animico e spirituale, che aveva ascoltato con interesse il mio racconto sugli insegnamenti di Massimo Scaligero e di Rudolf Steiner, e che ora respingeva quei contenuti con scherno, lanciandomi occhiate piene di malizia e fastidio, mascherati da compassione e finta indulgenza.

 

Il dono del vino e delle bevande alcoliche è arrivato al genere umano affinché dimenticasse il Mondo spirituale e ciò che è la vera essenza della Vita. Affinché si immergesse nella Maya. Il cui Principe assoluto è Ahrimane. Oggi, per incontrare il Christo Eterico e per vedere oltre il Velo di Iside la realtà divina dietro la Natura, per andare oltre la dimensione materica in cui regna l’Ostacolatore, è necessario recuperare pienamente la nostra libertà interiore.

 

Schiavo dell'alcol

 

Non possiamo avere padroni che attraverso il nostro sangue impregnato di spirito antidivino ci impediscono di risalire verso lo Spirito divino.

 

Quando io mi accorgevo della presenza del Signore Oscuro negli sguardi e nelle parole dei miei amici, egli vedeva che io lo avevo smascherato, percepito, pur senza aver detto nulla in tal senso. Cercava di sedurmi o lusingarmi con belle parole o discorsi apparentemente edificanti sull’ecologia, l’etica, la sostenibilità. Argomenti validi ma con una base prettamente materialista. Oppure tirava fuori qualcosa di buddista, di New Age; una spiritualità a buon mercato, di facciata; in cui ovviamente non poteva credere nemmeno lui. Tutto invano.

 

Reagiva allora con fastidio, stizza, aggressività.

 

Ho perso cosí diverse amicizie promettenti, per motivi apparentemente futili o incomprensibili. Io però sapevo da cosa avevano origine quei dissapori. Che fecero a pezzi il gruppo purtroppo, dopo che noi ce ne fummo allontanati.

 

Nella creazione del nostro Ecovillaggio dunque, decidemmo di bandire le bevande alcoliche.

 

Chi ne avesse avuto l’esigenza, non avrebbe dovuto fare altro che recarsi presso un’altra comunità delle tante che non avevano questa limitazione.

 

Le persone che vennero nei primi mesi apparentemente sembrarono accettare questa regola; salvo poi dichiarare che era assurda o eccessiva, oppure andavano al bar a farsi una birretta. In questo modo avrebbero bevuto fuori casa e la regola era salva. Negli eventi in cui venivano ospiti esterni, sempre avvisati anticipatamente del fatto che a pranzo non ci sarebbero stati alcolici, spesso vedevo bottiglie di vino o birra sotto i tavoli.

 

In seguito ho anche perso la voglia di fare il cerbero e lasciato che gli abitanti del nostro Ecovillaggio facessero come volevano, sempre con moderazione e con rispetto naturalmente.

 

Il problema principale in realtà, era mio piú che loro: ogniqualvolta che un membro della comunità, anche temporaneo, beveva alcolici, qualcosa di ostile, di negativo o addirittura di aggressivo e violento si impossessava di lui, o di lei.

 

Una rabbia malcelata nei miei confronti che dagli individui piú miti e piú amichevoli veniva fuori improvvisamente.

 

Sicuramente al Signore Oscuro io devo stare parecchio sullo stomaco; quindi non si lascia sfuggire l’opportunità di attaccarmi, la coglie al balzo, se ne ha l’occasione. Si manifesta e si scatena appena può, magari tramite un accesso temporaneo, fornito da una persona a me vicina che si è concessa un apparentemente innocuo bicchiere di vino rosso, che tanto “fa bene alla salute”, o un goccio di limoncello fatto in casa.

 

Ubriaco violento

 

È cosí che ho visto con mio rammarico individui pacifici e amichevoli trasformarsi in belve, a volte spaccando oggetti o minacciando altri ospiti, apparentemente senza un reale motivo.

 

Negli anni non solo la mia comunità, ma anche molte altre con cui sono venuta in contatto, hanno avuto problemi analoghi.

 

Certamente il motivo per cui noi seguaci della Scienza dello Spirito scegliamo di astenerci dal consumo di alcolici deriva dagli insegnamenti di Rudolf Steiner e dagli esercizi da lui indicati per recuperare la visione dei mondi spirituali.

 

Per chi non segue questa via, la necessità di eliminare l’alcool non sembra cosí importante. Eppure l’evoluzione del genere umano è in una fase cruciale: mai le Forze dell’Ostacolo anticristiane sono state cosí potenti e agguerrite: ogni piccolo varco che noi lasciamo aperto ad esse, diventa un portone spalancato per queste entità. Il nostro sangue è un succo molto peculiare: è il collegamento con il nostro Io, la nostra vera essenza, ciò che di divino è in noi. Il nostro Spirito. Dare spazio ad un altro spirito nel nostro sangue significa allontanare il vero Spirito, che dovrebbe essere la nostra guida, e farci controllare da un padrone che ha intenzioni alquanto malevole. E ci può usare come strumenti per danneggiare tutta la comunità di anime che sono intorno a noi.

 

La Filosofia della Libertà di Rudolf Steiner è un dono aureo, destinato ad uomini e donne veramente liberi di essere se stessi e senza padroni.

 

 

Shanti Di Lieto Uchiyama