Herbert Hahn riporta un caso in cui si dice che Steiner abbia agito sulla curiosità e il sensazionalismo. Un gruppo di studenti, che aveva già ascoltato diverse sue conferenze e che trovava incomprensibile la sicurezza con cui rispondeva alle domande piú disparate, decise di dare filo da torcere allo strano oratore. Tra loro c’erano alcuni scienziati in erba, probabilmente botanici. Da qualche parte, da un angolo dimenticato tirarono fuori un tomo mezzo ingiallito, era un libro sulla flora del Sud America. Si scrissero i nomi di diverse colture sudamericane completamente sconosciute e anche completamente prive di interesse per loro stessi. Quando arrivò la successiva conferenza di Rudolf Steiner, sul leggio c’era un foglio di carta con scritta la seguente domanda: «Cosa ha da dire la Scienza dello Spirito sulle seguenti piante?» E poi c’erano tutti questi nomi, fantastici per la maggior parte delle persone, come forse n.x. peruviana o n.y. brasiliana.
Gli studenti avevano preso posto l’uno accanto all’altro. Seguivano la conferenza distrattamente, perché gongolavano in anticipo per l’imbarazzo che necessariamente sarebbe sorto quando Rudolf Steiner avesse ricevuto in mano quel pezzo di carta. Con la sua voce profonda e risonante, Rudolf Steiner lesse: «Cosa ha da dire la Scienza dello Spirito… eccetera eccetera?». Si fermò un attimo. La tensione degli studenti era salita al punto di ebollizione. Poi disse: «Sí, non è una domanda cosí comune, perché le piante qui menzionate sono probabilmente del tutto sconosciute alla maggior parte degli onorati presenti». Fece una pausa. Gli studenti si guardarono trionfanti. «Perciò – riprese – probabilmente sarà meglio che io dia prima una immagine di queste piante, sia pure con pochi tratti». E dunque cominciò a dare una descrizione cosí concreta, come se si trovasse di fronte a ognuna di queste piante rare, lasciando scorrere la sua mano sulle loro foglie, respirando il profumo dei loro fiori.
Qualcosa corse gelido lungo la schiena degli studenti. Non osavano piú guardarsi. Quasi senza fiato, si sedettero e continuarono ad ascoltare ciò che si stava sviluppando davanti a loro. Dunque, Rudolf Steiner disse che la questione non riguardava il tipo e l’aspetto delle piante, ma ciò che la scienza aveva da dire su di esse. E almeno in alcuni esempi indicò come la radice di una pianta e di un’altra poteva essere utilizzata come rimedio per la malattia di un gruppo o di un altro, i fiori di un’altra pianta per questo e per quello. Di nuovo egli parlò in termini assolutamente concreti. Gli studenti avevano completamente dimenticato la loro intenzione originaria, per quei dieci minuti, e ascoltavano stupiti. Ma quando tornarono a casa e ripensarono a tutto quello che era successo, una grande vergogna li assalí. Questo agí come un impulso morale e spirituale in alcuni di loro e li portò ad approfondire con serietà la Scienza dello Spirito antroposofica e a diventare essi stessi attivi nei loro ambiti di lavoro.
Wolfgang G. Vögele
Da: W.G. Vögele L’umanità di un uomo! Rudolf Steiner negli aneddoti – Traduzione di Alberto Calò.