Il tarassaco, un alleato della salute

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Il tarassaco, un alleato della salute

Tarassaco

 

Prima di intraprendere il viaggio nella conoscenza della pianta di questo mese, il Tarassaco, una breve digressione sulla storia della Fitoterapia che aiuterà a comprendere meglio il contesto in cui uomo e mondo vegetale si sono mossi nei secoli.

 

La conoscenza delle proprietà delle erbe cosiddette “officinali” era innata e istintiva nell’uomo dell’antichità. Piú tardi fu mediata dai guaritori, fossero essi i Terapeuti, i Druidi, gli Sciamani o gli “Stregoni del villaggio”.

 

Abbiamo poi con Ippocrate, Galeno e altri il fiorire della medicina, anche applicata al mondo delle piante, in una maniera sempre piú razionale e scientifica.

 

Dopo la caduta dell’Impero Romano, quando la figura del medico era ormai affermata, sono i conventi, le abbazie con i loro monaci a salvaguardare il sapere sulle erbe officinali. Avremo, con la Scuola Salernitana, un maggiore impulso al progresso della conoscenza, fino a Paracelso e infine, con l’avvento del pensiero scientifico moderno, nel cinque o seicento appaiono veri e propri manuali di piante officinali, corredati da pregevoli stampe, esempio il Castore Durante di Gualdo Tadino, il Mattioli ed altri in Italia e all’estero.

 

Fiori di Bach

 

Intanto Linneo, alla metà del ’700, codificava con la classificazione le specie arboree allora conosciute. Il resto è storia recente, il Lieutaghi, il Valnet, Edward Bach, con i suoi famosi “fiori”, solo per citarne alcuni, figure che sanno ancora coniugare l’empirismo della tradizione con lo scientismo ormai prevalente. Nascono cosí le prime produzioni industriali di farmaci erboristici, l’Inverni della Beffa e la Carlo Erba a Milano, l’Aboca di Sansepolcro ad Arezzo, solo per citarne alcune.

 

Con il Dottor Rudolf Steiner e la Medicina Antroposofica l’uso delle piante officinali entra nella conoscenza delle applicazioni di forze sottili del mondo vegetale, in cui lo Steiner si fa promotore nel divulgare conoscenze e insegnamenti nella produzione dei fitoterapici, ampliando l’omeopatia di Hahnemann.

 

Oggi si assiste ad un ritorno di interesse verso l’erboristeria, la riscoperta di saperi antichi, la medicina cinese, l’indiana con l’Ayur­veda, la spagiria e l’omeopatia, complice una sempre maggiore presa di coscienza che nella Natura vi è il rimedio per i malanni che affliggono l’uomo.

 

Vis Medicatrix Naturae, la forza guaritrice della natura di Ippocrate.

 

E dopo questo passiamo a conoscere la pianta del mese di marzo, il Tarassaco. In questo mese, che vede l’ingresso della Primavera, possiamo facilmente osservare il Tarassaco officinale che fiorisce con il suo bel giallo solare in campi, greppi, incolti, nelle campagne, fino nel verde rimasto delle città. È una composita, il cui uso e benefíci sono conosciuti da tempo.

 

Taraxacum officinalis

 

Le prime notizie dell’uso medicinale di questa pianta provengono dagli scritti di medici arabi del X-XI secolo. Deriva il suo nome dal greco taraxos (malattia) e akos (rimedio), rimedio per le malattie. È una pianta cosiddetta meteorica che la sera, o quando il sole si vela di pesanti nuvole, chiude i fiori per riaprirli al primo apparire del sole.

 

In fitoterapia si usa la radice fresca in tintura o decotto, se ne fanno pure vini medicinali. Ha proprietà digestive, toniche, depurative del fegato, del sangue e diuretiche. Agisce inoltre nelle malattie della pelle, calcolosi renale, gotta e come attivatore metabolico nelle cure contro il sovrappeso e la cellulite.

 

Tarassaco

 

Recenti studi farmacologici hanno evidenziato che estratti di Tarassaco possiedono un’azione analgesica e antinfiammatoria. Ottima azione diuretica e colagoga svol­gono le foglie consumate fresche in insalata, conservando il loro potere anche se cotte.

 

Con i suoi fiori è infine possibile preparare uno sciroppo tradizionalmente indicato per la tosse, il raffreddore, il mal di gola e la bronchite.

 

Piante medicinali

 

 

Wilhelm Pelikan nel suo Le Piante Medicinali vol. II cosí scrive: «È facile scoprire in questa pianta cosí turgida di lattice l’elemento plastico-fluido; un forte processo siliceo apre la pianta alle forze cosmiche, luce e calore, e alle influenze ad esse portate dai pianeti “sovra-solari”, particolarmente di Giove, come mostrato dal colore giallo dei fiori.

 

Pianta tarassaco intera

 

 

La luce e il calore penetrano profondamente nel chimismo vegetale che genera nel lattice una abbondanza di sostanze: grasso, cere, inulina ecc.».

 

 

Ecco allora che si sprigionano da questa sinergia le sue proprietà benefiche.

 

 

 

Davirita