Liriche e arti figurative

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Liriche e arti figurative

Carmelo Nino Trovato «Il segno dell’Angelo»

Carmelo Nino Trovato
«Il segno dell’Angelo»

 




 

Preludio in Primavera

 

Nuova Atlantide

 

Nei trucioli di vento

ricami corinzi

s’avvolgono e distorcono

l’usuale dominio

dell’ordine eterico

e portano oltre

la piana e la montagna

qualunque pensiero

che sorge dal cuore.

Vigore ritorna,

espira la Terra!

Dal sonno si leva

coscienza diurna,

che porta al galoppo

migliaia di menti,

pensieri vaganti

ormai privi di vita.

Ma un sogno lontano

ci mostra che un giorno

l’antico retaggio

di quella Atlantide

che perse nel mare

le sue antiche forze,

ritornerà a splendere

in mani ormai stanche

del frivolo inganno,

e cariche invece

di pura magia

che domina il mondo,

che mette in contatto

l’umano e il divino.

 

 

Pietro Sculco

 




 

 

Poesia Giuda

 

Essere umani non è essere prodi
ché male si accorda la carne coi chiodi.
Nessun re mai e neppure regine
s’incoronarono con delle spine.
Che tu abbia ragione o tu abbia torto
lascia che parli Chi non è morto,
lascia che insegni ancora quaggiú
che sperda i timori, che esorti a virtú.
Al cerebro tuo di intellettuale
non sarà Lui a farti del male.
Nel letto del Cosmo scorre un gran fiume,
a chi lo percorre non basta l’acume.
Là ogni ragione vi può naufragare
perché lontano è il libero mare.
Se di quel fiume vedrai la fine
conoscerai la frusta e le spine.
Se di quel fiume vedrai la foce
conoscerai il dolore e la Croce.
Ma prima guadagnati il pan della fame
va’ a bottega, fa’ il falegname
e pesta e pialla quel tronco di noce
ché tanto per altri sarà quella Croce!
Ma quel falegname che a Nazareth nacque
ben piú parlerà, poi che si tacque.
Cosí da profeta finí quel discorso
che in me sollevava dolore e rimorso.
Disgusto e rabbia ora stavano a pari
in un lercio sacco con trenta denari.
Un tonfo sentí nel fondo del cuore
qual colpo di vento che porta rinchiuda
e su quella porta… il nome era “Giuda”.

.

Lino L.

 




 

PASQUA DUEMILAVENTRITRÉ

 

Resurrezione

 

Il pensiero della Pasqua,

non è la Pasqua,

e nemmeno il sentimento

o la velleità

di festeggiare la Pasqua.

Pasqua è solo nel pensiero

capace di pensarla

oltre il proprio riflesso,

la propria rappresentazione,

oltre le speranze,

le illusioni, con le quali

comunemente pensiamo

di padroneggiare il mondo,

combinando il vivere

con l’esistere.

Pasqua è la Metamorfosi

che s’invera sopra

la Collina del Golgotha,

divenuta nel frattempo

la montagna accresciuta

della nostra scarsa

propensione per lo Spirito,

della nostra povera

disponibilità

ad una modifica essenziale,

trasformante in farfalla

l’incompiuto germe

di crisalide.

Pasqua duemilaventitré,

se è Pasqua,

sta al di sopra delle guerre,

dei dissidi, dei disastri,

perché sta al di sopra

dei timori, delle paure,

delle fobie di quanti

vogliono lo Spirito,

bramano lo Spirito

e respingono lo Spirito,

perché temono lo Spirito.

Una tale ricerca

non può che venire

puntualmente disdetta,

vanificata, annientata,

dall’interiorità stessa

dell’odierno ricercatore,

infatuato di sé,

smarrito e confuso

pertanto

da forze avverse,

deviato fuori e lontano

dal pensiero di Pasqua:

dall’unico pensiero

che indirizza il corso,

l’esistenza e la vita.

Da sempre,

per sempre.

 

 

Angelo Lombroni

 




 

Concerto

 

Spiaggia

 

Distesa sulla sabbia,

sotto maestosi pini

e teneri lentischi,

mi giunge il dolce suono

della risacca che lambisce,

spumeggiando, la riva.

Una ventata primaverile

scompiglia i miei capelli

e le foglie,

che producono un suono

di eleganti arpeggi

e repentine alternanze

di volumi. Fra le ciglia

scorgo isole lontane

e deserte, solitarie,

come solitario è il mio cuore.

La rena,

con gli aghi pungenti,

solletica la mia pelle

e mi risveglia

dal magico torpore.

Il rimbombo delle onde

nelle orecchie

produce un gioco

di continue tensioni.

L’onda rabbiosa

fa da contrabbasso

e dialoga in spigliatezza

solista, producendo

improvvisazioni.

Raggi di luce

e ventate primaverili,

in blocchi armonici,

mi avvolgono

di veli poetici,

di colori, di desideri,

per farmi giungere

alle sorgenti della melodia.

 

 

Lirica e dipinto di Liliana Macera