La castità di Parsifal

Spiritualità

La castità di Parsifal

Parsifal

 

Tutta la saga di Parsifal lo coinvolge in età estremamente giovanile.

 

Quindi è logico, umanamente parlando, che non sapesse alcunché dell’Eros, quando incontra Condwiramurs. Eschenbach lo spiega esplicitamente, quando l’eroe lascia il castello di Lei. Il loro incontro rimane casto perché Parsifal “non sapeva”, sono le esplicite parole dello scrittore.

 

Questo particolare è importante, perché ci parla di una assoluta castità del chiaro-splendente nativa, innata in lui. Non è ancora stata messa alla prova.

 

Tre gocce di sangue

 

Il risveglio dell’Eros lo ha mentre viaggia, armato e bardato, su un piano innevato. Infatti vedendo il sangue di un uccello ucciso sulla bianca neve, ha il ricordo delle rosse labbra di Condwiramurs, mentre la neve gli ricorda la bianca pelle della Dama.

 

Allora ha il risveglio della sua natura.

 

Rapito emotivamente da quei pensieri, perde il contatto con la realtà; epperò è reso ancor piú invincibile.

 

L’episodio infatti prosegue, descritto meticolosamente, con i cavalieri della Tavola Rotonda che, accampati in un bosco poco lontano, scorgendolo immobile e bardato pronto per la battaglia, ritengono sia lí per sfidarli a duello. Quindi gli si fanno incontro uno ad uno, e il cavaliere rosso li sconfigge tutti.

 

Il particolare esplicito è che Parsifal, rapito dai propri desideri verso l’amata, non si rende conto di tutto quello che sta accadendo. Combatte, vince, ma non ne è cosciente.

 

Si risveglierà solo dopo i duelli.

 

Questi scontri lo fanno acclamare come vincitore assoluto, viene condotto alla presenza di Re Artú, che lo consacra cavaliere della Tavola Rotonda. Tra l’altro ha il suo posto già riservato quale futuro custode della Sacra Coppa.

 

Nell’incontro tra uomo e donna, nella prima fase d’innamoramento, succede proprio questo: il risveglio di una forza assolutamente travolgente che, togliendo buona parte della coscienza, di fatto ci dona una sorta di assoluta invincibilità. È un’esperienza che ognuno di noi ha. Anche se l’incontro non si concretizza sul piano umano, il sentimento che si scatena nell’anima, ed il suo travolgimento sensoriale, hanno lo stesso effetto.

 

Cavalieri della Tavola Rotonda

 

Bisogna notare come tutto questo “porti” Parsifal, a vincere ogni tenzone e ad essere ammesso alla piú alta cerchia di cavalieri: quelli della Tavola Rotonda.

 

Una volta ammesso però giura fedeltà al Re, che lo manda alla cerca del Graal. È la scelta tra la vita di corte tra lussi e tornei, e la via scarna alla ricerca del sacro Vessillo.

 

Per capire bene l’episodio, dobbiamo rifarci a quanto scrive Massimo Scaligero nel suo libro Dell’Amore Immortale: «Le forze che uniscono la coppia, sono le stesse che poi la distruggono, quindi bisogna lavorare per superare le forze della natura che hanno portato all’unione».

 

L’eros è un collante assolutamente travolgente e indomabile, ma si rivolta contro di noi se lo assecondiamo ulteriormente.

 

Iside-Sophia

 

Anche in questo caso Massimo ci aiuta nel suo libro Iside-Sophia. La dea ignota, dicendoci che l’unica via di magia del sesso che un Maestro può insegnare, è solo quella della castità. Come dire che l’eros non può essere il fine della coppia.

 

Parsifal avrebbe potuto vivere di rendita, tra onori e ricchezza, godendo di tutti i frutti che il risveglio della sua natura gli aveva portato. La scelta di non crogiolarvisi è quella che porta ad una castità piú vera, perché cercata coscientemente, propria all’Io Sono, che è già Parsifal.

 

Ci viene incontro anche un film americano: il protagonista, interpretato da Al Pacino, spiega, con un linguaggio molto colorito e meno edulcorato di quanto sto per fare io, al figlio, la vita di coppia. Pressappoco si esprime cosí: «All’inizio di una storia è tutto facile e bello: un coinvolgimento sensuale continuo; poi, dopo sei mesi, ci si accorge che ci sono le bollette da pagare, i figli da crescere, il pane da portare a casa: allora inizia il rapporto di coppia vero, quello che ti devi portare dietro tutta la vita». Cioè, diciamo noi, è il costruire l’Amore vero, la ricerca del Graal.

 

Appellarsi ad una forza interiore superiore che s’incarna e si fortifica anche con i problemi quotidiani.

 

Se Parsifal fosse rimasto a corte con gli altri cavalieri, sarebbe equivalso a quelle coppie che cercano costantemente la sessualità come fine della loro coppia. Convinte di “rinvigorire” il rapporto, cercano sempre nuovi modi fantasiosi per continuare ad attizzare l’attrazione erotica; quando in realtà è proprio da quel calare sensuale che può nascere l’unione come fatto cosciente; voluto, anche pagando le bollette della luce e del gas, perché no; che è L’Io Sono, custode del Sacro Amore, che è Parsifal, che è il risveglio dell’Iside-Sophia.

 

 

Massimo Danza