Il disagio rappresentato musicalmente
Esistono composizioni musicali contemporanee che esprimono chiaramente la tragica condizione psicologica dei tempi in cui viviamo. Ascoltare determinati compositori è veramente doloroso, poiché la mancanza di rispetto dell’armonia, il disordine ritmico, l’intellettualismo forsennato e la mancanza di melodia, vengono ricercati con deliberata determinazione. Nulla avviene per caso, anche la disarmonia aiuta a comprendere la realtà.
Capire e comprendere
La musica, anche se riprodotta, ha la capacità di comunicare in modo sintetico degli stati d’animo. Quando leggiamo un testo possiamo capire una condizione psicologica, ascoltando un brano possiamo provare a comprenderla e provare a sprofondarcisi dentro. Nel capire facciamo riferimento alle forze di pensiero del capo, della testa, nel comprendere richiamiamo le forze del cuore, la radice latina cor-cordis. Nell’avvicinarci sinteticamente un concetto per tramite della musica, usiamo una parte di sentimento.
Un brulicare frammentato
Proponiamo a questo punto degli esempi musicali che possano rappresentare il disagio e la disarmonia del tardo ‘900. La prima opera presa in esame è un brano che si chiama “Estratto”, brano per pianoforte scritto da Franco Donatoni (nella foto) nel 1969. Di salute piuttosto malferma, Donatoni sin dalla giovinezza soffrí periodicamente di depressioni nervose che lo costrinsero talvolta ad interrompere il suo lavoro. Ebbene, nel brano sottostante troviamo la sintesi di ciò che può essere il flusso del brulicare di un pensato superficiale, caotico e disturbante: https://www.youtube.com/watch?v=sRmnUYdc71Q.
La follia orchestrata per aria
Helikopter-Streichquartett di Karlheinz Stockhausen ci racconta una follia musicale immersa nel mondo tecnologico. Si tratta di una trovata costosa finanziata dal Festival di Salisburgo nella primavera del 1991. Si presume pagata con denaro pubblico, il che rende ancora piú immorale questa bizzarria dove quattro elicotteri ospitano dei relativi suonatori che sonano contemporaneamente (Nota: non è affatto necessario ascoltare i trenta minuti dell’opera…): https://www.youtube.com/watch?v=7ykQFrL0X74.
La tensione indotta da compositori come Donatoni o Stockhausen (che sono fortunatamente confinati nel ghetto cervellotico della musica contemporanea) potrebbe essere la gelida colonna sonora di una malattia mentale. Per certi versi, queste opere che abbiamo ascoltato in precedenza, riproducono in modo sincero il disagio psicologico della nostra epoca. In questo senso, diciamo che l’artigianato sonoro non mente. A dosi omeopatiche, per brevi attimi, nei secoli a venire sarà interessante ascoltare questi dolorosi frammenti. I posteri dovranno comprendere ciò che si è sviluppato nelle prime due Guerre mondiali. La Terza guerra mondiale si combatte soprattutto dentro le anime umane.
Colonna sonora di potenze infere
Se scriviamo di “guerra mondiale” dentro le anime umane c’è un motivo. Ben peggio di ciò che esprime la musica colta è ciò che può rivelarsi nella “musica” di consumo arrivando sugli smartphone dei nostri figli o nipoti. Usare il termine “musica” in effetti è improprio. Si tratta di recitazioni demoniache accordate ritmicamente, punteggiate di ritornelli ossessivi. Dopo un’attenta riflessione si è deciso di non optare per la pubblicazione del testo e del link, consigliando i lettori maggiormente sensibili a non approfondire. Sono contenuti di una tale volgarità e violenza che non possono essere riportati in questa sede. Se qualcuno decidesse però di immergersi con intenzione scientifica nel demoniaco che aleggia tra i giovani dell’Impero d’Occidente, il brano oggetto di studio è: “Sto peggio di un cane” (Karma Trap Boy). Lasciamo quindi alla libertà del lettore la possibilità o meno di farsi coinvolgere emotivamente da un brano dove risuonano versi come: «Sorry, pazienza, odio il panettone / Tolgo l’uvetta, metto il metadone / Un abbraccio stretto a te e ai tuoi figli / che se t’impicchi sono piú contento».
Lo stato etico
Brani come questo dovrebbero essere proibiti? Nel compiere un’operazione censoria saremmo nel giusto? Per agire in direzione repressiva sul piano culturale, lo Stato dovrebbe assumere una posizione etica nei confronti della musica e dei testi che arrivano a giovani e bambini. L’idea di uno Stato etico pare sia stata sconfitta con la Seconda guerra mondiale. Se siamo arrivati a questo punto del degrado civile è perché le cose sono andate verso la totale de-responsabilizzazione delle autorità. Chi produce e commercializza infamie, credo che debba essere perseguito economicamente e legalmente. In tal senso potrebbe essere ragionevole essere Conservatori, ma visto che non si deve mai essere unilaterali, non si dimentichi che il Proibizionismo degli anni ‘30 non ha risolto il problema dell’Alcol ma ha aumentato la criminalità. Ogni società ha le leggi che si merita ma, purtroppo, ha anche la criminalità che si merita.
Accettare il proprio tempo
I lettori dell’Archetipo sanno bene di non essere stati “paracadutati” nel 2023 per un caso fortuito. Nella prenascita abbiamo scelto di vivere in accordo con il Karma nostro e della comunità che ci accoglie. Il mondo in cui ci siamo incarnati è necessario alla nostra ed all’altrui evoluzione.
Non c’è nulla di casuale nel fatto di vivere qui e ora, a stretto contatto con una umanità degradata e sofferente, seppure nutrita, scaldata e generalmente curata solo nei sintomi. Non è un caso se noi abbiamo scelto di nascere in un periodo storico ricco di comodità esteriori e povero di valori ideali. Siamo capitati nel deserto delle anime.
Il problema morale
La maggior parte della gente comune di questo nostro tempo accetta l’esistenza in vita senza porsi il problema del perché delle cose. Questo stato di insipienza, di sciattezza esistenziale, di avidità venale, determina lo stato di caduta nel Caos. Si noti: il termine “Caos” è strettamente legato alla parola “Caso”. A questo punto è indispensabile rileggere un frammento tratto da: Trattato del Pensiero Vivente di Massimo Scaligero (Appendice della Concentrazione Interiore). Scaligero allude al Caos già presente negli anni ‘50 dell’altro secolo. Il Maestro ci spiega che la dimensione esclusivamente razionale degrada l’uomo e conduce al caos sotto forma tecnologico-scientifica. Nella pagina scaligeriana, non a caso, la parola caos è evidenziata tre volte nel corso di poche righe.
Oggi, una sorta di dio Caso è accettato come cieca divinità per la quasi totalità dei nostri contemporanei. Questa blasfema accettazione dell’esistenza vuota e casuale è un profondissimo generatore di immoralità. Quindi, quando si afferma che ogni popolo ha la legislazione, ma anche la propensione criminale che si merita, non ci si allontana dal vero. Per un italiano degli anni ‘50 c’era ancora un argine esteriore dettato dal moralismo bacchettone della Democrazia Cristiana e dal tenue coinvolgimento delle parrocchie. Evidentemente il popolo italiano settanta anni or sono, si meritava ancora quella labile e innocente difesa. Oggi le reti di protezione mancano. Alle radici del disastro c’è l’accettazione diffusa dell’insensatezza dell’essere. La maggioranza subisce l’esistenza cercando di scansare l’angoscia.
Ma il Kali Yuga è realmente finito?
Rudolf Steiner ci ha spiegato che il Kali-Yuga, l’epoca oscura, è finita nel 1899, eppure in Europa nel ‘900, abbiamo vissuto due guerre mondiali spaventose e siamo entrati in un periodo drammatico. Per quanto riguarda i retroscena della Prima guerra mondiale, qualche dato occulto è riuscito a trasparire. La Seconda, ha coinvolto forze inimmaginabili: personalità umane ed entità sovrasensibili che sono scese in campo. Ormai ci rendiamo conto con sempre maggiore evidenza che la Seconda guerra mondiale è stata qualcosa di piú di un vasto conflitto di violenza inaudita: è stata una guerra dei mondi. Di comunicazioni occulte sulle dinamiche spirituali della Seconda guerra mondiale non ne abbiamo (o non sono state divulgate), possiamo affidarci solo al sano realismo della ragione, e i fatti ci dicono che: 1. l’Europa del dopoguerra ha vissuto un periodo di pace, un periodo di non belligeranza tra europei come non si era mai visto nella Storia, e questo è un fatto significativo che dobbiamo considerare. 2. Il secondo risultato che non balza agli occhi con evidenza è che la sconfitta della Germania voluta da Hitler con attacco all’URSS, ha di fatto rafforzato la Russia. Ed è proprio la Russia che (aiutata economicamente dagli Alleati) ha arginato la completa americanizzazione del mondo. Ancora una volta lo Spirito agisce per eterogenesi dei fini. Va detto però che, soprattutto gli europei sono sprofondati in un baratro etico e morale. per cui rinnoviamo la domanda: il Kali Yuga è realmente finito?
Il crollo degli edifici ideali
La risposta è sí, il Kali Yuga è finito. Se noi europei non viviamo situazioni drammatiche sul piano pratico, ma le viviamo soprattutto sul piano interiore, è perché ci è stata data una possibilità in tal senso. Siamo chiamati a ri-costruire nella direzione dell’Io, non a occuparci di trovare del cibo, una casa, o peggio delle armi con cui difenderci. La Seconda guerra mondiale è servita tragicamente a fare piazza pulita di edifici fatiscenti, non edifici fisici, ma a modelli di pensiero che avevano esaurito la loro funzione evolutiva. Erano edifici ideali non piú riproponibili ai nostri tempi. È come se una ditta di demolizione avesse raso al suolo una città. Un centro abitato che era stato precedentemente lesionato nella Grande guerra del 15-18, poiché la Prima guerra mondiale ha distrutto il potere coloniale, economico, finanziario dell’Europa. La Seconda guerra mondiale ha demolito degli edifici ideali, le farneticazioni razziali ed eugenetiche, l’idea di uno stato Etico integrale. Oggi siamo costretti a vivere, sputando polvere tra nuvole tossiche, mentre le ultime ruspe spianano le rovine di pensati ormai morti. Viviamo tra calcinacci e desertificazione di valori. Ora le forze avverse tentano di annientare l’Io. In questa situazione possiamo fare una scelta: ricostruire partendo dal dato reale, ovvero partendo dalla scienza dell’Io. Essa è l’unica possibilità di riedificazione dell’esistente, una via individuale indicata da Rudolf Steiner, Giovanni Colazza e Massimo Scaligero. Una via che indica la direzione per almeno un esiguo numero di chiamati.
Tempi Nuovi
E coloro che vivono subendo il flusso portentoso del destino dei loro popoli? Piú di qualcosa si muove in senso evolutivo. Va detto che gli artisti di oggi raramente comprendono i macro-movimenti spirituali della nostra epoca, ma in compenso hanno le antenne. Come preannunciava Rudolf Steiner: «La ricchezza interiore che viene sperimentata nella melodia trapasserà una volta nel singolo suono, l’uomo verrà a conoscere il segreto del singolo suono» (O.O. N° 283). Ebbene la musica dei Tempi Nuovi riedifica partendo dall’amore verso il singolo suono. A voi il compito di rasserenarvi intuendo la chiave del cambiamento in atto, immaginando di essere nel futuro e di ascoltare alcune perle musicali della nostra epoca, attraverso dieci composizioni che nelle sale da concerto e nei teatri hanno scavalcato i secoli.
She’s leaving home (1967) – Paul McCartney
Once upon a time in the West (1968) – Ennio Morricone
Bohemian Rapsody (1975) – Freddie Mercury
L’oceano di silenzio (1988) – Franco Battiato
The armed man. Benedictus (1999) – Karl Jenkins
On the nature of daylight (2004) – Max Richter
Gratia, Ecce cor meum (2004) – Paul McCartney
O Magnum Mysterium (2006) – Morten Laudrisen
Funeral canticle (2013)– John Taverner
Reflections (2018) – Ola Gjello
Salvino Ruoli