Mentre Rudolf Steiner, in un periodo iniziale del suo operare, affrontava le ritualità tradizionali, con particolare riferimento a quella egizia, sottoponendosi personalmente al sistema iniziatico tradizionale degli alti gradi egizi, spinto in primis da interessi puramente gnoseologici e successivamente iniziatici, tant’è che predispose il Culto Cognitivo per la sua scuola occulta riservata a pochissimi discepoli da lui selezionati nel cosiddetto “Servizio a Misraim”, Massimo Scaligero lascia intravedere un superamento delle posizioni ritualistiche di tipo tradizionale attraverso la spagiria solare e il Sacro Amore.
Con tale spagiria egli si pone oltre i supporti gnoseologici, ritenendo, per sua stessa ammissione, che un rito tradizionale è sempre volto a potenze dell’Io ancora incapaci di un’azione diretta nell’uomo come forze coscienti e che, mediante istruzioni originariamente ricevute da Iniziati, per le passate epoche storiche, si tende a farle coincidere erroneamente con le correnti cosmico-metafisiche operanti in quest’epoca.
Quando queste Potenze Arcaiche penetrano direttamente nell’umano, sino a esprimersi nell’individualità come coscienza di sé, il rito stesso cessa di essere necessario, la sua liturgia rimane legittima ai soli fini cognitivi, in preparazione di quelli iniziatici adeguati ai nuovi tempi.
Tali Potenze Arcaiche rese attive, per non essere afferrate dagli Ostacolatori esigono una nuova forma rituale: la pura e consapevole forma dell’autocoscienza che si esprime come forza di volontà liberata.
Quindi per Massimo il procedimento tradizionale rituale-cerimoniale oggi diviene un errore tecnico, ovvero un atto avverso alle Entità metafisiche (come ad esempio Mik’ael, che dispensa energia dall’Astrale Superiore e che andrebbero percepite dal discepolo) preposte al destino dei Popoli, in quanto le relazioni astrali, planetarie e zodiacali, sono mutate radicalmente, o sono state invertite, col sopraggiungere dell’Epoca dell’Anima Cosciente.
L’aspetto tecnico dell’errore consiste nel fatto che le forze che si presume evocare ritualmente non sono fuori da tale evocare, sono forze che agiscono su se stesse, dall’astrale inferiore nell’astrale inferiore, costituendo il processo dell’Io.
Il reale compito del magismo solare è la trasmutazione di tali forze con disciplina interiore, trasmutazione intesa come sintesi iniziatico-imaginativa di quanto è disseminato nella Tradizione per agire direttamente nell’astrale superiore.
Da un certo punto di vista è quindi pregevole l’azione di inserimento in contesti rituali tradizionali sotto il vincolo del “culto conoscitivo”, di esercizi steineriani e scaligeriani per la liberazione del pensiero, un primo passo fondamentale, necessario ma non certo sufficiente al raggiungimento degli obiettivi di rinascita spirituale per l’Uomo dei Nuovi Tempi.
Le figure 1 e 2 sono tratte da La Missione di Michele (O.O. N° 194) Ed. Antroposofica, Milano 1998.
Come dice Scaligero: «Si può seguire una via ascetica e un rito in quanto si miri a un potere che soddisfi il servaggio dell’Io alla visione mondana dell’umano. Può essere la visione di un “ordine”, o di una “gerarchia” terrestre, o di una “potenza”, o persino di un regno del Cristo sulla terra, o di una comunità umana che restauri la naturalità animale e la semplicità primitiva: si tratta comunque di visioni che scaturiscono dalla rappresentazione legata al rappresentare secondo i sensi».
La via della Volontà Solare, infatti, muove per virtú di immaginazione attraverso la liberazione del pensiero. La magia immaginativa è l’arte del pensiero puro.
Dice Massimo che «Ove minimamente si disponga di una tale arte, può essere tentato il seguente esercizio. Si imagini una corrente circolare ovoidale che salga dall’addome e, all’altezza del plesso solare, attraversi il corpo, scenda giú lungo la spina dorsale, passi alla base di essa e risalga lungo l’addome sino a ritornare a passare per il plesso solare. Questa corrente va animata dapprima con un normale ritmo respiratorio, il piú calmo possibile, in modo che il moto ascendente (addome-plesso solare) sia impresso dalla inspirazione e il discendente (spina dorsale, perineo) dalla espirazione. L’esercizio non è un esercizio respiratorio, bensí imaginativo: perciò nella misura in cui la corrente cominci a circolare come per forza propria, il respiro deve cessare di essere l’avviatore del movimento: questo deve continuare per via di determinazione imaginativa. L’esercizio deve avere una durata di almeno tre minuti: qualsiasi ulteriorità di tempo può essere decisa intuitivamente dal discepolo. L’esercizio è tanto piú efficace, quanto meno impegni la tensione volitiva mentale e il respiro, ossia quanto piú si svolga grazie a determinazione interiore: esso non è consigliabile a chi già non possegga la disciplina della concentrazione e non abbia chiaro il concetto di un potenziamento del volere che serva lo Spirito e non le velleità mondane. Normalmente il rafforzamento del sistema della volontà dà luogo a un rafforzamento della brama e della sua capacità di soddisfarla».
La corrente del volere esige qui essere sorretta dalla consacrazione in un tenore della coscienza adeguato alla sacralizzazione dell’evento imaginativo sí da unificarsi con l’Io.
Le analogie con i metodi taoisti affrontati da Lu Tzu nel Mistero del Fiore d’Oro sono sorprendenti, ma il potenziamento degli aspetti immaginativi con l’attivazione immanente della Shakti è prerogativa esclusiva di Scaligero.
Quindi per Scaligero il momento rituale conforme alle Gerarchie Superiori muove all’interno del Corpo Eterico sacralizzandone l’evento laddove il discepolo agisce con la sua volontà, operando mediante il pensiero liberato. L’azione diretta del pensiero liberato sul corpo eterico è stimolatrice di un’azione trasformatrice che può essere operata soltanto dalle Potenze Cosmico-Trascendenti evocate da un Rito Eterico: il pensiero della concentrazione, il meditare l’idea pura. Operare ritualmente sul Corpo Eterico significa procedere verso la Vera Fraternitas.
Tale rito non può venire da discipline tradizionali, ma solo dall’ascesi dei nuovi tempi, o Ascesi Solare, che il discepolo può identificare, come dicevamo, nella via del Graal.
Coloro che eludono la disciplina del pensiero, operando ritualmente coltivano un potenziamento interiore illusorio di tipo psichico. Non manca a costoro lo sfondo mistico, astrologico, misterico, il linguaggio allegorico e solenne, ma invero, manca loro la Magia del Pensiero, la cui presenza implicherebbe un radicale mutamento della forma rituale dell’Opera. Manca a costoro la tecnica dell’immaginazione vivente, il veicolo mediante cui l’uomo di questo tempo restaura la comunione con il Sovrasensibile.
Per il futuro, occorrerà che sia percepita dall’umano la necessità di consacrazione di un gruppo di pochi, che hanno atteso con successo l’incontro con il loro Maestro sovrasensibile. Da questo livello scaturisce “l’alimento perenne”, o “cibo del Graal”; il nutrimento che restituisce la forza nel momento in cui ogni umana possibilità è esaurita per lasciare posto all’azione del Sovrasensibile sulla Terra.
Kether
P. S.: Onde attenersi il piú possibile al pensiero originario, il testo del presente articolo è intenzionalmente costruito, in alcune parti fondamentali, con brevi periodi estratti dagli scritti di Massimo Scaligero, in particolare da: Kundalini d’Occidente, Yoga Meditazione Magia, Magia Sacra, L’Uomo Interiore, Meditazione e Miracolo, Manuale Pratico della Meditazione e Graal Saggio sul Mistero del Sacro Amore.