Trinità divina e umana

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Trinità divina e umana

Trinità

 

Vorrei commentare l’immagine augurale che una gentile amica mi ha inviato, e che è impressa nell’imma­ginario di molti: una Trinità barbuta, mascolina, secondo il classico schema vetero-testamentario, che considera la donna assolutamente indegna di essere rappresentata come parte integrante della Divinità.

 

Benché il Cristo ci abbia detto nella preghiera da Lui istituita di rivolgerci al Padre, abbia proclamato se stesso Figlio e abbia indicato a Giovanni, dalla croce, che quella era sua Madre e al contempo Madre di tutti gli uomini sulla Terra, questo schema di Padre, Madre e Figlio non rientra in quell’ordine “giudaico-cristiano” che sin dalle origini della Chiesa è stato seguito: le tre persone della Trinità devono essere maschili e barbute.

 

È possibile immaginare degli esseri spirituali con la barba? Bisogna averne di fantasia! Quello che viene considerato l’“onor del mento” è un residuo di animalità che andrà superato, ma che denota tuttora forza, virtú e saggezza, di cui quindi dotare anche la Divinità tripartita. E lo Spirito Santo, considerato come “terza persona”, pur se rappresentato simbolicamente in veste di candida colomba, non può essere che maschile e barbuto, per poter essere all’altezza degli altri due.

 

Allo stesso modo Gesú, il Cristo, viene sempre rappresentato con la barba, perché solo in tale aspetto può essere un rabbi, un venerabile Maestro giudaico. Ma il Cristo non poteva essere il rappresentante di un solo popolo, anche se in esso si era incarnato. Egli era lo Spirito solare per eccellenza, l’Uomo realizzato, l’Alfa e l’Omega! Si può credere che il primo uomo, quello nato nella mente del Creatore, nelle intenzioni delle Gerarchie, fosse barbuto? E che l’Uomo realizzato, alla fine del tempi, lo sarà ancora? Il Cristo era questo: l’Uomo dell’inizio e della fine.

 

Il Cristo non aveva la barba. So che dirlo rappresenta quasi un anatema, una dissacrazione. L’immagine che ci è stata fornita, non solo dai santini gelosamente conservati nei messali, ma anche dalle raffigurazioni tanto amate e venerate dipinte dai grandi artisti del passato, è sempre stata di un Cristo Gesú con una fluente barba, magari a volte alleggerita e spiritualizzata da un colore biondo dorato…

 

Viso Rappresentante dell'umanità

 

La vera rappresentazione del Cristo ci viene testimoniata da Rudolf Steiner, con la figura del “Rappresentante dell’umanità”.

 

In realtà Gesú aveva caratteristiche fisiche molto diverse dai suoi contemporanei, sin dalla sua nascita, e ciò aveva causato il suo riconoscimento al momento della presentazione al tempio. Fu per questo che nonostante i destinati al patibolo fossero completamente denudati, per il Cristo il Mondo spirituale non permise che gli fosse tolto il panno che gli cingeva i lombi, unico tra i crocifissi.

 

Massimo mi disse un giorno che alla richiesta dei suoi discepoli, che si domandavano il perché del suo aspetto fisico tanto diverso dal loro, il Cristo Gesú rispose: «Io sono il Grande Eunuco».

 

Questa frase di Massimo mi è risuonata a lungo interiormente come un problema da risolvere in me. All’inizio non potevo accoglierla e condividerla. Dovetti fare un atto di fede, e mi fu difficile. Solo molto in seguito ho capito, e accettato.

 

Il tempo della divisione dei sessi è un breve periodo per l’umanità, ma in un’epoca non molto lontana, come ci è stato preconizzato da Rudolf Steiner, nell’uomo saranno riunite le due parti che furono divise, quella maschile e quella femminile. Tale divisione fu necessaria perché il richiamo dell’uomo verso la donna e della donna verso l’uomo fosse l’inizio dell’amore, che in futuro non dovrà piú essere basato sull’unione dei sessi ma sull’unione dei cuori.

 

E il Cristo, che era l’incarnazione dell’Amore universale, non poteva che essere contemporaneamente uomo e donna, e dunque un Androgine.

 

Lui è stato il primo, ma tutti noi dobbiamo perseguire tale scopo, attraverso le ripetute incarnazioni e un adeguato lavoro interiore, che avrà il suo riscontro in una trasformazione della struttura fisico-sensibile: una conquista che renderà necessario il superamento di ogni pulsione di bassa istintività.

 

Gender fluid

 

Chi credesse oggi di effettuare una tale riunione dei due sessi in sé, o la transizione da un sesso all’altro, magari con l’aiuto di sostanze chimiche, seguirebbe l’ispirazione di entità deviate luciferico-arimaniche. Queste suggeriscono di abbreviare i tempi, portando al presente un tale raggiungimento che riguarda epoche future, e degradandolo a un livello istintuale, con l’attuale orientamento “fluido” dell’identità di genere, comunemente chiamata, secondo il termine anglosassone, “gender fluid”.

 

Santissima Trinità

 

Questo scompaginamento delle figure tipiche della famiglia, padre-madre-figlio, rispecchianti quelle della Trinità divina, attualmente messo in atto dal “pensiero unico” che detta i nuovi orientamenti della collettività, dovrà necessariamente essere superato. È necessario assumere finalmente una sana visione della società, probabilmente organizzata in modo diverso dall’attuale, forse basata su comunità intenzionali, nelle quali ci si riunisca in una condivisione di lavoro, in cui i figli crescano a contatto con la natura e gli anziani non debbano temere di essere abbandonati in ospizi piú o meno confortevoli e organizzati, ma sempre lontani dagli affetti famigliari.

 

Tutto ciò che dovrà essere perseguito richiede un atteggiamento positivo, una volontà di superamento degli egoismi personali, del senso di supremazia verso l’altro, e al centro, affinché la comunità funzioni realmente, sarà necessario un profondo senso di fraternità illuminato da una vera Scienza dello Spirito.

 

Si raggiungeranno cosí delle comunità ispirate alla Divinità celeste Una e Trina, composta da Padre, Madre e Figlio, che sia simbolo e ideale per la trinità terrena volta verso lo Spirito.

 

 

Marina Sagramora