Al giovane Rudolf Steiner, nell’epoca in cui necessitava ancora di un lavoro per mantenersi, furono commissionate dall’Enciclopedia Pierer due voci: quella della Geologia e quella della Mineralogia. Il lavoro fu portato a termine con rapidità e precisione, e fu subito inserito nell’enciclopedia che doveva uscire a breve. Crediamo interessante leggere quanto fu pubblicato come risultato delle ricerche del giovane Rudolf.
GEOLOGIA dal greco gèo terra, lògos conoscenza: la scienza della struttura e dello sviluppo dei componenti della terra.
Indice: Concetto e definizione, storia e letteratura.
Concetto e definizione: La Geologia si divide in una parte descrittiva, la Geognosia, che ci mostra la terra nel suo insieme nelle odierne condizioni, ed in una parte speculativa, Geogania, che ci mostra come questo attuale aspetto si è progressivamente sviluppato.
La Geologia in generale è la parte che si occupa degli strati della crosta terrestre da noi conosciuti, cosí come la Geologia speciale li tratta separatamente e li suddivide in successivi capitoli:
- Petrografia (Litologia), vale a dire l’insegnamento delle rocce, quali formano i sei strati.
- Geotettonica, ossia l’insegnamento degli strati (stratigrafia) e delle condizioni della tettonica delle rocce.
- L’insegnamento sulla formazione (Geologia storica), cioè l’insegnamento sulla successione degli strati, sul loro graduale divenire e sul rapporto, nel loro sviluppo nel tempo, con la flora e la fauna attuale (Petresactologia, Paleontologia).
Storia e letteratura: L’origine di conoscenze geologiche si trova da un lato nei miti e nelle saghe dei popoli sulla nascita di fenomeni naturali manifesti, dall’altro nelle concezioni filosofico teologiche sulle ricerche sulla formazione della terra degli antichi filosofi Empedocle, Megastene, Ecateo.
Già Aristotele sviluppò una completa ipotesi geologica secondo la quale la terra è un organismo piú grande, in cui le diverse parti, in epoche differenti, subiscono un diverso grado di umidità e da ciò conseguono periodici cambiamenti di terra ed acque.
Leonardo da Vinci trasse delle conclusioni dalla presenza di fossili su ex fondi marini.
Nel medioevo non fu possibile uno sviluppo della Geologia dalla scienza, completamente subordinata alla teologia. Oltre a ciò per prima cosa fu necessaria una approfondita conoscenza dei minerali, ed in questa direzione, attraverso la creazione di una mineralogia scientifica, fu un precursore il medico tedesco Georg Agricola (1490-1555).
Fabio Colonna distinse 1.616 conchiglie di provenienza sia terrestre che marina.
Ma la gloria di aver costituito la Geologia come una scienza autonoma spetta ad un danese, Niels Stenone (1631-1686); nel 1669 egli pubblicò De solido inter solidum naturaliter contento del quale nel 1831, negli Ann. des sc. nat. T-XXV diede un riassunto Élie de Beaumont.
Già Stenone capí che i sei strati della crosta terrestre sono costituiti, con caratteristici fossili, da stratificazioni successive, l’una sull’altra, che si sono progressivamente formate a partire dalla loro primitiva posizione, grazie a scosse telluriche ed eruzioni vulcaniche. Egli ricondusse i moti al riempimenti ed alla spaccatura che si originano attraverso quel turbamento nella regolare successione degli strati.
L’inglese Martin Lister (1638-1712) spiegò i vulcani tramite scomposizione e accensione dei campi di zolfo situati al di sotto della crosta terrestre.
Il suo compatriota Robert Hooke (1635-1703) cercò di dimostrare nelle sue Lectures on Earthquakes che tutti i fossili derivano da organismi morti.
Dai fossili ritrovati in Inghilterra dedusse che un tempo questa regione era sommersa dal mare.
Nel 1689 Ed. Elwyd nel suo lavoro Iconographia litophilocii britannici espose l’opinione che in ciascuno degli strati terrestri ci fossero fossili ben precisi.
Da lui deriva la teoria dei fossili, prima per la nostra epoca, elaborata da V. Smith.
John Woodward nel suo lavoro Essay towards a natural history of the Earth ha dimostrato che i fossili traggono origine in parte da organismi terrestri, in parte da organismi marini. In lui vi è già l’anticipo di quella che sarà la Faciestheorie del XIX secolo.
Nel 1702 I. Pekiser forní le prime illustrazioni dei fossili vegetali.
Nel 1709 Gottfr. Mylius espose una successione degli strati delle pietre minerarie della Turingia.
Nel 1721 Ant. Valisneri espose l’idea che i fossili si siano invecchiati nel mare e nei fiumi e che nessun ruolo abbiano giocato le maree.
Nel 1740 Lazaro Moro comparve con il libro Dei Crostacei e degli altri corpi che troviamo nei monti.
Nel 1756 Füchsel si fece un’idea della primitiva tettonica orizzontale di tutti gli strati montuosi, spiegò la mancanza di uniformità della tettonica medesima con sollevamenti e dislocazioni del terreno, e per primo presentò l’idea della formazione geologica.
Di questo periodo sono pure P.S. Fallas (1741-1811) e Horace de Gauffure (1749-99).
Intorno al 1780 Abr. Gottl. Werner creò poi un nuovo sistema geologico completo. Per primo egli osservò la stratificazione e la tettonica delle rocce. Egli considerò la formazione del sesto strato terrestre come di origine puramente marina e l’attività vulcanica come completamente secondaria. Causa dell’attività vulcanica sono per lui le combustioni del sottosuolo. Per lui non ebbero alcun valore i sollevamenti e gli abbassamenti degli strati terrestri. Gli strati devono essere perfettamente regolari attraverso successive stratificazioni di provenienza dall’acqua. Egli ebbe un gran numero di allievi, sebbene la sua teoria fosse violentemente attaccata.
Suoi avversari furono Füchsel, Boigt, Charpentier, ma soprattutto l’inglese James Hutton (1726-1797), che elaborò l’ipotesi che tutte le rocce cristalline derivassero da eruzioni di liquidi incandescenti.
Le due differenti concezioni, rispettivamente quella di Werner e quella di Hutton, divisero la Geologia del tempo in due correnti apertamente contrapposte, che si combatterono fra loro molto aspramente.
William Smith (1769-1834) riconobbe, grazie ai suoi numerosi viaggi, la tettonica uniforme della roccia nell’Inghilterra sud-orientale, e utilizzò in modo piú preciso i fossili per identificare i singoli strati e fondò quindi la base per l’odierno insegnamento della formazione della terra. Grazie ai suoi sforzi sorse la Società geologica di Londra (1810) e la prima carta geologica dell’Inghilterra con precisi profili.
Fra i numerosi allievi di Werner si deve menzionare in particolare Leopold v. Buch (1774-1853). I suoi viaggi all’estero gli permisero di riordinare osservazioni su piú vasta scala. Sia in Italia, sia soprattutto nell’Auvergne (1812), si convinse che i vulcani dovessero derivare da combustioni della terra. Buch osservò poi che i vulcani di differenti regioni sono disposti a filiera, e che a queste file corrispondono grossi crepacci dai quali erompono verso l’alto le forze del sottosuolo. Buch fece inoltre osservazioni, foriere di ulteriori ricerche, sui porfidi e sulla trasformazione delle pietre calcaree in dolomite ad opera di infiltrazioni di vapori di magnesio di provenienza vulcanica.
A. von Humboldt (1769-1859), grazie ai suoi viaggi in America e nella Russia asiatica, ottenne importanti informazioni tanto sui vulcani e sui terremoti quanto su tutte le condizioni geologiche di quelle regioni.
In Francia vi furono poi le osservazioni oggettive e meritorie ad opera di Faujas de Saint Fond (1741-1852) e Dolomieu (1750-1801), forse come reazione alle ipotetiche teorie sulla formazione della terra di Buffon e J.C.de la Mètherie, grazie a d’Aubuisson (1769-1841), Héron de Villefosse (1774-1852), che introdusse l’insegnamento di Werner.
In Germania fu soprattutto A. Boué, che fece sue le idee di Hutton.
Le osservazioni piú precise per la Faciestheorie (teoria degli aspetti fenomenici) in questo periodo furono opera di Cuvier e di Alexandre Brougniart; per primi costoro parlarono di deviazioni organiche.
Anche nei periodi piú recenti del mondo rimane quindi una netta demarcazione delle singole formazioni spiegata dalle scosse delle rivoluzioni terrestri.
Già V. Buch aveva dimostrato innalzamenti e abbassamenti, nel corso di secoli, di grandi territori, ma certamente egli prese per buone, per i rilievi montuosi, la possibilità di improvvise dislocazioni.
George Scrope fu nominato per primo da De la Bèche e Poullet, ma Karl von Hoff (1771-1837) nella premiata pubblicazione Storia dei cambiamenti naturali nella superficie terrestre dimostrata dalla tradizione, ha sottolineato l’effetto su periodi di tempo piú lunghi analoghi ai cambiamenti nella solida crosta terrestre che si verificano oggi.
Negli anni 1831-1832 Charles Lyell pubblicò il suo Principles of Geology ove spiegò che attraverso modificazioni nella distribuzione dell’estensione rispettivamente di acqua e terra, attraverso un lento sollevamento e abbassamento del terreno, si possono ottenere i medesimi risultati, come pure attraverso catastrofi del tutto ipotetiche e non prevedibili scientificamente.
Lyell elenca i cambiamenti in corso nei loro effetti lenti ma potenti nel tempo, e li spiega con molti esempi ben eseguiti, anche se le sue osservazioni raccolte durante lunghi viaggi sono arrivate troppo tardi.
I lenti cambiamenti nella solida crosta terrestre evidenziati da Lyell hanno suggerito ad Ami Boué il metamorfismo che egli descrisse come terreno favorevole, e i geologi parteciparono allo studio dei dettagli in quel momento evolutivo, che presto sarebbe stato seguito da indagini chimiche piú approfondite.
Colui che riuscí maggiormente nello sfruttamento dei processi chimici al servizio della Geologia fu G. Bischof, che ha il grande merito di aver posto la chimica al servizio della Geologia. Egli per primo indicò l’importanza dell’analisi chimica per la spiegazione dell’origine dei processi della terra.
Attualmente la Geologia considera come suo compito, attraverso una completa conoscenza sperimentale di tutti gli strati della corteccia terrestre, spiegare gradualmente il processo della sua origine, fino a quando può spingersi la completezza.
MINERALOGIA: la scienza dei Minerali in rapporto a tutte le loro qualità e relazioni.
Indice: classificazione; storia e letteratura.
Classificazione: la mineralogia tratta non soltanto dei minerali finiti, ma anche di quelli in via di formazione o scomparsi.
La mineralogia è in senso stretto la descrizione dei minerali finiti, vale a dire delle loro qualità morfologiche, chimiche e fisiche.
Parte della mineralogia è la scienza della formazione nel tempo dei minerali, la mineralogonia, che comprende lo sviluppo dei minerali, la formazione dei minerali nello spazio, la scienza dell’uso delle pietre e dei minerali e l’insegnamento dell’impiego dei minerali.
In senso stretto la mineralogia si divide in una parte generale e in una parte speciale; la prima comprende la descrizione delle caratteristiche morfologiche, chimiche e fisiche dei minerali, la seconda la descrizione delle singole specie di minerali.
Storia e letteratura: Nell’antichità si trovano assai pochi cenni sulla conoscenza dei minerali.
Il primo minerale portato alla luce e lavorato fu denominato tubalco.
Già i Greci conoscevano vari minerali, se ne trova menzione nei lavori di Omero ed Esiodo, come pure negli scritti di Aristotele (384-322 a.C.) e di Teofrasto.
I medici greci Ippocrate (460-377 a.C.), Dioscoride (50 a. C. circa) e Galeno (150 d. C. circa) illustrarono l’uso medicinale di molti minerali.
Sotto i Romani, le loro cognizioni intorno ai minerali derivarono dai Greci, Plinio nella sua Naturalis Historia (libro 33-37) espose tutto l’insieme delle sue conoscenze di mineralogia.
Per primo fra gli Arabi, Avicenna (980-1037 d. C.) pubblicò una nuova opera di mineralogia.
È del 1500 il Bergbüchlein, il primo scritto in lingua tedesca di mineralogia, attribuito a Basilio Valentino.
Georg Agricola (1490-1555), a Chemnitz, per primo aprí la strada a una distinzione fondata sui caratteri esteriori. Il suo sistema rappresentò un momento della conoscenza dominante, che Konrad Gesner e Andrea Cisalpino seguirono nei loro scritti.
Da Bothius de Boot (1609) e da Brueckmann (1757) si ebbero le gemme preziose che Betreskten e Scheuchzer (1776) elaborarono.
Con Bechen, nella metà del XVII secolo, cominciò un periodo in cui si trovano descritte le proprietà chimiche dei minerali in maniera cosí accurata come mai prima.
Linneo nel 1736 costruí un sistema mineralogico, che divenne il preferito, poiché al suo interno ordinò i diversi generi, ognuno con la descrizione dei caratteri in maniera tale da poterli riconoscere.
La mineralogia progredí ulteriormente grazie a Wallerius; i suoi lavori sull’argomento sono i piú importanti per quel tempo.
Nell’ultimo quarto del XVIII secolo, grazie a A.G. Werner (1750-1817), a Freiberg, una strada del tutto nuova si aprí nella mineralogia. Una rigorosa classificazione delle caratteristiche esteriori per la distinzione dei minerali e una terminologia interamente tedesca furono la base di questa riforma. Werner tuttavia trascurò gli aspetti matematici e chimici della mineralogia. L’analisi chimica dei minerali si mantenne pressoché al passo con la mineralogia completamente rinnovata grazie all’opera di Werner.
Kirwan presentò numerosi tentativi di fusione con minerali; Klaproth e Baquelin non solo migliorarono il metodo dell’analisi, ma scoprirono anche parecchie terre e metalli nei minerali.
Di questo periodo furono Romé de l’Isle (Cristallographie, ou description de formes propres à tous les corps du règne minéral, 1783), e René Just Hauy (1743-1822), i fondatori della cristallografia, che piú tardi istruirono Weiss (1780-1856) e Mohs, allievi di Werner.
Nei loro studi di cristallografia Gustav Rose seguí il metodo di Weiss, Heidinge e piú tardi Raumann a Lipsia seguirono il metodo di Mohs.
Una molteplicità di scoperte piú importanti, la mineralogia la ottenne per quanto riguarda le proprietà ottiche grazie a Malus, Biot, Arago, Bremster, des Cloizeaux e Fresnel; per quanto concerne la fosforescenza grazie ad Heinriche Pearsall; per quanto attiene alle proprietà elettriche grazie a Koehler, Erdmann, G. Rose e Hankel. Su differenti princípi si basano i sistemi mineralogici di Haussmann, L. Gmelin, Kobell, Oken e Breitmann.
La mineralogia deve una grande quantità di nuovi orizzonti sulle conoscenze delle proporzioni fra i composti a Berzelius, e con lui ai suoi allievi Mitscherlich, H. Rose, Gmelin, Woehler, Arfwedson, come pure ad altri eccellenti chimici quali Buchholz, Lampedius, Pfaff, Kobell, Karsten, Boussingault, Berthier, Kammalsberg, Tschermak.
Le indagini e le sezioni microscopiche approdarono a nuove conoscenza sulla natura dei minerali.
I lavori di Rosenbusch, Zirkel e Bogelsang hanno aperto in Germania la via alle ricerche microscopiche, e successivamente nel 1850 Sorby, in Inghilterra, ha fatto ricerche sulle sezioni microscopiche.
Rudolf Steiner
Da: Pierers Universal-Lexikon Enzyklopädie, Berlin 1880 – Traduzione di Marco Monaldi.