Colonialismo e neocolonialismo
Il colonialismo ottocentesco e piú tardi il neocolonialismo hanno avuto un ruolo decisivo nel trasformare la vita dei popoli sottomessi. Popolazioni primitive che si trovavano in una condizione sognante, si sono ritrovate, nel corso di poche generazioni, a contatto con il freddo mondo della tecnica maturata in Occidente.
Questi fenomeni di accelerazione forzata hanno completamente stravolto la vita di tutta la Terra, distruggendo riferimenti tradizionali, etici, religiosi, linguistici. È indubbio però che gli europei e i nordamericani hanno esportato anche la cultura scientifica, le lingue, le capacità razionali, la mentalità pratica e perfino alcuni elementi della religione cristiana. È possibile perfino sostenere che durante il periodo coloniale, alcune potenze occidentali abbiano diffuso concetti di razionalità, educazione formale e istituzioni che in alcuni casi hanno avuto un impatto positivo sulle società dei territori colonizzati.
Tuttavia, è importante notare che spesso queste imposizioni erano accompagnate da una distruzione delle culture locali, dalle vessazioni, da una perdita di autonomia e dalla soppressione delle pratiche e delle conoscenze tradizionali. Va osservato che i popoli europei e i nordamericani hanno spesso utilizzato le colonie del Terzo Mondo per accrescere egoisticamente la loro ricchezza, gli agi e il benessere, e questi comportamenti non sono stati dimenticati da quei popoli.
Nuovi scenari
Veniamo al mondo di oggi: con il primo ventennio del XXI secolo, la civiltà Occidentale si ritrova ad essere messa all’angolo dai BRICS: Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. Le nazioni che hanno formalmente richiesto l’adesione ai BRICS oggi sono 13: Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Bangladesh, Venezuela, Argentina, Indonesia, Etiopia, Bahrain, Messico, Nigeria, Algeria, Egitto e Iran. Aggiungendo questi stati ai 5 membri fondatori: si giunge a un totale di quasi 5 miliardi di individui. Sono bastati duecentocinquanta anni e i vecchi colonizzatori ovvero gli anglofoni e gli europei, sono stati messi in condizione di perdere il controllo coloniale o neocoloniale del pianeta. I “non occidentali” si stanno organizzando politicamente, militarmente ed economicamente. Essi sono cementati da un’avversione antioccidentale e anti-anglofona, che di anno in anno diventa sempre piú palpabile e concreta.
Osservare la Storia
Domandiamoci: i colonialisti dell’800 potevano prevedere un simile capovolgimento di fronte? Potevano ipotizzare che l’esportazione coloniale educasse i colonizzati e che nel giro di sei, sette generazioni, si destassero nei popoli delle colonie capacità razionali ed attuative capaci di mettere in minoranza i colonialisti? La risposta è ovviamente negativa: i colonialisti non ci hanno minimamente pensato. La mentalità materialistica, soprattutto quella di rapina, lavora a breve termine e quindi non considera che all’interno di quei popoli estranei alla civiltà occidentale potessero incarnarsi degli spiriti evoluti. Nessun colonialista britannico è stato sfiorato dall’idea che in quattro o cinque generazioni l’India diventasse una potenza mondiale capace di insidiare lo strapotere del Regno Unito. E se l’India è oggi cosí potente (non dimentichiamo mai l’eterogenesi dei fini) lo è anche in virtú delle nefandezze e delle crudeltà britanniche che hanno fortificato uno spirito di popolo, permettendo che una degnissima figura come il Mahatma Gandhi riuscisse a pacificare musulmani e indú.
Oggi Nahandra Modi incarna le forze dell’avvenire mentre Carlo III ha le fattezze del triste tramonto di un impero in declino. Fin troppo facile sarebbe irridere “Sleepy Joe” il presidente statunitense, ormai ridotto a senile e pietoso manichino mediatico. Ciò che inquieta è il fatto che le sorti dell’Impero d’occidente siano nelle mani di una fazione pericolosamente priva di scrupoli morali e asservita agli Apparati dello Stato profondo e dell’industria bellica occidentale. Dietro a costoro ci sono potenze oscure e non umane. Preghiamo che non si giunga ad un catastrofico e distruttivo tentativo bellico globale tra occidente e “resto del mondo”. Questa visione a volo d’uccello della storia recente non deve alimentare in noi ansia o paura, anzi deve darci sollievo perché ci liberiamo dalla cappa di menzogna e irrealtà che potenze avverse tentano di inculcare.
La Storia in noi stessi
Fino a questo momento abbiamo scritto di Storia contemporanea cercando di fare luce su ciò che non può emergere nella narrazione mediatica dominante, narrazione che impedisce di vedere il decorso che sta cambiando il volto del pianeta. A questo punto facciamo un bel salto e cerchiamo di disvelare tra le pieghe della memoria, non piú i grandi eventi, ma la nostra Storia personale. La possibilità di illuminare con un pensiero rapido e disincantato il corso dei momenti fondanti della nostra vita è utile, indispensabile per un rafforzamento dell’Io. Stiamo parlando di una pratica (quella di fare il punto della propria vita) che ai nostri tempi ha bisogno di una tecnica specifica, una tecnica rievocativa del vissuto che non abbia nulla a che fare con gli psicologismi che oggi vanno per la maggiore. Tutti noi possiamo rievocare qualche incubo, legato alla sfera del sogno in cui la cosa peggiore è l’impossibilità di agire su noi stessi. Quel pesante disagio è la mancanza dell’Io. Ebbene, anche quando qualcuno si mette passivamente nelle mani di uno psicologo o di uno psicanalista che vada a sfruculiare nel torbidume della psiche, compie un’azione di rinuncia all’Io. Tanto piú che non sempre è garantito l’equilibrio psichico e la statura morale dell’operatore che dovrebbe svolgere il ruolo terapeutico. Non si tratta quindi di indugiare a lungo su tormentosi eventi passati che sommergono la coscienza, ma al contrario, esercitare la padronanza di osservazione dell’affresco di una vita, punto per punto, esperienza per esperienza in modo impersonale e disincantato.
Alcuni esempi
Esiste un esercizio che Massimo Scaligero consigliava ai bambini e alle persone che non avevano ancora la maturità o la possibilità per fare la concentrazione. Si tratta di osservare la lancetta di un orologio senza distogliere l’attenzione dalla lancetta stessa. Ebbene, siamo noi che possiamo creare il nostro orologio, rievocando situazioni chiave impresse nella memoria senza essere distratti da null’altro. Prendiamo tre situazioni chiave tratte dal libro della vita di chi scrive: il primo ricordo risale a quando avevo un anno e fui appoggiato sul letto della camera di mio nonno che stava molto male e prossimo alla morte: percepii che fu rallegrato dalla presenza del nipotino. Un secondo caso esemplare: ad un certo punto dell’esistenza di ogni bambino, si vive, un’esperienza. È il preciso momento in cui percepiamo l’“io sono qui”, staccato dal mondo. Si tratta dell’istante in cui abbiamo conosciuto per la prima volta noi stessi con le forze dell’anima. È un momento folgorante che vi invito a ricercare tra le pieghe della vostra memoria e che possiamo collocare nella mappa del vissuto. Il terzo esempio: da giovane in vacanza, ero solo in montagna e avevo dormito in un fienile. In quell’occasione mi svegliai di fronte a un panorama incantato: la trasparenza e la calma del lago di Fusine mi connesse con il Divino in un profondo stato di calma interiore. Noi non possiamo passare davanti alla vita senza farci caso, ma come organizzare e disporre questa valigia di ricordi?
La tabella di Cronos
Prendetevi abbastanza tempo e isolatevi in una stanza con un tavolo. La trasformazione del vissuto in una specie di schema “Excel” sarà un’operazione lunga nella parte preparatoria, ma in seguito vi permetterà di spostarvi con la rapidità del vento da un’evocazione all’altra. Vi servirà anche un righello, un grande foglio a quadretti (unite pure quelli dei compiti in classe) o, meglio ancora, procuratevi un foglio quadrettato di grandissime dimensioni di quelli che vengono usati sulle lavagne. Appenderemo il cartello per un certo periodo come fanno i poliziotti nei film gialli, poi lo riporremo in un luogo adatto in cui ripescarlo il giorno del compleanno o in altri momenti importanti dell’anno come la festa dell’Arcangelo Michele. Una matita, una gomma e dei pennarelli per ripassare ed evidenziare i dati certi, completerà l’attrezzatura necessaria.
A questo punto tracciate la colonna superiore e orizzontale dei titoli: ANNO, ETÀ, LUOGHI, SCUOLA/ LAVORO, VACANZE, MAESTRI, AMORI, NASCITE DI FIGLI E NIPOTI, LUTTI, ESERCIZI SPIRITUALI, MALATTIE ECC. Aggiungete pure altre colonne. Una volta terminato il lavoro sulla riga orizzontale dei titoli, potremo ora iniziare la compilazione delle colonne verticali. Nella prima metteremo il nostro anno di nascita fino all’anno in corso. Nella seconda colonna avremo l’età raggiunta.
Il volere nel ricordo
Create pazientemente queste due colonne verticali dalla nascita all’anno in corso entreremo nella sfera della memoria vera e propria. Nella terza colonna scriveremo i luoghi dove siamo nati e vissuti. Poi le vacanze, soprattutto quelle estive. Vedrete che potrete disporre di uno sciame di ricordi ben ordinati ed è utile rivedere i maestri, le persone che ci hanno formato e hanno sollevato in noi ammirazione. Non incollate le fotografie sul tabellone ma eventualmente sfogliate gli album e cercate di evocare ambienti, scene e ricordi. Si tratta di inserire in un indice temporale, un pensiero obiettivo, che ci riguarda profondamente. Una volta che avrete completato la stesura potrete sgranare i ricordi specifici. Allora inizia una nuova fase che darà sicuramente risultati luminosi. Siamo all’opposto di ciò che accade quando qualche giovane viene risucchiato ipnoticamente su Instagram o quando qualche anziano si perde facendo zapping tra i canali televisivi. Ora è l’Io che dispone di uno strumento in piú, poiché sta organizzando il volere nel ricordo. Come una creatura dell’aria possiamo osservare in trasparenza e senza coinvolgimento emotivo sopraffacente, anche i ricordi più penosi, i gravi pesi dell’anima, per poi passare a volo d’uccello verso regioni piú libere.
La luce della memoria
Indugiare nel pantano di ricordi assillanti allontana le forze dell’Io. Non dovete fare esami di coscienza provando vergogna o sensi di colpa per presunti errori o mancanze. Osservate i ricordi senza moralismi e pedanterie: ciò che è stato ha una sua santità e una ragione. Nell’errore c’è sempre una richiesta di ulteriore miglioramento.
Una volta terminata la tabella di Cronos potrete anche fare delle rapide incursioni all’indietro in visione retrospettiva. Insomma, la tabella del tempo è uno strumento, che vi permetterà di guardare la vostra vita con il punto di vista di chi dall’alto rivede il panorama.
Buon lavoro!
Salvino Ruoli