Uscire dal vortice ipnotico della menzogna
I fatti del mondo raramente appaiono intellegibili, anzi il piú delle volte sono nascosti tra le pieghe del non detto. Già mezzo secolo fa, Massimo Scaligero consigliava di leggere le notizie rivelatrici cercandole, non tanto nei titoli roboanti, ma anche tra i trafiletti marginali della stampa. La narrazione giornalistica segue le indicazioni dei vari apparati statali, delle forze economiche e delle bande culturali. Le notizie che emergono nel sistema mediatico sono generalmente pilotate, tendenziose e non attendibili. Quella che viene definita “l’agenda”, ovvero i fatti importanti del giorno, è la risultante di una guerra di fazioni in cui i diversi gruppi di potere cercano di attrarre l’opinione pubblica. Abbiamo la possibilità di uscire da questo vortice ipnotico (che si è accentuato nell’ultimo secolo), ma oggi piú di ieri è necessario essere dotati di un potere individuale di discernimento, accompagnato ovviamente dal senso del vero che alberga nel cuore. Il requisito base per avvicinarsi alla veridicità è quindi l’intelletto educato attraverso l’esercizio pluri-quotidiano del controllo del pensiero. Difficilissimo è iniziare a leggere la realtà personale e collettiva senza una specifica e correttiva educazione del pensiero.
Come affrontare le notizie separando i fatti dalla menzogna
C’è un libro con una serie di conferenze tenute a Dornach tra il 1916 e il 1917 da Rudolf Steiner. Oggi quelle conferenze le possiamo finalmente trovare in una preziosa ristampa con il titolo: Il Karma della Non Veridicità – Considerazioni sull’attuale periodo storico II. Ebbene, in queste esposizioni magistrali che hanno ormai piú di cento anni, si può leggere e studiare una analisi della realtà dei fatti di quel tempo. Oggi, visti i mezzi raffinatissimi che la tecnologia concede alla comunicazione, la situazione è peggiorata. Questo separare i semi dalla pula mediatica, fa parte dell’attività spirituale a cui siamo chiamati nella presente epoca intessuta di non veridicità.
11 settembre 2001
Un esempio eloquente di non veridicità mediatica riguarda i fatti dell’11 settembre a New York. Ancora oggi, con prove alla mano, per molti c’è una incapacità di fondo nel poter accettare l’idea che forze alberganti nell’ordine costituito (e non dei presunti terroristi di origine islamica), possano avere attuato un evento funesto di quella portata. Ci furono tremila morti e la distruzione del cuore simbolico di una città. Lo scopo funzionale di questo crimine fu quello di esercitare odio, ma soprattutto paura nei cittadini. La narrazione propagandistica, non riguarda solo l’Occidente, ma tutto il pianeta. Sarebbe ingenuo pensare che in Russia, in Cina o in Uganda vi siano fonti di stampa sempre attendibili.
Il paradiso non sta in terra
La premessa necessaria per leggere la realtà richiede, a monte, una riflessione di ordine generale. Non dobbiamo illuderci che il mondo possa tramutarsi in un luogo paradisiaco.
Leggiamo le parole di Rudolf Steiner tratte dal libro summenzionato: «Bisogna essere profondamente convinti che non si può capire il mondo se nella realtà non si vedono i necessari conflitti che vi immettono la tragicità. E al tempo stesso pensare che sul piano fisico ci possa essere qualcosa di simile a un paradiso significa non capire affatto la caratteristica specifica del piano fisico. Il paradiso non sta in terra».
In questo assunto ci sono tre elementi che non dovrebbero sfuggirci:
A) Il paradiso non sta in terra. Sinteticamente queste parole ci spiegano che non dobbiamo incorrere nell’errore di voler pretendere che la nostra realtà terrestre possa essere trasformata in una dimora perfetta dove tutto scorre ordinato dal Bello, dal Buono, dal Vero.
B) Il piano fisico non può per sua natura raggiungere la perfezione del piano spirituale. La caratteristica specifica del piano fisico è l’incompiutezza, la materia assume sempre in sé una componente di ordine e di disordine, di crescita e di declino, e perfino di caos.
C) Le parole chiave del terzo postulato non devono assolutamente sfuggirci, quei necessari conflittiche immettono tragicità nella Storia umana ci dice tutto: per l’essere umano i conflitti sono purtroppo, per ora, karmicamente necessari.
Il senso del Bene e del Male
Ci troviamo cosí di fronte al piú stringente dilemma umano: quello del perché del Bene e del Male. Esiste una differenza sostanziale tra coloro che tentano di spiegare e comprendere il senso dell’Ombra e della Luce e tutti quelli che sentendosi impotenti, sgomenti e annichiliti preferiscono non affrontare il principale problema dell’esistenza in Terra. I primi affrontano la vita secondo una prospettiva umana, i secondi invece sono afferrati da una prospettiva animale. È l’animale, infatti, l’essere che non è assolutamente in grado di dare spiegazione al dolore. A margine dobbiamo ricordarci che la condizione animale è gioiosa ma anche tragica, in quanto privata della capacità di dare una spiegazione alla propria sofferenza.
L’amore che noi uomini proviamo per gli animali dovrebbe essere sconfinato, poiché riconosciamo in essi l’incapacità di sfiorare il senso delle cose. L’essere umano non nasce consapevole, lo diventa nel tempo attraverso una complessa evoluzione. Molti uomini però, non riescono neppure ad intravedere il senso della malattia, del dolore e della morte. Costoro andrebbero aiutati ad uscire dal pozzo profondo di insensatezza esistenziale in cui si trovano. Parliamo in questo caso di uomini senza Io o con un Io debolissimo. Una buona parte di questi compagni di strada si abbarbica alle illusioni terrene e diventa sommamente egoista, trovando sul proprio cammino una serie di enigmi apparentemente irrisolvibili. Subiscono delusioni che si rinnoveranno di vita in vita, fintanto che non svilupperanno la necessità della coscienza profonda che dà ragione e senso alle cose. La tragicità insita nella vita terrena ha quindi una funzione: aiutare liberamente l’essere umano ad evolvere verso il Principio Ordinatore dell’Io che lo affranchi dal caos esistenziale. Questo il motivo per cui non esiste il paradiso in terra, il motivo per cui ci sono conflitti che immettono tragicità e il motivo per cui questi conflitti sono necessari.
Il riemergere degli spiriti nazionali
I conflitti necessari a cui stiamo assistendo sono sconvolgenti anche a livello geopolitico. In questi ultimi anni stanno attuandosi dei riposizionamenti internazionali imprevedibili. Sono cambiamenti dettati spesso da oligarchie politiche, militari, economiche e culturali che tentano di imporre la supremazia degli uni a danno degli altri. Si tratta di una “guerra per bande” come avevamo già scritto su questa stessa rivista nel novembre del 2021. Decifrare la realtà superando la non veridicità ci impone, ancora una volta, uno sforzo dell’Io capace di accogliere con spregiudicatezza l’osservazione dei fatti. L’impensabile non dovrebbe essere impensabile ma pensato. Era impensabile fino a pochi anni or sono, ad esempio, che la globalizzazione e il globalismo con la totale americanizzazione del mondo finisse; invece sta finendo tra inauditi colpi di coda. E il crollo di quest’idea (demoniaca se assunta a livello politico) non viene ancora avvertito in quanto la guerra, anche quella delle menzogne, è in corso. Eppure, se diventiamo un poco alchimisti e distilliamo le notizie, magari leggendo i trafiletti a fondo pagina, come consigliava Massimo Scaligero, ci dovremmo accorgere che il dato sostanziale è quello che vede il riemergere degli spiriti nazionali dopo decenni di crudele globalismo.
Un altro giro di ruota: Francia e Germania
La ritirata precipitosa dall’Afghanistan e l’edificazione di un nuovo muro tra l’Europa e la Russia ci fanno comprendere che gli Stati Uniti stanno per voltare pagina e hanno deciso l’arroccamento e il consolidamento delle proprie posizioni. In pratica, riconosciuta la sconfitta del globalismo, si sta profilando un mondo a blocchi imperiali simile a quello della guerra fredda dell’altro secolo, e simile a quanto già profetizzato da George Orwell. È in questo modo che i nuovi piani imperiali statunitensi hanno deciso di lasciar perdere le velleità di dominio mondiale e di tenere l’Europa e il Giappone quale riserva economica da spolpare. L’Africa francese è stata ceduta a Cina e Russia, mentre l’approvvigionamento energetico della Germania è stato interrotto con la recisione del gas siberiano. L’asse franco-tedesco su cui poggiava l’Unione europea (sempre piú legata alla banda di Davos) viene indebolito perché sono indebolite Francia (senza uranio) e Germania (senza gas). Già nel 1956 era avvenuto qualcosa del genere con la crisi di Suez: gli Stati Uniti non avevano appoggiato britannici, francesi ed israeliani e fu cosí che dopo Suez declinò ulteriormente il dominio militare (non quello finanziario) britannico. Ora avviene la stessa cosa in Africa ai danni dei francesi con la morte del Franco Francese nella Comunità Finanziaria Africana (CFA). Sono fatti eclatanti che cambiano la faccia del mondo, fatti che meriterebbero titoloni in prima pagina, eppure nessuno ne parla al di fuori di un marginale gruppo di persone dotate di pensiero critico. Nessuno continua a sottolineare il fatto fondamentale: i soggetti in campo sono sempre di piú gli spiriti delle diverse nazioni. Si è compiuto un altro giro di ruota.
L’incredulità “necessaria”
Arriviamo ora al punto dell’incredulità di chi non vuole ascoltare la descrizione puntuale dei fatti. Anche con l’ultima psico-pandemia abbiamo notato che gran parte delle persone sono state risucchiate nel vortice ipnotico e non vogliono considerare nel modo piú assoluto l’ipotesi di essere state avvelenate e raggirate da forze demoniache che agiscono negli apparati dello Stato. L’incapacità sostanziale a credere che lo Stato possa essere corresponsabile del Male, ha radici nella psicologia infantile. Giustamente i bambini sono dotati di una candida devozione nei confronti dei genitori, per cui non riescono a capacitarsi del male prodotto, da questi, ai loro danni. Del resto, anche gli adulti hanno un istinto di conservazione e amore speciale verso i discendenti di sangue. Il sillogismo: “mio figlio non può essere cattivo”, fa il pari con: “i genitori sono sempre le migliori persone al mondo”. A ben vedere questi due comportamenti sono analoghi e appartengono al mondo animale che richiede fiducia cieca tra genitori e prole. Cercare di convincere uno statunitense che la catastrofe dell’11 settembre sia stata ordita e attuata da settori del loro governo è quindi un’impresa titanica. Lo stesso dicasi per un italiano medio che non riesce ad accettare l’idea che i vaccini venefici siano stati imposti con l’idea di affermare una dittatura biopolitica. Dispiegando anche puntualmente ogni elemento razionale l’uomo non evoluto si rifiuta di credere ai dati obiettivi, poiché c’è troppa sofferenza nel riconoscere che chi ci governa possa attuare comportamenti criminali. Sono pensieri troppo sconvolgenti in quanto minano la fiducia nel principio ordinativo dello Stato, come la presa di coscienza del male apportato dai genitori può minare una famiglia.
Valore rivoluzionario della preghiera
Non dovremmo odiare o disprezzare chi non ha la forza di comprendere e non dobbiamo denominare “covidioti” coloro che si sono piegati e alle volte ci hanno perseguitato e irriso durante la psicopandemia. La risposta che possiamo dare è quella di chiedere disinteressatamente al Divino che forze di comprensione si facciano largo, quando è possibile. I giusti pensieri arriveranno, indipendentemente da noi, anche se non in presenza diretta delle persone interessate. La preghiera, quando è impersonale, arriva anche a distanza, soprattutto se riusciamo a credere a quel: “Sia fatta la tua volontà” che ci insegna che non basta sbraitare nelle strade. È sempre piú necessario avvicinarci su un piano piú sottile a chi non ha la forza di comprendere. Tant’è che, si noti bene, le piú incisive manifestazioni pubbliche sono le lucciolate silenziose, poiché il tacitare le urla e accendere le luci nella notte, moltiplica la volontà. La preghiera disinteressata è un atto efficacissimo e “rivoluzionario”. Non deve esserci egoismo nella preghiera, è assurdo pregare per ottenere delle vincite al lotto, sbagliata è la faziosità, chi si rivolge al Divino chiedendo la vittoria politica. Oggi è in errore perfino chi chiede la vittoria militare della propria nazione. Ammesso e concesso, di aver colto nel segno le ragioni di un singolo punto di vista, c’è una saggezza e un equilibrio nell’evoluzione umana che dobbiamo riconoscere. La condizione dialettica del non Iniziato, non può valutare il corso di tutti gli eventi. Alle volte, anzi quasi sempre, lo Spirito nell’epoca di Michele, agisce “Per eterogenesi dei fini” e quindi può accadere che un’apparente vittoria del Male, si trasformi in Bene, oppure che un’apparente affermazione di ciò che consideriamo “bene” possa essere non in linea con le esigenze karmiche di una determinata comunità. Possiamo quindi pregare per il risveglio delle anime, ma dobbiamo accompagnare questa richiesta con un fervido calore, non impregnato di odio, verso quei poveri esseri, posti magari ai vertici della società, che essendo privi di Io divengono strumento di qualcosa d’altro.
Salvino Ruoli