Sant’Angelo in Panzo, un luogo poco noto in Assisi

Siti e miti

Sant’Angelo in Panzo, un luogo poco noto in Assisi

 

Sant'Angelo in Panzo

 

Pochi sanno, tra chi visita Assisi, che ap­pena fuori dal centro storico, lungo la strada che sale al Subasio dalla parte dell’Abbazia di San Benedetto, esiste un luogo carico di storia e di forza, chiamato Sant’Angelo in Panzo.

 

Vedremo in brevi note di tracciarne la storia dall’origine fino ad oggi, servendoci di documenti e attingendo ai testi di Arnaldo Fortini, storico assisano che nella metà del secolo scorso scrisse e studiò molto su Assisi e la figura di San Francesco.

 

Sant’Angelo in Panzo, un cenobio benedettino che risale al X secolo, sorge su un luogo colli­nare ora circondato da centinaia di olivi, che un’Azienda Agricola coltiva con passione con metodo biologico producendo dell’ottimo extravergine d’oliva.

 

Il cenobio, dedicato a Michele Arcangelo e a Lui dedicato per una Sua intercessione che mise pace tra fazioni avverse del posto, è attualmente all’interno di una villa cinque-seicentesca, la Villa di Panzo, che deve il nome ad una antica famiglia, i Pantius, che ne furono proprietari.

 

Sant'Angelo in Panzo 2

 

Pur se restaurato, il piccolo edificio religioso ancora emana suggestione e sacralità, e accanto una fonte sgorga fresca tra il verde e ci ricorda che il luogo fu sacro e frequentato già dai tempi di Roma, come attesta un’iscrizione sul posto.

 

Lapide

 

La villa, nelle sue forme attuali, è frutto di restauri suc­cessivi che comunque hanno rispettato le strutture originarie; l’uso della pietra locale, gli archi, le grandi sale a volte danno un senso di severità ma al tempo stesso di leggerezza.

 

Il giardino all’italiana nel suo interno, con essenze aboree tipiche della macchia mediterranea, concorrono a formare un insieme armonioso e appartato, dato che il luogo è fuori dagli itinerari del turismo classico di Assisi.

 

Contattando l’Azienda Agricola che lo ha in gestione dai proprietari, si possono concordare visite guidate.

 

Ma veniamo a Sant’Angelo. Questo luogo di culto, fon­dato dai benedettini durante la loro espansione e bonifica di tanti siti in Umbria, fu teatro di un episodio legato alla vita di San Francesco e Santa Chiara.

 

Santa Chiara e Sant’Agnese

Santa Chiara e Sant’Agnese

 

Qui si rifugiò la Santa poco dopo aver preso i voti e dopo breve tempo la raggiunse la sorella Agnese, lei pure chiamata a servire il Cristo.

 

Narrano le cronache che il padre, con i famigliari, fecero irruzione per tentare di dissuadere Agnese e riportarla a casa. I fatti raccontano che ella non si oppose, ma quando i suoi tentarono di portarla via con la forza, la trovarono tanto pesante da non riuscire a smuoverla!

 

Ebbero cosí un “segno” che indicava che la sua strada era sulla via di Francesco e della sorella Chiara.

 

Va segnalato infine, a concludere questi brevi appunti, che la famiglia di Chiara possedeva un fortilizio, detto Castello di Sasso Rosso, che sorgeva poco distante, su pen­dii rocciosi circondati da leccete, al confine tra Assisi e Spello. Di questo rimangono tuttora dei ruderi in pietra. 

 

Ruderi del Castello di Sasso Rosso

Ruderi del Castello di Sasso Rosso

 

Era un luogo dove si riscuoteva pedaggio, e fu conteso anche aspramente tra il Comune d’Assisi e i proprietari del casato di Chiara, che lo avevano ricevuto dall’Imperatore.

 

Santa Chiara e San Francesco

Santa Chiara e San Francesco

 

È documentato anche che Francesco, sedicenne, partecipò insieme al padre ad una spedizione armata con i Comunali di Assisi nel tentativo di espugnarlo.                

 

Anni dopo, deposte le armi di cavaliere, avrebbe coronato con Chiara una unione fondata sulla Parola del Cristo, da diffondere con l’esempio e la predicazione agli uomini di quel tempo e a chi poi avrebbe accolto il loro messaggio di pace.

 

 

Davide Testa