In questo dolce
autunno del Nord
gli oleandri
d’intenso rosa
son rifioriti.
Un vento leggero
li muove
e li accarezza
in un giorno
sereno
di chiaro sole.
Come se fosse
lontano
l’autunno
ancora
in questo
tiepido Nord
Alda Gallerano
Care Ondine,
fluttuanti tra i rivi alpestri,
sospiranti nell’aere
che s’ingrigia,
tremolanti
nel soffio dei venti,
mormoranti tra foglie
cangianti colore,
solo grazie
capace di dirvi
io sono,
per l’arrivo d’autunno,
per ispirare
pensieri di luce
quando la luce
diventa piú tenue,
e la terra
riaccoglie in grembo
i vapori saliti
per toccare le stelle
nelle notti
di San Lorenzo.
Luca Massaro
CAMPAGNA SOLA
Attiguo al rudere sghembo
con lo sguardo divelto
s’abbraccia un cortile
con siepi e allegre corolle.
La terra ricorda di aratri
e di canti di stoppie
di braccia e sudori pagati
all’alba sui solchi
di becchi che frugano furbi
e latrati notturni,
di muggiti,
profondi nitriti
e mesti belati.
Un cardo viola e solingo
tra paglie marcite
racconta a un tarassaco stanco
di aie passate, di giochi
e di feste e di fieno
stipato con cura
di vino goduto tra trebbie
e banchetti nuziali.
Nostalgia di veri profumi
e focolari invernali
delle nebbie e dei soli,
delle secche e dei venti,
rosari corali
e bimbi assonnati,
legami stracciati
come tele dipinte
di antiche visioni
ingiallite.
Restano i muri di pietra
del rudere sghembo
a proteggere l’orma
e i rottami di vita sincera
e lo sguardo divelto
di mute finestre accecate
s’allunga al futuro
con triste e amaro presagio:
la terra fraterna
generosa di doni e testarda
langue amicizia
sacrificio versato
e passione.
Marcello Sebastiani
DESERTO
Di deserto ci si ammala:
ci si innamora
delle albe, dei tramonti,
delle stelle cosí vicine
che sembra poterle accarezzare.
Dune di sabbia
uguali e illimitate
capaci di mutarsi con il vento.
Sono come
i miei personaggi principali
con la loro ricchezza psicologica,
capaci di muoversi,
svilupparsi, trasformarsi,
senza essere mai prigionieri.
Sono sola
in questa musicalità irreale.
Il vento solleva
microscopici granelli di sabbia
che sfiorano il mio viso.
Ci sono presenze,
voci confuse,
irreali antenne
che cercano qualcosa nel cielo:
non piú uno spazio fisico
ma animico,
che porta i suoni verso l’alto.
Forse è soltanto un sogno
che riempie questo silenzio
e crea immagini.
La lettura placa l’inquietudine
del mio spirito,
allarga il mio respiro,
arricchisce la mia esperienza,
mi permette di diventare
padrona del vuoto.
Non cerco altra felicità,
altra gloria, tranne
quella della creazione.
Sono sola.
Il vento soffia piú freddo.
Ascolto Beethoven.
In quelle note si intuiscono
personaggi con cui vivo
e parlo…
Dipinto e lirica di Liliana Macera