Liriche e arti figurative

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Liriche e arti figurative

 

Carmelo Nino Trovato «Le 7 rose»

Carmelo Nino Trovato «Le 7 rose»

 




 

Autunno fiorito

 

In questo dolce

autunno del Nord

gli oleandri

d’intenso rosa

son rifioriti.

Un vento leggero

li muove

e li accarezza

in un giorno

sereno

di chiaro sole.

Come se fosse

lontano

l’autunno

ancora

in questo

tiepido Nord

 

Alda Gallerano

 




 

Bosco in autunno

 

Care Ondine,

fluttuanti tra i rivi alpestri,

sospiranti nell’aere

che s’ingrigia,

tremolanti

nel soffio dei venti,

mormoranti tra foglie

cangianti colore,

solo grazie

capace di dirvi

io sono,

per l’arrivo d’autunno,

per ispirare

pensieri di luce

quando la luce

diventa piú tenue,

e la terra

riaccoglie in grembo

i vapori saliti

per toccare le stelle

nelle notti

di San Lorenzo.

 

 

Luca Massaro

 




 

CAMPAGNA SOLA

 

Fattoria abbandonata

 

Attiguo al rudere sghembo

con lo sguardo divelto

s’abbraccia un cortile

con siepi e allegre corolle.

La terra ricorda di aratri

e di canti di stoppie

di braccia e sudori pagati

all’alba sui solchi

di becchi che frugano furbi

e latrati notturni,

di muggiti,

profondi nitriti

e mesti belati.

Un cardo viola e solingo

tra paglie marcite

racconta a un tarassaco stanco

di aie passate, di giochi

e di feste e di fieno

stipato con cura

di vino goduto tra trebbie

e banchetti nuziali.

Nostalgia di veri profumi

e focolari invernali

delle nebbie e dei soli,

delle secche e dei venti,

rosari corali

e bimbi assonnati,

legami stracciati

come tele dipinte

di antiche visioni

ingiallite.

Restano i muri di pietra

del rudere sghembo

a proteggere l’orma

e i rottami di vita sincera

e lo sguardo divelto

di mute finestre accecate

s’allunga al futuro

con triste e amaro presagio:

la terra fraterna

generosa di doni e testarda

langue amicizia

sacrificio versato

e passione.

 

 

Marcello Sebastiani

 




 

DESERTO

 

Deserto

 

Di deserto ci si ammala:

ci si innamora

delle albe, dei tramonti,

delle stelle cosí vicine

che sembra poterle accarezzare.

Dune di sabbia

uguali e illimitate

capaci di mutarsi con il vento.

Sono come

i miei personaggi principali

con la loro ricchezza psicologica,

capaci di muoversi,

svilupparsi, trasformarsi,

senza essere mai prigionieri.

Sono sola

in questa musicalità irreale.

Il vento solleva

microscopici granelli di sabbia

che sfiorano il mio viso.

Ci sono presenze,

voci confuse,

irreali antenne

che cercano qualcosa nel cielo:

non piú uno spazio fisico

ma animico,

che porta i suoni verso l’alto.

Forse è soltanto un sogno

che riempie questo silenzio

e crea immagini.

La lettura placa l’inquietudine

del mio spirito,

allarga il mio respiro,

arricchisce la mia esperienza,

mi permette di diventare

padrona del vuoto.

Non cerco altra felicità,

altra gloria, tranne

quella della creazione.

Sono sola.

Il vento soffia piú freddo.

Ascolto Beethoven.

In quelle note si intuiscono

personaggi con cui vivo

e parlo…

 

 

Dipinto e lirica di Liliana Macera