Bernardo di Clairvaux, o Chiaravalle, nasce nel castello di Fontaine presso Digione nel 1090.
A vent’anni abbraccia la vita monastica nell’Abbazia di Citeaux, dove vigeva la Regola benedettina piú stretta, con una maggiore adesione al testo letterale della medesima, senza aggiunte o riduzioni operate a Cluny. Si intendeva praticare un ritorno al lavoro manuale, all’austerità del silenzio e della solitudine.
Da allora Bernardo diviene man mano figura di primo piano dell’Ordine Cistercense, fonda e dirige nuove abbazie che sorgono in Francia e altrove, anche in Italia.
Diviene cosí consigliere di re, vescovi e papi. Uno di questi, Eugenio III, proviene dalle file dei monaci cistercensi.
Fine oratore e scrittore di testi sacri, famosi i suoi Sermoni per le Feste della Madonna, Bernardo da Chiaravalle fu figura possente all’interno di una Chiesa che lui voleva riportare nell’alveo del Vangelo.
Va ricordato che fu tra i promotori dell’Ordine dei Cavalieri del Tempio, i Templari, per i quali scrisse una Regola intitolata “Elogio della Nuova Cavalleria, ai Cavalieri del Tempio”, un Ordine che segnerà la storia di quei tempi e di cui in piú conferenze Rudolf Steiner ebbe a parlare, descrivendo la loro funzione e il loro inserirsi nel disegno di Provvidenza dell’evoluzione dei tempi.
Chiaravalle di Fiastra prende il nome dal fiume che scorre poco distante, sorge non lontana da Tolentino, in provincia di Macerata, in un contesto di rara bellezza tra coltivi e selve solcate da limpide acque.
La sua storia data dall’anno 1142 quando un gruppo di dodici monaci cistercensi provenienti da Chiaravalle di Milano, e guidati dallo stesso Bernardo, ricevono in dono dal Duca di Spoleto e Marchese di Ancona, Guarnerio II, alcuni territori perché vi costruiscano un’Abbazia.
La vallata era ricca di boschi e di acque, e i monaci dovettero cosí trovare una corrispondenza ideale con il modo di vita che avevano scelto di condurre.
Iniziarono subito i lavori che si protrassero per circa cinquant’anni, sotto la direzione di architetti francesi, che seguirono il modello dell’architettura romanica borgognona.
Nel XIII secolo l’Abbazia ebbe il suo apice con la presenza di circa duecento monaci e amministrava gran parte del territorio maceratese con chiese e monasteri.
Dal XIV secolo iniziò un lento ma inesorabile declino causato da saccheggi e scorrerie delle milizie prima di Giovanni Acuto e poi di Braccio da Montone: Dopo d’allora ulteriori vicende e il passaggio alla Congregazione della Compagnia di Gesú ne chiudono la storia.
Il 21 marzo 1985 dall’Abbazia di Chiaravalle di Milano una comunità di Cistercensi, su invito del clero locale, torna ad occupare parte dell’antico monastero per rivivere, come una volta, l’osservanza della Regola di San Benedetto, ma nel giugno del 2018 torna il silenzio tra quelle mura, poiché la comunità ritorna alla casa madre di Milano. Dietro questi corsi e ricorsi della Storia, noi sappiamo che si cela comunque il disegno della Provvidenza.
Davide Testa