Nella “Casa del Pane” l’uomo è in armi,
e la sconvolta mangiatoia è un bunker
dove risuona il clic delle automatiche.
Fuori il grano ha immolato le sue spighe
ai cingoli dei carri, stelo a stelo.
Angeli silenziosi in cielo, i droni,
annunciano la morte in un fruscío
vibratile di ali minacciose.
Buio e sospetto. Dove sono gli uomini
che in quella notte, senza domandare,
lasciarono la veglia negli stazzi,
il tepore degli umili giacigli,
e andarono, ignorando perché e come
li guidasse la stella verso il luogo
dove nasceva l’Uomo, il Verbo inteso
a farsi carne? Dove sono adesso
uomini e donne di quel tempo? Andarono
a tentoni tra i sassi, mormorando
sillabe di stupore e di speranza,
spingendosi l’un l’altra, certi che
l’astro li conducesse al compimento
di antiche profezie. E sorridevano,
quei pellegrini della notte, lieti
nel gioco di scoprire la materia
pulsare dello Spirito divino.
Dove sono quei semplici, gli ignari
delle astuzie dei numeri, che andavano
leggeri, confidenti, certi che
quella magica notte avrebbe aperto
le porte dell’arcano, rischiarando
i sentieri del mondo, liberandolo
dalle ombre e dal male? Dove sono
quegli innocenti aperti all’indicibile?
Ora intrecciano cabale, scompongono
le unità del mistero. Sono persi
dietro chimere di immortalità,
e per seguirle uccidono la vita.
Ma torneranno a quella Notte Santa,
al termine di oscure periegesi,
alla Casa del Pane, e il grano avrà
nuove spighe nel vento, girerà
piú serena la ruota del destino.
Sarà il Fuoco che, ardendo, brucerà
ogni loro paura, ogni tormento.
Fulvio Di Lieto
* Il significato del nome Betlemme è “Casa del pane”.