Quest’opera è preceduta da una prefazione di William Mackenzie, e contiene i testi di venti lezioni tenute a Roma dal Dr. Assagioli, con il patrocinio dell’Istituto di Psicosintesi di Firenze, da lui diretto. Su base etimologica non si può fare a meno di pensare che la psicosintesi sia l’operazione complementare della psicoanalisi, il suo completamento o integrazione. E infatti l’autore parte dallo schema freudiano-junghiano della dottrina dell’Inconscio, ma lo integra con una serie di motivazioni etiche e spiritualistiche, orientando l’indagine psichica alle necessità della formazione interiore dell’uomo. Lo schema dell’Inconscio dovrebbe permettere all’Io superiore, o spirituale, di realizzarsi nell’umano; ma nel quadro della costituzione interiore dell’uomo dato da Assagioli, questo Io superiore non sembra essere troppo autonomo, perché dominato dall’Inconscio collettivo, che formerebbe cosí un dominio superiore anche a quello dell’inconscio supercosciente.
L’Io cosciente sembra avere una posizione ancora piú problematica; tre forme dell’Inconscio premono su di esso dal basso, mentre sopra vi sono altre forme trascendentali dell’Inconscio. L’Io cosciente è cosí obbligato a concepire degli enti, ai confini della coscienza, che sono validi per il fatto di non poter diventare coscienza: poiché, se diventassero coscienza, cesserebbero di esistere cosí come l’Io li ha concepiti, come Inconscio. E questo esiste, finché non è oggetto della coscienza: questa, peraltro, non può averlo che come coscienza, quando se ne occupa in modo psicanalitico o psicosintetico. In realtà, però, per la coscienza non esiste niente di meno oggettivo dell’Inconscio, mentre le dottrine psicanalitiche le conferiscono una capacità di oggettività che domina la psiche dell’uomo moderno con l’autorità stessa di un tirannico ego individuale.
Questa contraddizione mostra le difficoltà che affliggono un ricercatore che non rinuncia allo schema di Freud e Jung, e comunque tenta di individuare nella psiche dei valori spirituali, riconducendo la psiche ad un principio di autonomia e libertà che non può essere trascendentale ma immanente, e in ogni caso non identificabile con la psiche, proprio a causa di quei valori.
È chiaro che il problema essenziale qui è quello del pensiero, o della conoscenza: non solo perché il pensiero è lo strumento dell’autoconoscenza, ma anche perché è lo strumento diretto della stessa indagine psichica. Questo non aver tenuto conto dell’inevitabilità del pensiero in una tale indagine, e della sua priorità nel fenomeno psichico come oggetto di osservazione cosciente, è stato fatale agli studi psicologici e soprattutto alla psicanalisi. Nel presente lavoro, i dubbi e le contraddizioni, insieme ad altre difficoltà dovute al problema sopra trattato, vengono brillantemente superati da Assagioli, grazie alle premesse mistiche da cui muove e alla moralità che cosí nobilmente pervade il suo intero trattato.
Massimo Scaligero
Roberto Assagioli, Per l’armonia della vita, la Psicosintesi.
Firenze, Istituto di Psicosintesi, 1966.
Da: East and West, Marzo-Giugno 1968, Vol. 18, No. 1/2.
Link all’articolo originale in inglese: “Per l’armonia della vita, la Psicosintesi by Roberto Assagioli”