Quello che manca

Spiritualità

Quello che manca

Nel senso profondo di chi compie il male, c’è la verità occulta e profonda del sacrificio di chi lo compie per aiutare gli altri a capire.

 

Ciò non toglie che i malfattori debbano essere puniti; né che non ci dovremmo difendere se aggrediti. Bisogna solo portare, interiormente, la nostra comprensione verso la verità oltre ciò che appare.

 

Odio

 

Ancora meglio, possiamo dire, che il rendersi conto di un errore guardando chi lo compie, ci potrebbe aiutare a non commetterlo noi, e senz’altro essere d’aiuto a chi sbaglia, donandogli le forze che possano riscattarlo dalle proprie debolezze.

 

Il concetto di “perdono”, di “comprensione” della ragione di chi ci contrasta, che potrebbe apparire perdente da un punto di vista della dinamica del contrapporsi, in realtà è l’elemento piú “furbo”, per­ché permette di andare oltre, cioè di accantonare un ostacolo a favore di una crescita spirituale, karmica, evolutiva.

 

L’ostacolo che un presunto nemico ci presenta, non è solo lo scoglio con il quale confrontarci, né tanto meno lo spunto per cercare alternative. Alzando lo sguardo possiamo leggerci anche la possibilità di accantonare il rancore, il desiderio, giustificatissimo, di giustizia.

 

Immedesimandoci nelle ragioni del nostro “nemico”, si compie un atto di comprensione e di perdono che apre la strada ad un amore creativo, che è la nostra evoluzione: annientare quel rancore e quell’odio che distrugge la vita.

 

Quando l’atto d’odio e di vendetta rimane sul piano di contrasto sull’accaduto, concentra l’intelli­genza, non tanto verso la soluzione, quanto alla risposta per procurare altrettanto se non maggior male.

 

Aprire il varco interiore alle ragioni del nemico consente di lasciare libere le energie mentali di operare per comprendere come risolvere un contrasto, lasciarlo alle spalle per costruire, con nuove forze, il proprio futuro.

 

In quell’attimo bisogna spegnere l’istinto ed aprire la porta ad un principio che viene dal­l’alto, dall’Io superiore.

 

Quest’atto però non è gratuito; non è un punto di partenza. Ma è il risultato di un agire interiore che inizia riconoscendo un Principio Spirituale superiore che è l’atto di Amore creativo dell’universo. Altrimenti non si ha nulla a cui appellarsi per superare il proprio stato d’animo.

 

L’atto d’Amore a cui si accenna è il Christo: Signore del karma, ci diceva Massimo Scaligero.

 

Il perdono

 

Figura del Christo vista come forza fondamentale del­l’universo a cui appellarsi costantemente per evolversi. Riconoscere il Christo non è diventare cattolici, ma semplicemente ammetterne la centralità evolutiva del futuro, qualunque sia – Steiner lo dice esplicitamente – il credo religioso a cui si appartenga. Anzi Massimo Scaligero ci suggerisce che l’importante è la figura del Christo in quanto tale, al quale potrebbe anche essere cambiato il nome, non sarebbe importante, essendo fondamentale la forza a cui aprire l’anima. Che è proprio un sottolineare come sarebbe fondamentale, per tutti i credo religiosi, connettersi al Christo.

 

Cosí si sarebbe dovuto diffondere il Cristianesimo tra tutti i popoli e tutte le religioni della terra. Invece questo non è stato. Anzi paradossalmente si è assistito all’esatto opposto: cioè quasi tutti gli uomini della terra si sono convinti che il Mistero del Golgota sia stata una favola per ingenui.

 

Israele contro Palestina

 

La piú palese conseguenza di questa mancanza di riconoscimento è proprio la guerra tra Israele e Palestina.

 

Ognuno di noi giudica questi orrendi fatti secondo la propria coscienza, e giustamente prova risentimento verso chi giudica colpevole di causarli. Però, per noi che seguiamo la Scienza dello Spirito, si apre la possibilità di vedere come, in realtà, le infinite cause del loro combattere siano la conseguenza di un reciproco odio e non la causa. Anzi, in questo conflitto ognuno dei due popoli è palesemente motivato da uno spirito di vendetta senza luce, nei confronti dell’altro, rispetto a dei torti subiti in passato. Paradossalmente, se la questione dei territori si risolvesse, ne scaturirebbe un’altra; proprio perché la vera ragione d’astio, tra i due Stati, è la perpetua vendetta per qualcosa di subíto in passato.

 

Un olocausto di sangue innocente da entrambe le parti che potrebbe essere risolto se almeno uno dei due si aprisse ad un atto di comprensione, banalmente, delle ragioni dell’altro. Ne facesse un atto di Perdono: cioè si appellasse al Christo quale atto d’Amore: fondamento della Creazione. Chiamandolo, magari, come suggerisce che potrebbe accadere il nostro Maestro Massimo, con un altro nome.

 

Gaza bombardata

 

Guardando le raccapriccianti immagini di dolore e sofferenza che ci arrivano, accanto al giusto sdegno ver­so chi consideriamo colpe­vole, possiamo guardarle co­me simbolo di cosa accade se non ci si apre alla Scienza dello Spirito. Quale futuro ci attende se escludiamo l’azio­ne interiore di sviluppo del­l’Amore quale superamento degli istinti e delle passioni, di odio e di vendetta.

 

Rinunciando già al proprio personale giudizio, con i relativi risentimenti che ne derivano, ci si palesa il senso di questo sacrificio immane quale monito della Verità, e della Via che dobbiamo seguire per raggiungerla.

 

 

Massimo Danza