Il Ginepro, un pioniere delle radure

Botanima

Il Ginepro, un pioniere delle radure

Ginepro

 

Guardiano di giovani terre spoglie

scegli il tuo tempo e il tuo posto!

Raccogli la forza vitale dal Sole

e spargila abbondante sulla Terra,

tessi le forze, trasmettile,

ricevi il nostro amore,

possa tu vivere a lungo!

 

Il Ginepro (Juniperus communis), è un cespuglio o alberello sempreverde della famiglia delle Cipressacee, ma mentre tra i cipressi si possono trovare alberi molto alti, il Ginepro rimane piccolo, e raramente supera i dieci metri. I germogli giovani hanno forma triangolare e le foglie sono spinose, rigide e appun­tite, con una banda bianca sulla parte superiore. La polpa delle bacche è secca, resinosa e molto aromatica. Produce profonde radici che si possono adattare alla maggior parte dei terreni, il Ginepro montano si avventura anche fin oltre i 3.000 metri, il freddo e le temperature estreme non gli creano problemi ma ha bisogno di luce diretta.

 

Ginepro in alta montagna

Ginepro in alta montagna

 

La sua resistenza e la sua adattabilità lo rendono una specie pioniera, infatti fu uno dei primi a ripopolare la tundra dopo l’ultima glaciazione.

 

Mostra un misto contraddittorio di vitalità, costanza e potere rigenerativo da un lato, e di forte controllo, cre­scita lenta e nodosità dall’altro. Esso rinuncia all’altezza per sopravvivere in condizioni dure e difficili.

 

Il Ginepro è sempre stato apprezzato fin dall’antichità per le sue virtú curative, e mangiarne qualche bacca al giorno (secca o fresca) è una buona profilassi. Una dose eccessiva di frutti di Ginepro può però irritare i reni, perciò è bene non abusarne.

 

Bacche di Ginepro

 

Durante le epidemie di colera, e per tenere lontano le pestilenze, era abitudine portare al collo un sacchetto contenente bacche di Ginepro e grani di pepe. Ha effetti diuretici dovuti agli oli essenziali che stimolano i tessuti dei reni, i frutti sono indicati per i disturbi della vescica, i reumatismi e la gotta, anche la tosse e l’asma ne traggono giovamento, rinforzano il sistema nervoso e stimolano l’appetito e la digestione. L’olio essenziale, con il suo profumo, rende piú chiari i nostri sentimenti, armo­nizza e riequilibra nei momenti di stress e di angoscia.

 

Sempre con le bacche se ne fanno infusi, tinture, vino medicinale ed un oleolito indicato nelle forme reumatiche. Infine le sue bacche servono da condimento in cucina per diversi piatti a base di carne, pesce e verdure, aiutandone la digestione. Il Castore Durante, medico, erborista e alchimista del ‘500, dedica al Ginepro e alle sue proprietà ben due pagine del suo Herbario Nuovo!

 

Ginepro fenicio

Ginepro fenicio

 

In Calabria sopravvive un antico tipo di albero chiamato Ginepro fenicio (Juniperus phoenicea), le cui bacche hanno un colore che varia dal giallastro al rosso. Si tratta di una pianta molto antica e longeva, che può vivere fino a mille anni.

 

In passato il Ginepro era un albero molto venera­to. In Austria un detto recitava: «Davanti al Ginepro mi tolgo il cappello e mi inchino». Il rispetto verso di esso derivava dai suoi benefici effetti e dalla ca­pacità di purificare il corpo e l’ambiente. Il suo fumo era usato in medicina per proteggere gli animali e per allontanare gli spiriti maligni, e con il suo legno venivano intagliati talismani e bastoni.

 

Non va scordato l’uso delle sue fronde nel creare Ghirlande che da sempre addobbano porte e finestre delle case nelle Festività del Natale e del Capodanno, specialmente nel Nord, e pure il Presepe veniva allestito spesso sotto un intreccio dei suoi rami: il mondo degli uomini e degli animali si raccoglie pacifico attorno al Presepe e il Ginepro è l’albero che li custodisce, è l’Albero della Vita stessa, come un’immagine del Paradiso.

 

Ginepro bruciato per Samhain

Ginepro bruciato per Samhain

 

In Scozia, il giorno di Samhain (Ognissanti) quando i cancelli del Regno dei Morti sono piú aperti che in un qualsiasi altro periodo dell’anno, la gente bruciava del Ginepro sulla soglia di casa, per tenere lontani gli Spiriti indesiderati. Era usato anche nelle pire funerarie teutoniche e nei rituali greci dedicati a Ecate, la Dea dell’Oltretomba: il Ginepro offre un passaggio verso l’al­to o verso il basso per accedere ad altri piani di coscienza.

 

Quando saremo pronti a ricevere il suo messaggio, il proces­so della nostra trasformazione interiore diverrà certamente piú rapido.

 

Concludiamo con qualche interessante nota tratta dall’opera di W. Pelikan “Le Piante Medicinali”, autore che ebbe da Rudolf Steiner tante indicazioni sul mondo vegetale: «Il Ginepro porta la sua forza vitale con molta serietà e dignità nei luoghi inospitali, ostili alla vita, che non saprebbero accogliere i suoi grandi fratelli della foresta, crea dei boschetti fitti e pungenti, senza cedere ai congeneri piú potenti i suoi piccanti profumi».

 

Bacche_di_Ginepro

 

Gli uomini di un tempo vedevano nel Ginepro qualcosa di rassicurante e di benevolo, ricco di forze caloriche e formatrici: già il suo profumo e la sua vista fortificavano la loro coscienza scacciandone gli spettri.

 

Rudolf Steiner raccomandava alle persone nervose e troppo sensibili di aggiungere ai bagni una decozione di bacche di Ginepro, aghi di abete e fiori di sambuco.

 

Quando ci troviamo allora a passeggiare tra boschetti di questa nobile pianta, portia­mole riconoscenza e rispetto.

 

 

Davirita