La posta dei lettori

Redazione

La posta dei lettori

letterinaCome superare questo materialismo che ci attanaglia, in cui siamo costretti a vivere, e come confutarlo con chi crede che sia l’unico possibile? Riusciremo a uscirne?

 

Leonora F.

 

 

Il pensiero umano, anche il piú razionalistico, scientifico e filosofico può sempre essere confutato, anche quello di Einstein, con la sua interpretazione relativistica della curvatura dello spazio, e relativismo anche riguardo al tempo, ma questo può servire piú per esercizio di pensiero, utile per una persona interessata alla matematica, per immettere una certa volontà nel pensiero, per educare il pensiero, mentre noi sappiamo che è un esercizio che si attua in maniera piú completa con la concentrazione, soprattutto se ad essa si aggiunge l’esercizio della percezione pura. Questo aspetto della disciplina occulta può mettere in relazione l’uomo con ciò che trae da sé e proietta fuori di sé, ad esempio tutto quello che è il mondo geometrico, dalle figure di geometria piana a quella solida, alla fisica, alla meccanica razionale: tutto nasce dal fatto che l’uomo ha nei mezzi sensori delle strutture che recano già in sé tutto questo e molto di piú. Gli organi dei sensi fisici sono diretta espressione dell’Io, dell’astrale e dell’eterico, e inoltre quanto c’è tra essi e il fisico, con ciò che è minerale, serve da mezzo per un rapporto con il mondo esterno. Quando l’uomo percepisce, ha immediatamente il collegamento tra sé e il mondo esterno, ma essendo nella sfera di Arimane, lí si ferma: tutto è matematico, e la geometria che ne trae è un suggerimento arimanico, risponde a un determinato punto di sviluppo degli organi dei propri sensi, adattati al regno di Arimane. Il dominio di Arimane ha costruito il mondo delle rappresentazioni dell’uomo attraverso i suoi organi dei sensi. Però l’uomo può superarlo, perché una percezione non è soltanto quantità ma anche qualità, che è di un ordine superiore alla matematica e alla fisica. L’uomo è accompagnato dalle forze di Michele lungo tutta la sua storia, anche quando affronta la discesa verso l’Ostacolatore, il quale spera di fare dell’uomo il suo regno. In questa discesa Michele accompagna l’uomo e fa sí che e l’uomo non entri completamente nel regno di Arimane. Una volta la discesa effettuata, entrati nel mondo della materia con le sue leggi, il pensiero dell’uomo perde il rapporto con Michele, il quale non sarà lui a ristabilirlo: deve farlo l’uomo. Da quel momento solo uno pensiero libero può ricongiungere l’uomo con l’originario aiuto di Michele, ossia quella spada che incalza Arimane può funzionare solo se l’uomo gliene dà la possibilità. L’entrata nel mondo di Arimane si è svolta senza che l’uomo lo capisse: egli si è chiuso alla visione spirituale del mondo e in quel regno materiale ha trovato un padrone che ha dettato le sue leggi, quelle della quantità, non della qualità. Per questo è importante che non si perda il contatto con la letteratura, la novellistica, la favola, la mitologia, con tutto ciò che si esprimeva in modo fantastico fino agli inizi del secolo scorso, perché a quel tempo vi erano ancora racchiuse delle forze spirituali. Se vogliamo capire la filosofia, dobbiamo leggere una storia della filosofia di quell’epoca, oggi la storia della filosofia che si scrive, che troviamo pubblicata e insegnata nelle scuole, è un falso demoniaco. Questo perché entrando nella sfera di Arimane l’uomo da principio è stato accompagnato da antiche forze spirituali, che in seguito lo hanno lasciato. Possiamo leggere in alcuni scritti di Rudolf Steiner delle parole severe verso alcuni materialisti, in altri punti però egli ci fa sapere che essi erano ispirati, guidati, perché dovevano aprire la strada che gli altri dovevano seguire. Una volta entrati in questo regno di Arimane, quando l’uomo guarda il mondo fisico, tutto intorno a lui non è che una potente allucinazione. È il mondo della maya. Si tratta di un’allucinazione arimanica che l’attuale società interpreta in senso fisico-matematico e tecnologico. Con una espressione iperbolica si può dire di trovarsi dinanzi a una allucinazione e che bisogna morire per superarla, ma il nostro lavoro, la disciplina che seguiamo, può farla superare attraverso l’esperienza interiore.

 




 

letterinaMi trovo spesso in difficoltà, perché non ho la capacità di intuire subito il senso delle situazioni, degli avvenimenti, di quello che accade intorno me. Alcuni capiscono subito, io spesso invece reagisco in maniera confusa e sbaglio, solo dopo mi rendo conto che avrei dovuto dire e fare qualcosa di diverso. È possibile sviluppare una tale capacità? E come?

 

Debora M.

 

 

Questo riguarda il rapporto tra il pensiero e la percezione. Nella domanda si allude alla presenza di spirito, alla pronta reazione giusta. Si tratta quindi di qualcosa che bisogna aver preparato. Se noi ci troviamo in una situazione la cui soluzione deve essere intuita rapidamente, non ci possiamo mettere a meditare, o a ragionare studiando le diverse soluzioni che vengono in mente, scegliendone una che appaia la piú adatta. In quel caso deve agire qualcosa che abbiamo preparato, ossia un atto intuitivo, rapido, che ci faccia intervenire in un certo modo. Rappresenta una delle prove di cui parla anche Rudolf Steiner, in cui si deve immediatamente poter afferrare il senso della situazione senza esserne presi. Normalmente, quando ci troviamo in una situazione della quale cerchiamo la giusta soluzione, siamo catturati da un’ondata di sensazioni e rappresentazioni. In quel caso non riusciamo a reagire nella maniera piú equilibrata e distaccata, non siamo liberi nella scelta, certe volte deve venire una persona da fuori, disinteressata, a dire: la cosa migliore è fare cosí. Come nel caso di un malato, è necessario un medico che dica: «Per guarire si fa cosí», e indica la soluzione per superare la malattia. Quando il pensiero non funziona, perché la percezione suscita uno stato d’animo confuso, dobbiamo tornare padroni di noi stessi per capire cosa dobbiamo fare. L’esaminare se stessi quando si è presi da uno stato di reazione confusa o di ansia è molto importante. Bisogna calmarsi e cercare di fare chiarezza e riacquistare il senso dell’Io. Tutto ciò che facciamo sotto l’impulso di uno stato d’animo emotivo non deriva da un moto di libertà, quindi non è mai la soluzione giusta. Proprio la liberazione del pensiero ci dà la possibilità di dominare la percezione sensoria. Noi questo allenamento alla percezione lo possiamo fare con grande autonomia davanti al minerale o alla pianta – esercizio della percezione pura con un cristallo, o un paesaggio in natura – e scopriamo che ci è utile per tutto, anche quando si presenta il caso di applicarlo per capire una situazione, o un certo atteggiamento, reagendo ad una situazione farraginosa non con una confusione delle forze dell’Io afferrate da ciò che è illusorio, ma con un chiaro moto dell’Io indipendente dagli accadimenti esteriori. Tutti gli esercizi, ciascuno di essi a suo modo, ci aiutano a sviluppare la necessaria chiarezza di pensiero, che ci porta ad avere presenza di spirito durante le diverse situazioni che ci si presentano.