La società, lo sappiamo tutti, corre troppo in fretta, tutti noi corriamo troppo in fretta, e la parola stress, divenuto di uso comune, assume i piú ampi significati. Intense ore nel traffico, strade troppo poco assestate, lungaggini burocratiche (rinnovo patente, spid e carta d’identità), file al supermercato, code alla posta e alle asl, il mostruoso apparato statale, in barba a ogni buon senso, ha messo su un sistema di programmazione delle visite che mostra i propri buchi appena qualcosa va fuori riga e via giri di telefonate per spostare appuntamenti, riprogrammarli, gestirli.
Qualche anno or sono, nel Lazio, dopo il cyber attacco ai sistemi informatici del centro di prenotazione visite, si è deciso di non procedere con le visite o i servizi fino al ripristino degli stessi, avvenuto qualche mese dopo. Questa è una vittoria del sub-umano, dove se non c’è la registrazione, la prestazione non viene erogata. Fatto sta che nessuno dice che se le cose riescono ad andare avanti per un certo verso, è sempre e solo grazie a quei pochi che continuano a non irrigidirsi di fonte alle regole sempre piú stringenti.
Dove stiamo andando? È questo il futuro che meritano le nuove generazioni?
Il sistema attualmente in auge stenta a voler morire e far strada alla Tripartizione dell’organismo sociale. Questo sistema cerca di sopravvivere esasperando una pandemia, senza la quale forse i piú grossi trust sarebbero crollati a picco. Il settore delle assicurazioni, ad esempio, ha avuto ampio respiro con i lockdown, ma nessuno ha visto diminuirsi l’assicurazione della propria auto. Il settore assicurativo ha ripreso quei margini di guadagno al posto del default di alcune sue grandi compagnie. Il settore finanziario poi è stato l’unico settore a non cedere nulla, come se vivesse su un altro pianeta, forse conscio dell’unico modo di sopravvivere.
Poi un’altra vampata d’aria è avvenuta con la guerra in corso tra Nato e Russia sul territorio ucraino. Tutti i grandi analisti sanno che non c’è niente di meglio per uscire da una crisi che una bella guerra foraggiata, piú lunga è, meglio è. L’industria bellica muove un certo mondo economico che poco c’entra con la l’economia delle persone. Peccato che ogni guerra causa picchi di inflazione incontrollati.
E il cittadino impotente? Continua la sua vita, ben sapendo che nulla può fare e pertanto acquieta la sua coscienza. Non ci stancheremo mai di ripetere, fino all’ossessione, che ogni antroposofo o scienziato dello Spirito ha il diritto-dovere di approfondire la Tripartizione dell’organismo sociale, che mira a una convivenza umana e non a un suicidio planetario. Lasciamo come tema meditativo il seguente pensiero di Rudolf Steiner tratto da La questione sociale: un problema di consapevolezza (O.O. N° 189): «Solo sotto l’influsso della Tripartizione si possono prendere provvedimenti che sviluppino su un territorio la convivenza umana nel modo piú produttivo. Pensiamo a cosa si intenda per Tripartizione. La vita spirituale sulla terra, costituita da arte, scienza, religione, diritto privato e penale, è la prima sfera. La seconda è l’umana convivenza politica, che riguarda il rapporto da persona a persona. La terza è la vita economica, che si riferisce al rapporto tra le persone, e ciò che in qualche modo è subumano, di cui la gente ha bisogno per elevarsi alla sua effettiva umanità. La vita economica che dobbiamo svolgere, perché dobbiamo mangiare e bere, vestirci e cosí via, ci costringe ad immergerci nell’elemento subumano. Ci lega a qualcosa che in fondo è al di sotto del livello della nostra umanità. Mentre nel mondo spirituale terreno viviamo l’eco di ciò che vivemmo prima di scendere sulla terra, nella vita giuridica dello stato politico viviamo solo ciò che sta fra nascita e morte, occupandoci della vita economica, ove non possiamo immergerci col nostro essere umano superiore, vive e si prepara qualcosa che è anche spirituale e che porteremo attraverso la porta della morte. Per chi conosce l’essere umano, le tre sfere quindi si separano: quella puramente spirituale rinvia alla vita prenatale, la sfera statale politica rinvia alla vita tra nascita e morte e la vita economica a quella dopo la morte. La fraternità non si sviluppa davvero invano nella vita economica».
Marco De Berardinis