Ogni primavera, con l’inizio di marzo, le entità ahrimaniche tornano a sperare: sperano di attuare il loro piano di vivificare la terra calcarea con una pioggia di astralità, cosí da scelrotizzare l’uomo, da indurirlo nel suo elemento minerale-calcareo e discioglierlo nell’organismo terrestre finché si trasformi ed assuma l’aspetto esteriore di una figura calcificata e rigida, con ali da pipistrello e volto mefistofelico.
Le entità luciferiche vogliono invece strappare l’uomo alla Terra, densificando la sua astralità fino all’eterico, renderlo un angelo precoce, facendolo evaporare in una figura dal volto idealizzato e formazioni gassose come grandi ali.
Queste opposte tendenze generano la malattia dell’uomo.
Abbiamo già trattato di quali siano le mire delle entità ostacolatrici nell’attuale scenario globale, e di come l’obiettivo finale dell’impedimento totale di una reintegrazione dell’Uomo passi per un piano strategico di attacco alla figura femminile. In tal senso la via dei discepoli solari deve avere come termine piú alto l’impresa opposta a quella degli Ostacolatori: ritrovare la Donna.
Abbiamo anche parlato del particolare rapporto che intercorse tra un preciso essere femminile e l’Arcangelo del popolo italiano sul finire del 1200, e di come il sacrificio di questo essere sia servito per irraggiare post-mortem delle forze risanatrici e di illuminazione, operanti anche nella trasformazione e plasmazione del linguaggio.
Anche se il rapporto tra l’Arcangelo d’Italia e quell’individualità permane unico nel suo genere e continua a svolgere una missione occulta, si può dire che per ogni donna vi è un rapporto prototipico indiretto con l’Arcangelo Raffaele.
Questo significa che le forze raffaelite sono germinalmente presenti in ogni anima femminile come parziale indipendenza dal doppio ahrimanico. Questo doppio infatti è come un Angelo Custode inverso, responsabile della maggior parte delle malattie fisio-psichiche. La guarigione è sostanzialmente un fatto di indipendenza da questo essere, abitatore del corpo lunare, e dunque di liberazione dall’apparato psico-fisiologico.
La guarigione è un processo raffaelita, in quanto deve portare equilibrio laddove vi è un eccesso o una carenza, laddove il doppio sconfina.
Il Grande Terapeuta perciò, il Cristo, può operare la guarigione grazie all’equilibrio di Ahrimane e Lucifero, con la mediazione di Raffaele. Il suo Caduceo rappresenta, tra le altre cose, gli opposti princípi luciferici-ahrimanici contemperati dall’asse centrale, come autonomia del midollo spinale dal Drago e dal Serpente, o dai due Serpenti, o piú esattamente, dal Serpente a due teste.
Riguardo alla Donna, le due teste sono quella del Sesso e quella della Psiche. Testa e genitali sono occultamente connessi.
Operativamente si deve agire sull’elemento raffaelita della Donna, sulla sua funzione di guaritrice dell’Anima, immergendo la sua tendenza luciferica nel terrestre.
Ora, Lucifero immerso nella Terra è il Cristo.
Viviamo in un mondo ahrimanizzato, dove questo elemento di freddezza e materialismo è preponderante. Il confronto con la Donna è risanatore, in quanto la sua lucifericità naturale, assunta come farmaco alla odierna sclerotizzazione dell’uomo, ha una funzione equilibratrice e risanatrice, capace di ridestare una memoria perduta.
Enrico Pappacena, nel suo Saggio sulla grandezza di Dante, non a caso scrive: «In ogni Donna palpita il cuore di Kundry», per alludere al potenziale di redenzione spagirico tramite una citazione dell’impresa di Parsifal. Perciò è piú che mai importante che un discepolo della Via solare non si limiti alla pratica quotidiana degli esercizi, ma curi l’elemento sociale e di relazioni della vita pratica, soprattutto nei confronti dell’altro sesso. La donna cercando nell’uomo un segno dello Spirito, l’uomo cercando nella donna l’Anima perduta.
Il rapporto con l’altro sesso, sperimentato con totale abnegazione e volontà di immersione nel terrestre-ahrimanico, può essere propedeutico e preparatore all’incontro con l’Anima Gemella.
Perciò, in formula, immergersi nell’anima dell’essere femminile, sperimentando tutto il mondo sensazionale-passionale dell’altro, sostenendo l’urto di uno scambio di forze kamiche, gestendo la progressiva fusione dell’etere corporeo, l’insorgenza di impulsi astrali inferiori, per non esserne presi, per mantenere l’autonomia dell’Io e traghettare oltre, verso il nucleo di luce dell’altro.
Attraversare il mare di Lucifero sulla zattera della Croce.
Questo risveglio dell’anima cosciente nella relazione dei sessi potrebbe portare un’azione riparatrice all’aura della Terra, in conformità all’azione dell’Io-Christo entro la sfera umana.
Italo D’Anghiere