Aprile è il mese in cui la Primavera irrompe gioiosa nelle nostre esistenze, portando tepore, colori vivi e profumi delicati di fiori ed erbe novelle. Per noi che amiamo raccogliere con gratitudine e aggiungere ai nostri piatti le erbe spontanee e i fiori eduli che la Madre Divina e gli Esseri Elementari ci donano generosamente, ogni giorno è una nuova scoperta di piccole delizie sui prati ed ai margini del bosco. Se troviamo delle violette ad esempio, ne cogliamo solo una parte, lasciando le altre alla Natura, e ci prepariamo delle profumate e dolcissime marmellate, che a distanza di mesi, ci faranno rivivere le emozioni di questo periodo iniziale della stagione piú amata dell’anno.
Il vento ci porta i profumi e l’aura stessa della nuova stagione, ci fa sentire la Primavera appena arrivata, e la percezione pura del regno vegetale e anche animale si fa piú spontanea, condivisa con chi ci è affine, con chi si immerge con noi nel mare verde del sogno eterico e colorato del Regno Elementare.
La commozione e lo stupore, ogni anno sempre genuini, ci fa ritornare come bambini, piú puri e piú aperti alla comunione con i fratelli umani, animali, vegetali e non ultimi, gli esseri elementari.
Tutti noi condividiamo una realtà luminosa e divina, che dietro il velo della maya sentiamo palpitare, creare, fecondare il Mondo in cui siamo incarnati.
Nelle nostre abitazioni poi, è istintivo e quasi impellente, portare questi profumi e colori di Primavera: apriamo finalmente tutte le finestre, facendo entrare la luce, la brezza primaverile irruenta e gentile allo stesso tempo, e decoriamo le case, i balconi e i davanzali ponendo in bella vista piante fiorite di mille colori, con un pizzico di nostalgia per il Giardino dell’Eden, nostra Patria originaria, la cui memoria, nascosta in ogni nostra cellula, in questo periodo si risveglia nei nostri sensi e dal corpo eterico arriva fino al fisico.
Certamente, le abitazioni in cui quasi tutti noi viviamo, seppur in montagna e circondata da boschi e giardini come quella in cui ho la fortuna di vivere, sono edificate con materiali freddi e poco naturali, come il cemento, o pietre e mattoni, ma raramente con materiali caldi e naturalmente adatti ad accogliere la vita, come il legno e la canapa.
Quando Rudolf Steiner costruí il primo Goetheanum, una straordinaria opera dalle forme rivoluzionarie, che ricordavano gli edifici dei Misteri come dovevano essere in tempi antichissimi, scelse di utilizzare il legno come materiale, perché pieno di vita elementare calda, e perfetto per accogliere gli esseri viventi affinché si sentissero in unione con la natura, e non separati da essa. Purtroppo la malvagità umana di ispirazione mefistofelica, ha dato alle fiamme quel capolavoro, che noi evidentemente ancora non eravamo degni di avere a disposizione.
Il secondo Goetheanum, a detta del Dottore, è solo un monumento a ricordo del primo: è un edificio in cemento dal grande valore architettonico, che architetti di tutto il mondo hanno studiato e al quale si sono ispirati in qualche modo. Bellissimo, ma pur sempre di freddo cemento.
Il vero Goetheanum è sempre lí, al sicuro in una dimensione nella quale il Male non ha alcun potere, perché confinato nella dimensione eterica: una dimensione nella quale quell’opera straordinaria ha dovuto ritirarsi, in attesa di una nuova Civiltà piú degna e consapevole.
In futuro torneremo a costruire le case per noi e per coloro che amiamo direttamente con le nostre mani, mettendo nel lavoro amore, maestria e devozione, in armonia con la natura intorno a noi. Nel farlo, sceglieremo materiali che il regno elementare stesso ci donerà in loco, quindi il legno e anche la canapa, se torneremo finalmente a coltivarla nei nostri territori, terra cruda, fibre vegetali e calce.
Per scaldarci servirà molta meno energia di oggi, e in estate farà fresco, perché questi materiali naturali rendono le abitazioni fresche nel periodo caldo e conservano bene il calore in quello freddo.
Le case saranno edificate con il sistema a stufa russa nella propria struttura: è una tecnica di riscaldamento che consente con pochissima legna di scaldare ogni ambiente e anche i letti stessi.
Naturalmente useremo il legname per riscaldarci, piuttosto che petrolio e gas, che rimarranno al loro posto nel sottosuolo. La legna la prenderemo dal nostro ambiente circostante in modo consapevole e attento, riprendendo le sane abitudini di gestione del patrimonio forestale, tenendo puliti i boschi e facendo nel contempo prevenzione degli incendi estivi.
Leggendo questi ragionamenti, molti penseranno che siano pura utopia, e che la sostenibilità passi certamente attraverso fotovoltaico, rinnovabili, riciclo dei rifiuti, ma che di petrolio, gas e cemento non potremo fare a meno.
In realtà, non ci vuole molto ad approfondire questo argomento, e a scoprire quanto sia fragile e sull’orlo della crisi irreversibile, questo stile di vita della piccola minoranza di cui facciamo parte noi occidentali e con noi una parte dei privilegiati in tutto il mondo.
Infatti stiamo consumando ad una velocità impressionante le risorse naturali ed energetiche, e se una crisi economica colossale o qualche cataclisma o guerra catastrofica non ci fermerà in modo brutale, tali risorse non saranno piú sufficienti per tutti noi che adesso le stiamo saccheggiando. Sempre che gli altri popoli, costretti finora da bombe, ricatti economici e manovre politiche internazionali piú o meno ufficiali, da parte di questa avida minoranza di neocolonialisti, ad accettare che il patrimonio naturale, minerario, energetico di casa loro venga depredato, non ci impediscano finalmente di continuare il nostro saccheggio.
Emblematica in tal senso la storia del colpo di Stato in Guatemala nel 1954, dove la maggiore Compagnia Statunitense di produzione di banane fece in modo che il proprio Governo utilizzasse ingenti risorse militari per attaccare uno Stato che non accettava piú la colonizzazione economica spietata delle multinazionali straniere
(https://startingfinance.com/approfondimenti/united-fruit-company/).
Ma, inutile dirlo, sono innumerevoli le storie analoghe in America Latina, in Asia e soprattutto in Africa, dove moltissime compagnie occidentali di nazionalità diverse, continuano a portare avanti un colonialismo economico incredibilmente aggressivo e privo di scrupoli.
Non parliamo poi di rifiuti, veleni e materiali pericolosi che continuiamo a produrre a ritmo vertiginoso, senza pensare che alla fine anche le coste e i siti degli innumerevoli paesi del cosiddetto Terzo Mondo, che sono obbligati a farsi sommergere dalla nostra immondizia tossica, affacciano sul nostro stesso mare e appestano la nostra stessa atmosfera, e non è detto che ci facciano continuare a spedire lí miliardi di tonnellate di materiale tossico e pericoloso all’infinito.
Adesso stanno sottraendo i terreni agricoli con leggi apparentemente “green” ai coltivatori diretti in tutta la UE, per installare enormi strutture di pannelli fotovoltaici. Il territorio sottostante i monti su cui vivo, la Piana del Cavaliere, al Confine tra Abruzzo e Lazio, fino all’anno scorso aveva grandi distese di campi di grano, e quest’anno sono arrivati al loro posto impianti fotovoltaici, messi lí da compagnie che si erano presi la terra a poco prezzo con l’accordo che avrebbero coltivato.
Questa speculazione sta dilagando, e naturalmente viene spacciata per una svolta ecologista. In realtà, oltre alla perdita di sovranità alimentare, di cui nessuno sembra avere contezza, fino a che sarà troppo tardi, bisogna pensare al fatto che i pannelli fotovoltaici hanno richiesto enormi quantità di energia per essere prodotti, ma soprattutto che tra pochi anni dovranno essere smaltiti, sperando che nel frattempo ci si attrezzi per riciclare almeno in parte tali materiali, che attualmente finiscono in discarica, perché troppo costoso e complicato separare e rigenerare i vari componenti. Esistono impianti in grado di farlo, ma sono rari e poco convenienti.
In ogni caso appare evidente che il modello energivoro e avido di risorse naturali che permette alla moderna civiltà di vivere consumando e sprecando come se non ci fosse un domani, sia destinato ad un brusco risveglio.
Ben vengano dunque, il recupero di antichi mestieri, la riscoperta delle attività artigianali dei nostri avi, la “moda” di farsi l’orto da sé e di coltivare il proprio cibo direttamente in modo naturale, per risparmiare ma soprattutto per nutrirsi con cibo genuino e senza prodotti chimici.
Tutte queste attività che adesso appaiono come svago, passione nostalgica per i tempi in cui la vita era piú autentica, legata ai ritmi e alla saggezza della Natura, potranno essere di grande utilità in un futuro non troppo lontano.
Su internet hanno molto séguito numerosi video in cui ragazzi ipertecnologici vanno ad incontrare con le loro telecamere degli “eremiti” o piccoli gruppi di persone che hanno deciso di andare a vivere lontani dalle comodità moderne e dell’aiuto della tecnologia.
Alcuni video mostrano gruppi di donne in paesi montani, che hanno riscoperto per passione l’arte della lavorazione tradizionale della lana, dal lavaggio nei torrenti alla cardatura con antichi strumenti, e con quella lana poi producono eccezionali oggetti artigianali.
Molti giovani cresciuti in città tampinano gli anziani rimasti in campagna a coltivare la vigna, per farsi trasmettere le abilità antiche, come l’innesto degli alberi da frutto o la costruzione dei muretti a secco.
I bambini che subiscono la sofferenza fisica e animica di vivere e studiare in luoghi chiusi e senza libertà di movimento, sembrano trasfigurati quando hanno l’opportunità di sfogarsi in un ambiente naturale, magari dove possono interagire con animali da fattoria, o correre sull’erba senza le scarpe.
Hanno successo, in tal senso, le fattorie didattiche e gli asili nel bosco, e molti gruppi di genitori stanno ritirando i figli dalle scuole tradizionali per passare all’educazione parentale.
La tendenza a tornare a vivere in modo piú naturale, riducendo, se non eliminando, l’utilizzo di tecnologia, chimica e consumismo, si presenta oggi come evasione, hobby, terapia, a volte scelta consapevole ma piú spesso istinto atavico che irrompe a liberarci dalle grinfie dei Signori Oscuri, coloro che ci donano la propria energia elettromagnetica, ma che in cambio prendono la moneta sonante della nostra ben piú preziosa energia eterica e astrale.
Questa corrente attualmente minoritaria, ha comunque una notevole importanza per essere pronti ad un cambiamento futuro, in cui è probabile che la riscoperta dei lavori manuali e dell’autosufficienza non sarà una scelta, ma una dura necessità.
Nel frattempo, godiamoci ogni fiore, ogni paesaggio, ogni profumo e colore offerti da Madre Natura in questa meravigliosa stagione che ci avvolge e ci invade il cuore; portiamo nella case, negli ambienti di lavoro, ovunque, questa brezza primaverile, invadiamo il cemento con piante verdi, rose e violette, andiamo anche noi sui prati verdi, a correre a piedi nudi con i nostri figli, felici come loro; sdraiamoci sull’erba novella, e chiudendo gli occhi saremo veramente nel Paradiso Terrestre!
Shanti Di Lieto Uchiyama