La forza razionale della logica non riesce piú a dare sostegno ai princípi morali e del diritto della nostra società. L’immoralità e la disonestà dei nostri tempi dilaga come conseguenza di questa mancanza di forza.
Il mondo del diritto, d’eredità greco-romana, ha completamente esaurito le sue energie, quindi il ragionamento razionale su cosa sia giusto o meno non riesce piú a convincere gli uomini.
Ciò può dipendere dalla fine della quinta epoca, alla quale stiamo assistendo, e l’arrivo della sesta nella quale ci stiamo inoltrando.
Epoca, la quinta appunto, che chiudendosi non riesce piú a dare forza ai propri princípi morali.
La vera differenza tra quest’epoca e la prossima sta, tra l’altro, nella volontaria scelta delle forze dalle quali farci guidare.
Se in passato le grandi guide dell’umanità ci hanno aiutato ad incanalare la nostra evoluzione e le nostre forze morali; per la prossima epoca il palcoscenico sarà completamente diverso: tutto, o quasi, dipenderà dal nostro volere. Sarà il nostro appiglio voluto all’attimo seguente del Logos a determinare la nostra evoluzione. Il Cristo è qui, e in ogni attimo possiamo afferrarlo, o meglio farci afferrare, per evolverci in senso positivo.
Ma sarà solo ed esclusivamente nostra scelta.
Fino ad oggi, ognuno di noi è stato, in un certo senso, “guidato” nelle proprie azioni. Metto tra virgolette “guidato”, perché la libera scelta c’è sempre stata, ma sempre nell’ambito delle singole capacità morali, dettate dal proprio livello evolutivo; quindi fondamentalmente ognuno, anche il piú cattivo degli uomini, era in buona fede – ci diceva Massimo Scaligero – rispetto a se stesso, cioè rispetto alla propria capacità d’intendere il bene ed il male.
Il pensiero razionale, appunto, aveva in sé una forza di coinvolgimento dell’anima, per cui non ci si poteva sottrarre a una verità dimostrata logicamente.
Non che per il futuro il diritto fondato sulla razionalità non abbia piú valore, anzi; ma non avrà, e già in parte è cosí, quella forza intrinseca di affermazione nell’anima umana.
Come se la forza della razionalità fosse “uscita” dal mondo logico, risiedesse altrove.
Oggi per capire la differenza tra il bene ed il male occorre una luce morale in piú. Occorre sviluppare una qualità dell’anima atta a comprendere la moralità vera. Che è Amore Divino, “omnioperante” lo chiama il Dottore, quale faro che dovrà ispirare l’agire giusto, equanime, e in accordo sempre piú perfetto, tra gli uomini.
Occorre essere un attimo didascalici per evitare di essere fraintesi, questo non significa “perdonare” ogni ignominia umana ed accettare ogni barbarie in nome di una fratellanza ideologica. Il diritto con il suo codice sarà sempre necessario, ma sarà ispirato dall’amore fraterno nell’aiutare l’evoluzione del singolo, anche attraverso la punizione del reato commesso.
Questa Forza di comprensione non sarà data ipso facto, dovrà essere voluta, incarnata, accresciuta.
Un germe di luce intuito, al quale si comprende essere legata la nostra salvezza. Quindi un atto di volontà per viverlo, per accenderlo nell’anima. Poi deve diventare vestale di Verità, farne una Dea interiore da Servire con Amore e devozione affinché possa guidare tutta la nostra vita.
Goethe diceva che non occorreva controbattere una falsità, ma vivere con devozione e abnegazione la verità.
Che fondamentalmente è proprio far cresce la forza nella nostra anima per servire la Verità, che è oltre ogni apparenza di “giusto”.
Steiner ci avverte di abbandonare ogni personale convinzione, alla esclusiva ricerca della verità. Cosa su cui insiste molto anche Massimo Scaligero.
Cioè cercare “altrove” quella luce di verità che non è piú nel pensiero logico, a cui appartiene inevitabilmente ogni contrapposizione d’opinione.
La Scienza dello Spirito è proprio la Via della sesta epoca per addestrare gli uomini di buona volontà a far crescere la Dea della Verità, l’Iside Sofia, la Pentecoste, l’Amore omnioperante, dentro la propria anima.
Massimo Danza