Ritrovare il Logos

Attività spirituale

Ritrovare il Logos

In continuità con i precedenti articoli, torniamo a ribadire l’importanza di prendere consapevolezza, nell’epoca dell’anima cosciente, dell’attuale situazione storica e dei retroscena spirituali del presente. Secondo il canone di una Filosofia della Libertà. l’uomo è chiamato a rendersi consapevole della sua azione morale, perché sempre piú chiamato all’indipendenza dal Divino, che non deve diventare isolamento, ma connessione scelta, individuale, rispondendo al potere obiettivo del Divino nell’in­dividuale, che è l’Io libero.

 

Si deve evitare l’errore di considerare la libertà come realizzata o realizzabile nel breve; è necessario allontanarsi da un pensiero millenarista e finalistico, dall’idea di poter realizzare con i nostri sforzi esteriori una definitività dello Spirito nel prossimo futuro.

 

La Gerusalemme celeste

La Gerusalemme celeste

 

Come abbiamo ricordato, lo stato attuale della Terra è detto Mercurio. Ciò che realizzeremo come libertà dai vincoli fisici e dalle forze inferiori sarà possibile solo sul futuro Giove. Perciò intendere che sulla presente incar­nazione della Terra si possa realizzare la Gerusalemme Celeste è piú che utopico: è un errore di pensiero.

 

L’antico ebraismo aveva lo scopo di preparare l’av­vento del Cristo, dovendo quella eccelsa entità incar­narsi in involucri preparati da lunghe generazioni all’interno di un gruppo etnico definito: un popolo che sviluppasse in alto grado le forze dell’interiorità e del pensiero cerebrale, funzionalmente al fatto di poter avvertire il Divino in sé, come percezione dell’Io. Questo il senso della Legge di YHWH, come preparazione all’Io sotto forma di comandamento morale. L’impulso javetico era perciò propedeutico all’accogliere le forze solari del Logos. L’antico profetismo annunciò il Cristo, secondo le modalità del tempo, e quando Egli giunse, ancora i suoi discepoli percepirono ciò che anche i profeti avevano annunciato, poiché iscritto nell’astrale.

 

Quell’impulso trascendente e ultraterreno che gli antichi ebrei percepivano nel riflesso lunare di YHWH, col Cristo si è reso immanente e interno all’Io individuale di ogni uomo.

 

Dal momento che il Cristo si è unito all’umano terrestre, l’antico impulso alla trascendenza è divenuto ostacolatore.

 

Lo stesso vale per l’arabismo medioevale, che protrasse una trascendenza dell’Io in un tempo in cui si doveva prender contatto con la sua immanenza, proprio in concomitanza col fiorire di una cultura splendida, che investí di potenza un pensiero malsano e lo rese epidemico in Occidente. L’Averroismo e la filosofia di Avicenna, che dividevano astrattamente un Io effimero da un Io superiore, impedí di trovare l’identità dei due nel movimento del pensiero cosciente.

 

Si può rintracciare nel giudaismo post-golgotha e nell’arabismo la stessa radice contraria alle forze immanenti del Logos.

 

Questo impulso riecheggerà poi in Marx, di famiglia ebraica, che nell’alveo dell’ideologia socialista teorizza i princípi cardine del Comunismo. Tenendo conto del fatto che l’ermeneutica storica marxista è tutt’oggi tra le piú valide per comprendere filosoficamente la storia, va tuttavia detto che nel pensiero marxiano permane l’antico impulso javetico.

 

Se guardiamo i cardini della sua teoria: internazionalismo, finalità, prassi, vediamo che sono evoluzioni materialistiche non tanto dell’hegelismo, quanto della trascendenza ebraica.

 

L’antico profetismo vedeva infatti l’inverarsi di un futuro solare preconizzato in immagini di pace sociale e pienezza per tutti (shalom). La visione di “nuovi cieli e nuova terra” o di una “Gerusalemme celeste” erano perciò la percezione di un futuro stato planetario che sarebbe conseguito all’avvento dello Spirito Solare sulla Terra, se gli uomini lo avessero accolto. La pace ed il benessere avrebbero perciò coinvolto il pianeta intero se l’uomo avesse lavorato interiormente, e questa conclusione era frutto di chiaroveggenza.

 

Nel tempo del materialismo l’antica trascendenza di Dio diviene trascendenza del Bene. La dimensione planetaria diviene internazionalismo e il lavoro interiore, lavoro esteriore, attivismo rispondente alla prassi marxista, tendente con l’azione ad annullare l’incolmabile distanza tra realtà attuale e futuro ideale, tra io contingente ed Io reale (che nel marxismo è Io sociale o Società).

 

Ne deriva una idealizzazione del futuro che assume ogni carattere di positività, contro una demoniz­zazione del passato, che diventa una dimensione da superare. Inevitabile l’inclusione della violenza, che nel marxismo è detta essere levatrice della Storia, in quanto senza violenza non c’è lotta di classe (prassi) e impossibile l’avvento del Comunismo (finalità destinale).

 

Si possono cosí rintracciare le propaggini di questo antico javetismo mummificato e perpetrato tutt’oggi in ogni movimento piú o meno ideologico che presenti questi caratteri.

 

Se un certo movimento è materialista presenta un futuro roseo ed un passato di oppressione, se offre un destino non lontanissimo di pace e prosperità condivisa, se ha connotazioni aggressive di propaganda e se si connota di un certo attivismo sociale, ci troviamo di fronte ad un impulso ostacolatore.

 

Gay pride

 

Perciò una comunità che ad esem­pio voglia portare luce su argomento difficile ed elevato come quello del sesso e che per farlo si nutra di una narrazione tale per cui il passato è oscurantista e bigotto, mentre il futuro è una splendente affermazione di di­ritti, che propagandi il proprio mes­saggio con caratteri di aggressività e attivismo polemico, che abbia una vi­sione dell’essere umano che induca a credere di poter eludere un lavoro in­teriore e perciò metta al centro il soggetto-Società e non l’Io individuale, volendo prassicamente che tutto il pianeta condivida questi assunti, è una comunità che incarna forze di regressione, sotto la patina del progresso.

 

L’antico mondo ebraico sapeva che la Donna è detentrice delle forze ereditarie e riassume l’essenza dell’Anima di Popolo. Come dice il Cristo però: «Nessuno cuce un pezzo di stoffa nuova sopra un vestito vecchio, altrimenti la toppa nuova porta via il vecchio e lo strappo si fa peggiore».

 

Perciò oggi le forze del passato, del popolo, dell’ereditarietà e del sangue, ciò che l’ebraismo aveva raggiunto, deve essere superato, perché siamo nei Tempi Nuovi.

 

Chi oscura la Donna Raffaelita mercuriale non troverà l’essenza Iulia, poiché il Giove che l’uomo può percepire adesso non è nell’idealizzato futuro di pace sociale, ma nell’anima femminile intrisa di forze mercuriali.

 

Ogni movimento o ideologia che attacca la Donna attacca il Cristo. Qui s’intende che quando la verità della Donna è minata da antichi impulsi che ne impediscono una corretta visione nel presente, questo stesso velo è steso tra l’Uomo e il Cristo, perché senza Iside Sophia non ritroveremo il Logos.

 

 

Italo d’Anghiere