Il faggio, l'albero dell'intolleranza

Botanima

Il faggio, l'albero dell'intolleranza

I fiori del faggio

I fiori del Faggio

 

Iniziamo a scrivere del Faggio partendo dal suo aspetto riguardo ai Fiori di Bach. A chi sia un poco pratico di questi, saprà che il Faggio, il Beech, è legato all’intolleranza. L’aspetto disar­monico di coloro che sono rappresentati dal suo Fiore, riguarda il loro manifestare critica, facile condanna degli altri, intolleranza ap­punto: ha reazioni esagerate, intran­sigenza e pignoleria ec­cessiva. Un buon terapeu­ta potrà individuare i fio­ri piú adatti a correggere questi aspetti e portarli al positivo, ma sempre vi sarà presente il Beech.

 

Beedch

 

Anche in natura il Faggio (Fagus silvatica), con le sue folte chiome e il suo sviluppo in altezza, impedisce la crescita del sottobosco e la nascita di altre piante ai piedi della pianta. Questi alberi, oltre ad avere un aspetto severo e spigoloso, trasmettono un’impressione di forza, rigore e tenacia; in mezzo ad una faggeta sentiamo vibrare un’atmosfera imponente, austera, da cattedrale, altri segnali questi delle peculiarità del Faggio e del rimedio che si ricava dai suoi fiori.

 

Bosco di faggi

 

Del Faggio in Italia abbiamo boschi spettacolari ad esempio nel Casentino, un’altra faggeta imponente corona il Monte Cimino, nel Lazio settentrionale. La presenza del Faggio è massiccia anche nel Parco d’Abruzzo, e penetrando in quei boschi si avverte un mondo di magia e mistero.

 

È comunque una presenza dominante in ampie zone dell’Europa Centrale, dove forma fitti boschi a volte in­sieme all’agrifoglio, all’abete e al tasso.

 

Il secolare Faggio del Pontone d’Abruzzo

Il secolare Faggio del Pontone d’Abruzzo

 

Ha bisogno di una temperatura costante e di umidità; predilige terreni nutrienti e ricchi d’acqua, e quando il bosco raggiunge un’età importante diventa dominio esclu­sivo dello Spirito del Faggio, che gioca leggiadro nella sua verde cittadella.

 

I Faggi possono raggiungere i 250-300 anni di età, in rari casi persino il mezzo millennio. Anche quest’albero fu simbolo dell’Albero Cosmico che unisce Cielo, Terra e Inferi, sostenendo e nutrendo il Cosmo.

 

Macrobio riferisce che era considerato uno degli arbo­res felices e le coppe usate per i sacrifici erano intagliate nel suo legno.

 

A Roma la sommità occidentale dell’Esquilino, oggi corrispondente alla zona in cui sorge San Pietro in Vincoli, era chiamata Fagutal, per un bosco sacro di Faggi consacrato a Iuppiter Fagutalis. All’epoca di Plinio esisteva ancora questo tempio dedicato alla Divinità vicino ad un Faggio sacro; solo piú tardi la fama di quest’albero verrà eclissata dalla quercia che diverrà l’albero di Giove.

 

Con l’avvento del Medioevo ai boschi di Faggio vennero associate leggende legate alla presenza di streghe e maghi. In Bretagna, ad esempio, si credeva che questi alberi fossero abitati da anime che dovevano espiare una pena.

 

Paesaggio con fulmini

 

Un’antica tradizione della Valnerina, in Umbria, afferma che il Faggio era ritenuto un sicuro riparo dai fulmini du­rante i temporali, poiché la Madonna ebbe modo di ripararsi sotto quest’albero.

 

Un tempo dalla sua corteccia si ricavava la carta, questa contiene tannino, che era utilizzato come febbrifugo e to­nico e anche contro la dissenteria a causa del suo effetto astringente.

 

Il catrame ricavato dal legno, chiamato creosoto, è un potente antisettico usato nell’industria farmaceutica come disinfettante dei polmoni e nella composizione di molti sci­roppi. L’infuso ottenuto dalle foglie esercita a sua volta una azione terapeutica nelle affezioni bronchiali con un miglioramento della funzione respiratoria.

 

Il Faggio è sempre stato un albero importante nella vita degli uomini; insieme alla quercia e al castagno è stato uno dei maggiori fornitori di cibo per uomini ed animali.

 

Faggiole

Faggiole

 

Gli acheni del Faggio, chiamati anche faggiole, in tempi di penuria venivano raccolti e tostati per farne un succedaneo del caffè. Anche oggi, specialmente nel Nord Europa, vengono sbucciati, arrostiti ed usati per preparare insalate e muesli, molto ricchi di proteine. Se ne può anche estrarre un prezioso olio, molto apprezzato. Infine le foglie giovani crude forni­scono ottime insalate, cotte sono zuppe saporite, in infuso sono tisane emollienti. In compresse curano gli orzaioli e purificano la pelle infiammata.

 

Olio di Faggio

Olio di Faggio

 

Non molti alberi portano il marchio di un pianeta cosí chiaramente come il Faggio, che rappresenta al massimo grado l’incarnazione delle influenze di Saturno. Diceva Rudolf Steiner che il principio originale di Saturno è «la forza che isola un essere da ciò che lo circonda, lo individualizza, in modo che possa sviluppare un ritmo interno suo proprio».

 

Invece di espandersi nello spazio circostante, quest’albero ha la tendenza a creare il suo spazio personale, e rivela in molti modi il principio saturnino della contrazione, compressione e isolamento.

 

Custode della conoscenza,

roccaforte della memoria della vita,

di cosa abbiamo bisogno per crescere come te?

Dal profondo del nostro cuore tranquillo

estendiamo le nostre foglie splendenti,

per sviluppare una forza solida come la tua.

 

 

Davirita