Liberi di essere / Essere liberi

Spiritualità

Liberi di essere - essere liberi

L’insegnamento della Scienza dello Spirito, e quindi dei nostri maestri Rudolf Steiner e Massimo Scaligero, nella sua profonda essenza è orientato a farci divenire liberi, a riscattarci dalla nostra primitiva adesione al materiale ed appunto liberarci, coscienti, nel cosmo.

 

Liberi si diventa. È una lotta continua per affrancarci da tutto ciò che ci impedisce un’azione veramente libera.

 

Nella profondità del suo significato, la Scienza dello Spirito, non insegna assolutamente nulla; non ha regole, precetti, ideologie da imporre. Ma spiega solo perché l’Essere umano non è libero.

 

Gli esercizi ci aiutano a scoprire quanto il nostro volere sia imprigionato nel sentire, e quanto poco sia espressione di un pensiero libero.

 

Pensiero luminoso

 

Ed è proprio il nostro pensare, ci spiega benissimo Massimo Scaligero, la chiave di volta. Perché l’agire umano richiede sempre, anche per affrontare il vivere quotidiano, per risolvere le contingenze della vita terrestre, un pensiero logico, razionale. Quante volte nella vita abbiamo verificato l’importanza della calma, per prendere decisioni delicate ed importanti. È comunque riconosciuto come sia importante nella vita avere sufficiente calma nei momenti importanti, non farsi trascinare nelle decisioni da istinti e sentimenti, proprio per arrivare alle migliori soluzioni.

 

La necessità, quindi, di un pensiero terzo, è riconosciuta fondamentale anche da chi lo nega, e negandolo, in realtà, lo afferma Ma questo ci porterebbe lontano. Raggiungere questo tipo di pensiero, non è gioco da ragazzi, come si suol dire. Ma neanche impossibile.

 

Bisogna solo comprendere come sia necessario rafforzare la capacità razionale del pensare, rispetto alla, oggi celebre, “intelligenza emotiva” o della “pancia”. Se inizialmente l’individuo è sufficientemente inzuppato in questa famosa “intelligenza emotiva”, con gli esercizi della concentrazione e della volontà, l’individuo, negli anni, acquista un’indipendenza razionale, proprio rispetto a quella parte di sé, emotiva ed istintiva, che obiettivamente ci mette sempre nei guai.

 

Osho Rajneesh

Osho Rajneesh

 

“Liberi di essere”, titolo di un testo del sedicente spiritualista orientale Osho, sembra riferirsi allo stesso principio. Appunto sembra, ma dice esattamente l’opposto.

 

Come ci avvisa il Dottore, bisogna stare attenti, perché l’Ostacolatore in apparenza dice le stesse cose del Christo, ma di segno e significato opposto, come in questo caso.

 

L’Essere, il soggetto, non ha bisogno di essere liberato, in quanto già è, altrimenti, scusate il sofismo, non sarebbe il soggetto, ma l’oggetto, che in quanto tale è oggetto, non libero, di un soggetto.

 

La scienza dello Spirito insegna a consegnare la coscienza all’Io, che è già libero, non ha bisogno di essere liberato da alcunché. Per questo insegna ad essere liberi, cioè a portare la nostra coscienza in una zona terza, priva di influenze irrazionali, dove normalmente risiede, prigioniera degli Ostacolatori. L’azione sostanziale è soltanto interiore, nella ricerca di un’indipendenza che impedisce il fluire di un Pensare indipendente dalle influenze emotive.

 

Studioso

 

Rudolf Steiner, sappiamo, fa riferimento ad un Io evoluto rispetto alla propria passionalità, in grado di percepire e giudicare il mondo esterno con equanimità, spregiudicatezza e positività: in una parola Moralità.

 

I seguaci della Scienza dello Spirito sanno benissimo come la Libertà Spirituale si riferisca, non tanto ad un agire esteriore, quanto ad una qualità morale superiore, nel senso di una vita piú obiettiva rispetto al proprio svolgersi.

 

“Liberi di essere” si riferisce ad un essere che, invece, vuole essere libero di esprimersi esteriormente, non avere regole, precetti, condizionamenti.

 

Pride

 

Ma non facendo riferimento ad alcuna indipendenza interiore rispetto alla prigionia istintiva che ci attanaglia, quello che si vuole “liberare” in questo caso è proprio l’ego, la nostra parte istintiva; la quale, libera da ogni vincolo, regola, precetto, vuole essere padrona assoluta dell’agire verso l’esterno, cioè verso gli altri, oggetti della realizzazione egoica di cui sono vittime.

 

Su questo piano non ci sono piú limiti, essendo ogni “liberazione istintiva” limite per quella successiva. Il percorso verso la brutalità sub-animale è segnato. Ogni sopruso diventa diritto per chi lo compie, ed ogni difesa limite, ostacolo alla “libertà di essere” dell’ego.

 

Cioè la via del Male.

 

I tre esercizi della Moralità, servono proprio ad evitare questo errore, estremamente probabile per tutti noi. Anzi proprio facendo la concentrazione e la meditazione, si rischia di diventare piú egoisti e quindi cercare la “libertà di essere” con piú forza.

 

La soluzione non è certo quella di non fare gli esercizi perché “pericolosi”, lasciandoci vittime di noi stessi. Ma comprendere l’importanza degli esercizi morali ed eseguirli con la stessa attenzione della concentrazione.

 

Mimma Benvenuti consigliava di farli proprio come si fa la concentrazione: ripensando e rivivendo, alla sera, gli eventi della propria giornata alla luce dei tre esercizi morali.

 

 

Massimo Danza