La Santità Aurea

BioEtica

La santità aurea

Santi, anacoreti e martiri:

 

le aureole del ventunesimo secolo

 

 

Settembre, periodo di risveglio dal torpore estivo: dai primi acquazzoni al ritorno sui banchi di scuola, dalla ripresa delle varie attività all’Equinozio di Autunno, per culminare con la Festa di Michele, anche Festa dei sette Arcangeli, a fine mese, un portale verso la stagione fredda, in cui ci rimettiamo (o dovremmo) in cammino sulla retta via del duro lavoro interiore, dopo le temporanee defezioni estive. Un momento dell’anno ideale anche per ripartire con impegno nel lavoro esteriore, quello che svolgiamo nella maya.

 

I propositi di miglioramento della propria esistenza e del mondo circostante fioccano tra gli individui di buona volontà: e di persone ricche di buona volontà e di ottimi propositi ne esistono ancora, all’interno di un’Umanità persa dietro alle chimere del godimento materiale, del profitto, dello sperpero delle risorse legittimamente appartenenti ai nostri discendenti.

 

Volontariato presso fattorie biologiche

Volontariato presso aziende agricole

 

Nel gruppo Facebook che mi trovo ad amministrare, Ecovillaggi e Comunità, di cui ho parlato nei miei recenti articoli, si trovano molti esempi di individui amanti del prossimo e della natura, che si offrono di fare esperienza come “WWOfer” presso comunità, Ecovillaggi, aziende agricole biologiche, progetti nascenti o associazioni, a volte anche presso famiglie con fattorie, orti e terreni.

 

Alcuni di questi volontari, gente di ogni età iscritta o meno alla rete WWOF, trascorrono dei periodi fantastici in cui in cambio di poche ore di lavoro non specializzato, e per accordi presi in partenza non retribuito, ricevono vitto, alloggio, insegnamenti utili e fanno pure una vacanza in mezzo alla natura. Alcuni di loro riportano poi sul gruppo l’esperienza positiva che hanno avuto la fortuna di fare.

 

Il loro istinto altruista di donazione, che può rap­presentare una forma attuale di “santità”, ha avuto modo di incontrare un altrettanto genuino istinto a donare e accogliere, quello di chi ha accolto nella propria comunità o nella propria casa degli sconosciuti, che doveva nutrire e alloggiare, istruire e far svagare, e che giustamente hanno ricambiato dando una mano nei lavori quotidiani.

 

Due moderne “santità” che si incontrano. Quando tutto va bene.

 

Accade però spesso, che i volontari vengano sfruttati molto piú del dovuto, nutriti male e alloggiati peggio degli animali della fattoria. Oppure, viceversa, sono i volontari stessi ad approfittare della situazione, a lavorare poco e male, e a pretendere la vacanza da sogno dopo aver lavato le tazze della colazione e spazzato il pavimento cinque minuti.

 

L’esperienza che avrebbe dovuto essere arricchimento reciproco, incontro di anime, diventa un incubo, a volte contornato da reati di natura penale, come la devastazione vandalica del piccolo paradiso che aveva accolto generosamente i volontari in questione.

 

La tendenza alla santità va allora a farsi benedire, e sul gruppo capita che un poveretto che si offre di accogliere dei volontari per un certo periodo, venga bersagliato di insulti da “wwofer” che sono stati sfruttati e ingannati, processato senza colpa per via della disonestà di altri che avevano fatto offerte simili alla sua, ma hanno tentato di approfittare della buona volontà dei propri ospiti per farli lavorare come schiavi dalla mattina alla sera.

 

Nei commenti poi, troviamo anche chi ha ospitato altri con fiducia e si è visto arrivare gente che voleva solo fare la vacanza gratis, e ha combinato pure danni. E insultano tutta la categoria dei volontari, a volte con linguaggio decisamente da censura.

 

Nei casi positivi, che fortunatamente ci sono, questo è il tipico esempio di come le Gerarchie angeliche, gli Arcangeli dei popoli e i nostri Angeli custodi lavorino per ispirare nelle nostre vite un cambiamento di rotta, fuori dell’egoismo ahrimanico, a contatto con altre anime affini in cammino, verso zone dove la Natura e gli esseri elementari hanno bisogno delle nostre cure e della nostra protezione, affinché la ‘civiltà’ del cemento e dei veleni non arrivi anche lí. Purtroppo, se anche rispondiamo positivamente a questa chiamata, spesso molti di noi non sono consapevoli che gli Ostacolatori ci mettono alla prova, e del resto è il loro lavoro!

 

Quando incontriamo difficoltà, inganni e cattiverie in risposta alla nostra voglia di fare del bene, dobbiamo superare la prova e non demordere: la prossima volta andrà diversamente.

 

Una situazione analoga, nel gruppo e sul web in generale, l’ho riscontrata ad esempio con i vegani e gli animalisti.

 

cibo vegano

 

Gli Angeli e gli Esseri Elementari, in questa nuova epoca, ispirano una nuova consapevolezza in molti individui, soprattutto giovani: come anticamente fu per gli Esseni, tra cui Gesú stesso, San Giuseppe e Sant’Anna, sua nonna, e come fu anche per i Catari, oggi in tanti scelgono di non mangiare carne e alimenti di origine animale, e di rispettare ogni forma di vita. Anche questa è una moderna vocazione alla santità.

 

Purtroppo anche qui il Diavolo ci mette lo zampino, e questa scelta etica, sacrosanta e importante per l’evoluzione del genere umano, non viene accompagnata da un percorso di crescita interiore.

 

Rudolf Steiner ci mette in guardia dall’abolizione nella nostra dieta dei prodotti di origine animale che sia dettata da una scelta ideologica e imposta a noi stessi in modo forzato. Nel seguire il cammino spirituale dovrebbe essere spontaneo man mano, gradatamente, ridurre i cibi animali, in particolare la carne, ma questo non dovrebbe avvenire in modo repentino. Il rischio è che si sviluppi una forte e improvvisa aggressività, questo ci spiega il Dottore. E infatti sui social gli animalisti e i vegani attaccano senza pietà con insulti, parole volgari e bestemmie, dei poveretti che osano farsi il pollaio o andare a cavallo, o le cui comunità non adottino un’alimentazione strettamente vegana. L’amore che essi mostrano per gli animali a quattro zampe, difficilmente si estende a quelli a due gambe, di cui profetizzano e caldeggiano la completa estinzione.

 

Qui Mefistofele compie davvero un capolavoro.

 

Eppure la via verso le nuove forme di santità è tracciata.

 

Anni fa mio padre Fulvio Di Lieto scrisse in tal senso una poesia scherzosa ma molto illuminante:

 

 

 

AUREOLE

 

Se ben ricordo,

i santi di una volta

li mettevamo

sotto le campane

di vetro, sul comò

contro lo specchio,

e in chiesa piú solenni

troneggiavano

sui pilastri di marmo,

nelle nicchie.

Dovevano fornirci

la tutela

contro le avversità

piú disparate

in cambio

degli omaggi floreali,

di lumini,

steariche e torcioni.

Erano per lo piú

dottori eccelsi

che avevano

sconfitto l’eresia,

o anacoreti,

taumaturghi e martiri

passati a fil di spada

o torturati,

come Lorenzo

ch’esortò i carnefici

dicendo: «Rivoltatemi,

son cotto!»

e quelli

ribaltarono la vittima

uniformando

il tono dell’arrosto.

Anime intemerate,

refrattarie

ad ogni seduzione

del peccato.

Esempio

Sant’Antonio l’eremita,

che rintuzzò

le mille tentazioni

di Satana

vestito da maliarda

mentre l’asceta,

solo nel deserto,

s’autoinfliggeva

fame ed astinenza.

I monaci e le suore

nei conventi

usavano cilici,

funicelle

ed altre

penitenze corporali

per garantirsi

un seggio in paradiso

e accedere

all’onore degli altari.

I santi d’oggigiorno,

per lucrare

benemerenze

agli occhi dell’Eterno,

possono fare a meno

del digiuno,

di flagelli,

deserto e catenelle:

fanno la coda

per pagar le tasse,

subiscono

violenze e ladrocini,

respirano

fenoli e sulfonati,

bevendo

metanoli ed atrazine.

Vivono nel terrore

e nel sospetto

di criptiche,

letali malattie,

nutrendosi

di pillole e misture,

reggendo al malcostume

e alla sporcizia.

Eppure, vanno avanti

a denti stretti,

fedeli alla morale

e alla decenza,

si piegano

alla sferza degli eventi

senza abdicare

ai buoni sentimenti.

Depongono i rifiuti

ai cassonetti

considerando

la differenziata,

non scavalcano

il prossimo alle file,

rispettano

pedoni e precedenze,

corrono in pista

senza gli steroidi:

sinceramente

credono che in gara

a vincere l’alloro

sia il migliore.

Se trovano per strada

un portafoglio

s’affrettano a portarlo

alla Questura

senza aspettarsi

encomi o ricompense.

Paventano

la multa o le manette

se pagano in ritardo

una bolletta,

se omettono una virgola

o un puntino

nella dichiarazione

delle imposte.

Cedono il posto

a invalidi ed anziani

malgrado siano affetti

da varici

e soffrano l’inferno

a stare in piedi.

Nel campo della storia

sono vermi

che umettano

le zolle della gloria

con l’umile

travaglio sotterraneo

che ignora

le medaglie e le parcelle,

servendo il Bene

senza la grancassa.

Dall’attimo

in cui viene partorito

l’uomo di questi tempi,

praticante

delle virtú sociali

ed interiori,

viene d’ufficio

già beatificato

e prenotato

al cerchio degli eletti.

Accanto alla progenie

dei furfanti

nasce la civiltà

dei nuovi santi.

 

 

I nuovi santi dunque, stanno nascendo e crescendo intorno a noi, quasi sempre senza sapere di esserlo. Ci sono i santi, ossia coloro che vivono nella folle civiltà moderna cercando di fare sempre la cosa giusta, di aiutare il prossimo anche senza aspettarsi nulla in cambio.

 

Julian Assange

Julian Assange

 

Ci sono poi i martiri, laici e a volte nemmeno credenti, che si immolano comunque per la Giustizia, la Verità, come ad esempio Julian Assange, rinchiuso per anni solo per aver scelto di svelare dei segreti scomodi dando fastidio ai Poteri Forti che pretendono di dominare il Mondo.

 

Ma sono martiri anche i giovani israeliani che preferiscono finire in carcere piuttosto che entrare in un esercito che si sta macchiando di un genocidio terrificante.

 

In ogni Nazione, in ogni luogo della Terra, continuamente ci sono individui che fanno scelte difficili e coraggiose: sacrificano la propria sicurezza, prosperità e tranquillità, e quella dei propri cari, per non essere complici di crimini, ingiustizie, inganni e abomini.

 

Le Gerarchie ricevono questi sacrifici con gratitudine immensa, e cosí avviene per la nostra Madre Divina e gli Angeli custodi, che vivono e lavorano solo per questo.

 

La speranza di salvezza per il genere umano sta proprio nelle scelte giuste dei pochi che, per ora, ancora salvano i molti.

 

Accanto ai santi e ai martiri abbiamo poi gli anacoreti, gli eremiti, coloro che hanno deciso di fare il famoso: “Passaggio al Bosco”, di cui parla diffusamente in Botanima un meraviglioso articolo di Leonida T. Elliot. 

 

Non sono in molti, coloro che scelgono di vivere isolati dalla cosiddetta Civiltà, da soli o in coppia, in mezzo al bosco, sulla cima di alte montagne, su isolotti sperduti, ma il loro esempio è importante e significativo, ed è per questo che le loro storie ci appassionano tanto.

 

Uno youtuber in particolare ha dedicato il proprio canale alla narrazione di queste storie cosí affascinanti: va ad incontrare di persona questi nuovi anacoreti, spesso rifugiati in luoghi raggiungibili solo dopo lunghe ore a piedi.

 

Si chiama Bernardo Cumbo, e i suoi video ci mostrano come alcuni di noi potremmo vivere se avessimo tanto coraggio e un pizzico di incoscienza.

 

La consapevolezza di ciò che veramente conta nella vita, ci viene incontro dalle parole che questi eremiti ci dicono, ma anche e soprattutto da ciò che non ci dicono: gli sguardi, i paesaggi, il tono pacato e sereno delle loro voci, la semplicità con la quale gestiscono le mille difficoltà che una simile esistenza può comportare per chi viene da una dimensione moderna e cittadina, rappresentano degli insegnamenti preziosi. Noi ci affanniamo ogni giorno per un benessere spesso illusorio, abbiamo troppo di ciò che non ci serve veramente, e troppo poco di quello che invece sarebbe davvero essenziale nella vita. Queste vite raccontate da Bernardo Cumbo con devozione e simpatia, devono essere per noi fonte di ispirazione.

 

Quello che dobbiamo riconoscere soprattutto, è il privilegio che abbiamo avuto, avendo incontrato gli insegnamenti di Rudolf Steiner e di Massimo Scaligero.

 

Scaligero diceva: «Non dobbiamo essere solo buoni, dobbiamo essere santi!».

 

Il significato di questa frase, nella nostra Epoca di transizione verso una Civiltà del tutto nuova, è chiaramente ben oltre il concetto antico di santità.

 

La donazione di sé, il martirio, l’isolamento dalle tentazioni del mondo quando abbiamo necessità di ritrovare noi stessi e la Via Maestra, sono le forme di santità necessarie anche al giorno d’oggi, e noi che abbiamo le conoscenze della Scienza dello Spirito possiamo aggiungere a questi percorsi una consapevolezza maggiore.

 

Santi

 

Sappiamo che il nostro lavoro interiore è ciò che aiuta i Maestri e le Gerarchie a fare il loro per aiutare l’Umanità ad uscire dal pantano mefistofelico, e guidarci verso il Nuovo Mondo. Dove tutto sarà diverso, e la santità una condizione naturale per molti.

 

Oggi è richiesto a chi come noi, ha ricevuto tanto dal Mondo Spirituale, di mostrare ciò che l’umanità futura dovrà essere: non solo buona, altruista, tollerante e generosa, ma santa, ossia unita veramente agli Angeli e a Dio in un Progetto Aureo, che dovrà risuonare in ognuno di noi e diffondersi intorno verso tutto il Creato, un Fluido Aureo inarrestabile che sarà parte di noi, e noi ne saremo parte!

 

 

Shanti Di Lieto Uchiyama