VARIAZIONE SCALIGERIANA N° 186
«Contemplare il pensiero, dunque: si tratta di afferrare il senso di un simile compito.
Ché l’oggetto del contemplare va preparato, cosí come va preparato il contemplatore …ossia colui che guarda ciò che è stato preparato a un “lasciarsi guardare”».
Massimo Scaligero, L’uomo interiore
Il miglior corollario all’Esercizio di Concentrazione del Pensiero è sintetizzato in queste due righe.
Pensiero e Pensatore sono accomunati dal reciproco incontro e riconoscimento.
Afferrare il senso di tale Contemplazione vuol dire praticare una nuova coscienza yogica, anzi l’esperienza di una feconda autocoscienza pensante.
Il pensiero è specchio dell’Universo e al Contemplatore tocca pulire lo specchio quotidianamente con l’Esercizio sunnominato.
Angelo Antonio Fierro