Avevo conosciuto Argo Villella nel 1962 e da allora siamo divenuti grandi amici, oltre che condiscepoli di Massimo Scaligero. In quell’epoca e negli anni successivi spesso accompagnavo Massimo a casa di Argo e Tatiana, e i discorsi vertevano per la maggior parte sulla Tripartizione. Io a quel tempo seguivo da poco la Scienza dello Spirito, e pur essendo interessata all’argomento, trovavo difficile seguire gli approfondimenti di una materia allora per me quasi sconosciuta.
Fu in quel periodo che Massimo decise di fare un “esperimento” per rendere piú viva e partecipata la conoscenza della Tripartizione presso le persone che considerava adatte a seguire l’iniziativa. Stabilí una riunione presso la casa di sua cugina Mimma (Bianca Maria Scabelloni), in un pomeriggio inoltrato della settimana – e questo durò piú di un anno – con alcuni amici maggiormente ferrati nel campo della Tripartizione. Tra loro c’erano: Romolo Benvenuti, marito di Mimma, Argo Villella, Amleto Scabellone, Enzo Erra, Pio Filippani Ronconi, Alfredo Rubino, Vittorio Leti Messina, Elio Uccelli e altri di cui non ricordo il nome.
La riunione era organizzata in modo da formare un “Governo ombra”, nel quale ognuno dei convenuti rappresentava un Ministero: Pubblica Istruzione, Finanze, Sanità, Interni, Affari Esteri, Giustizia, Agricoltura, Trasporti, Turismo ecc. Diceva Massimo che dovevano pensare come se da un momento all’altro potessero avere l’occasione di esercitare realmente la mansione loro affidata. Ogni volta ciascuno di loro presentava agli altri le proposte e i progetti che riteneva necessari per avviare una concreta applicazione dei princípi della Tripartizione.
La persona che maggiormente portava avanti l’argomento e trovava le soluzioni pratiche piú consone e utili era proprio Argo. Massimo lo spronava a scrivere e a pubblicare il risultato dei suoi studi e delle sue intuizioni, e ogni volta riguardava con attenzione lo scritto di Argo prima che fosse presentato all’editore, facendo le sue considerazioni e dando i giusti consigli.
Sull’Archetipo abbiamo continuato negli anni a pubblicare articoli tratti dall’opera di Argo, che riteniamo tuttora attualissimi. Dal suo Metafisica della moneta (Ed. Basaia, Roma 1984) stralciamo alcune parole che ci fanno capire quanto elevato fosse il suo aderire al pensiero di Rudolf Steiner e a quello di Massimo Scaligero, suo diretto Maestro: «Attuando la Tripartizione dell’organismo sociale, l’uomo restituisce alla società il suo ordine essenziale, con al vertice l’Io Superiore, la manifestazione del Logos nell’umano, ricostituendo la sacralità perenne che doveva temporaneamente perdere per compiere la propria evoluzione. Il principio dello Spirito, esprimentesi nella forma sociale atta ai nuovi tempi, consente a tutti gli uomini “di buona volontà” di iniziare a operare secondo la propria essenziale dignità: di identificare, partendo dalla posizione assegnata dal proprio destino, l’importanza del proprio compito esteriore, anche del piú umile, agendo secondo creatività, senso di giustizia, fraternità, in quanto è data loro occasione, nelle istituzioni sociali, di edificare la loro umanità piú elevata. La questione monetaria, uno dei tanti aspetti della provvisoria sconfitta dell’uomo, non potrà mai trovare soluzione nei singoli provvedimenti e nelle contingenti riforme, ma solo da una nuova concezione della società. Ma la questione sociale non verrà mai districata se non verrà compresa prima la vera realtà dell’uomo: l’essere egli manifestazione di quella che Dionigi l’Areopagita ha definito, all’inizio dell’era cristiana, la quarta Gerarchia spirituale».
Nel dicembre 1998, a seguito del passaggio della Soglia di Argo Villella, il Direttore dell’Archetipo, Fulvio Di Lieto, su queste pagine lo ricordava cosí: «La grande speranza è il lungo cammino della fedeltà assoluta, proiettata nel passato e nel futuro, vissuta come il senso vero del rapporto tra le forze intatte dell’essere, quelle capaci di stabilire rapporto d’amore fuori dell’influenza di Lucifero: che è la piú alta mèta, la fine dell’oscurità dell’anima. Lungo questo cammino della “fedeltà assoluta”, prefigurata da Massimo Scaligero, si è decisamente indirizzato l’amico Argo, che ora assiste amorevolmente dal Mondo spirituale i Fedeli all’idea, gli irriducibili nella devozione e nell’Amore verso la Scienza dello Spirito di Rudolf Steiner. Discepolo di Scaligero tra i piú seri e tenaci, Argo ha ispirato la sua vita a una serenità imperturbabile e a un desiderio impersonale di armonia. Il tutto scaturito da una pratica costante, ferrea, della concentrazione interiore e della meditazione. Con mitezza determinata ha piegato la natura mediterranea, terrestremente solare, coraggiosa sino alla provocazione, esuberante sino all’incoscienza, sostituendovi gradatamente una signorile temperanza, una simpatica partecipazione emotiva, una vasta condivisione e compassione per la comune condizione umana. Cultore dell’Amicizia, rispettoso del sacro inteso come amore per il rito spirituale e per un piú intenso rapporto di coppia, anch’esso tendente all’eternità, ha reso pratico l’impulso positivo di cercare, nell’amico e nell’essere umano in generale, ciò che unisce, nell’apparente contrasto.
Liberatosi ben presto dal dèmone della politica, che crea fratture e contrasti, ha indirizzato decisamente i suoi impulsi piú profondi verso la Tripartizione dell’Organismo Sociale di Rudolf Steiner al cui studio, arricchito da sapiente meditazione, ha dedicato gran parte della vita. Nessuna voglia di maestrato, nessuna ambizione interiore albergavano in lui; soltanto grande comprensione per le debolezze umane e un saldo ottimismo per un inevitabile trionfo dello Spirito. Studioso di economia per amore della Via spirituale, cercò di mostrare, nei suoi numerosi scritti, che l’economia è nata per servire lo spirito creativo, distaccata dal quale si dissecca e muore, come Steiner aveva previsto e come in realtà sta avvenendo.
Trattando di “Associazioni” secondo la Tripartizione dell’Organismo Sociale, cinghia di trasmissione dello Spirito attraverso la cultura e via via, nel tessuto professionale, economico, commerciale, dei servizi ecc., egli parla di queste comunità come Conventiones laboris et amoris, come cioè azzeramento degli odii e dei veleni della politica.
Il suo procedere verso la morte fisica è stato, poi, degno di un eroe antico. Attivo fino all’ultimo negli incontri spirituali, depauperato nel fisico ma straordinariamente vivo nell’interiorità, non ha mai colorato di tragicità e di ineluttabilità la sua pur grave vicenda fisica. È stato fra noi come se avesse dovuto per sempre restare, compiendo tranquillamente le operazioni usuali, con la solita calma disponibilità. Ed è come se avesse insegnato in silenzio una lezione indimenticabile secondo la quale l’amicizia degli esseri umani è tessuta di eternità, è senza confini, e nessun temporaneo distacco fisico può minimamente scalfirla.
Arrivederci, Argo, magico propiziatore dell’amicizia e dell’armonia tra gli uomini, vessillifero di una nuova, piú degna umanità».
Molte sono le persone che hanno conosciuto e stimato Argo. Fra loro c’è Fabrizio Fiorini, il quale di lui scrive: «Nel 1991, qualche mese dopo la morte di Mimma collaborai, assieme all’amico Roberto Lagna, animatore del gruppo “scaligeriano” di Mestre, alla organizzazione di un Convegno sulla Tripartizione dell’organismo sociale organizzato da Salvatore Colonna, direttore del centro antroposofico di Oriago di Mira, Venezia. Roberto ed io, assieme ad altri amici, invitammo a partecipare all’evento, in qualità di relatori, due personalità che erano state molto vicine a Massimo Scaligero: il giornalista Enzo Erra e l’esperto di Tripartizione Argo Villella, il quale aveva già pubblicato alcuni importanti lavori su tale argomento. Entrambi accettarono l’invito con entusiasmo, cosí ebbi modo di trascorrere tre giorni a stretto contatto con Argo, nei confronti del quale avevo la naturale soggezione che un ragazzo timido può provare nei confronti di persone molto piú anziane di lui e che noi giovani vedevamo come dei veri e propri “mostri sacri”, essendo essi stati i primi discepoli di Massimo. Mi rendo conto che tale atteggiamento può risultare poco comprensibile a chi non proviene dal nostro ambiente, ma rimando a quanto Rudolf Steiner spiega nel suo libro L’Iniziazione a proposito del sentimento di devozione che i giovani devono coltivare.
Quando Argo venne ad Oriago, accompagnato dalla moglie Tatiana, potemmo parlare a lungo e di tante cose, e fui molto colpito sia dalla sua grande umanità, sia dalla sua incredibile competenza nel complesso campo della Tripartizione, sia dalla profondità della sua devozione a Massimo e alla Via spirituale che egli aveva intrapreso subito dopo la seconda guerra mondiale, alla quale aveva preso parte giovanissimo, a seguito dell’incontro con Massimo Scaligero. Ricordo che il suo intervento durante il convegno fu incentrato sulla necessità di porre al centro di ogni tematica scientifico-spirituale, Tripartizione compresa, l’ascesi interiore individuale. Egli rimarcò con forza le parole scritte da Scaligero alla fine dell’opuscolo La Via dei nuovi tempi, alla cui stesura Argo aveva collaborato, che Massimo donava sistematicamente ai propri discepoli: «La Tripartizione comprende anche le istanze interiori del materialismo ma le integra con l’assunto realistico dell’Io spirituale dell’uomo, secondo il canone interiore di cui è dato uno specimen nelle prime pagine del presente opuscolo».
Quelle prime pagine erano in effetti contenute nel primo capitolo dell’opuscolo in questione intitolato appunto “Regole per lo sviluppo interiore”. Senza sviluppo interiore, senza la disciplina spirituale sulla quale Massimo Scaligero ha particolarmente insistito, nessuna Tripartizione è realmente attuabile e, piú in generale, nulla è realmente attuabile. Questo Argo lo aveva ben presente e lo ha spiegato diffusamente nelle sue opere, le quali andrebbero attentamente lette e meditate soprattutto da coloro che si sentono particolarmente attratti dal tema della Tripartizione dell’organismo sociale».
Un ricordo, questo, che evidenzia le indubbie qualità che tutti hanno sempre riconosciuto ad Argo, anche coloro che hanno frequentato le sue riunioni in cui esponeva, in maniera chiara e accessibile pure ai principianti, la materia che lui padroneggiava con tanta competenza.
Alcuni giovani seguivano le lezioni di Argo. Uno di loro era Marco Mazzeo, che cosí ricorda: «Conobbi Argo Villella alle riunioni di Roma in via Barrili; una persona estremamente pacata e sempre sorridente. Mi fu subito indicato da Alfredo Rubino (colui che proseguí le riunioni tenute da Massimo Scaligero), come riferimento dello stesso Maestro sullo specifico tema della Tripartizione, e difatti assieme ad un gruppo di amici nella sua abitazione nel quartiere Balduina incominciammo un percorso di appuntamenti per parlare su queste tematiche, ove naturalmente Argo era il riferimento principale, avendo già elaborato e scritto a riguardo. La prima osservazione che ci fu fatta, e che ancora mi porto come principio, fu quella che l’uomo è costituito in maniera tripartita prima ancora del corpo sociale: come un microcosmo ed un macrocosmo; e pertanto il cambiamento di uno stato sociale avviene, nella sua trasformazione, nel riordino delle tre sfere: quella economica, quella giuridica e quella spirituale, parallelamente ad un cambiamento radicale individuale, e cioè nell’altrettanto riordino delle tre sfere del pensare, del sentire e del volere nei loro corpi preposti. Tutto ciò accadeva i primi anni dopo il 1990».
Un altro dei giovani presenti alle lezioni di Argo era Massimo Pasquali, che ci ha inviato la sua testimonianza di quel periodo: «Ormai molti anni fa, con un gruppo di amici uniti da un comune interesse per le problematiche sociali, iniziammo ad avere alcuni incontri con Argo, che ci era stato indicato come persona che negli anni con grande dedizione aveva approfondito i temi della Tripartizione. Di quegli incontri, al di là dei contenuti affrontati, ricordo il grande equilibrio, la levità d’animo, il nitido eloquio, privo di qualunque compiacimento intellettualistico, che Argo manifestava, con una immediatezza ed una accoglienza di chi non si ergeva a maestro, ma con serenità e lucidità amava condividere idee e pensieri. Io personalmente in quel momento avevo bisogno di incontrare persone che mi aiutassero a ricomporre, in una visione superiore, quanto nell’umano e quindi nel sociale si manifestava con una dialettica di inconciliabilità. Gli incontri con Argo sono stati un momento di questo percorso, condiviso con quegli amici, verso una riconciliazione prima ideale, interiore, di quanto all’esterno si mostra irriducibilmente opposto ed escludente».
Anche Massimo Forte partecipava agli incontri, e cosí scrive: «Mia moglie Virginia ed io, sin dai primi anni ’70, abbiamo avuto il piacere e l’onore di frequentare, come amici, Argo Villella e sua moglie Tatiana, nostri condiscepoli di Massimo Scaligero. Ci incontravamo spesso, a cena da noi, o da loro, come pure nella loro casa al mare. All’epoca Argo aveva ricevuto da Massimo Scaligero l’incarico di occuparsi della Tripartizione dell’organismo sociale, cosí come era stata indicata da Rudolf Steiner. Frutto di tali studi erano delle opere scritte, che Argo, prima di consegnare all’editore, sottoponeva regolarmente al preventivo esame di Massimo Scaligero. Capitava, pertanto, che, in uno dei nostri incontri, Argo si presentasse con un’aria un po’ sorniona e, con lo humour inglese che lo caratterizzava, dicesse la battuta che ripeteva immancabilmente in quelle circostanze: “Ho portato le bozze del mio ultimo libro a Massimo, per il suo parere… se la prossima volta mi vedete con un occhio nero…”. Riferisco questo aneddoto per affermare con assoluta certezza che mia moglie ed io siamo testimoni del fatto che tutti, ripeto tutti, i libri scritti da Argo Villella sulla Tripartizione sono stati preventivamente visionati ed approvati da Massimo Scaligero, almeno fino a quando questi è rimasto sul piano terreno. Tanto mi sento di dire per correttezza e per amore e rispetto della verità».
Il serio impegno che Argo Villella ha profuso in tutto il suo percorso conoscitivo della Tripartizione è oggi materia di studio e di approfondimento.
Anche l’Istituto per la Tripartizione sociale (www.tripartizione.it), diretto da Aurelio Riccioli, che tanto contribuisce a sviluppare il tema della Tripartizione, riporta due interessanti scritti di Argo: “Il problema sociale”, e “La dignità dell’uomo – Per una sana visione del problema sociale”, due articoli pubblicati su «Imperium» nel maggio e nel giugno 1950.
Sull’Archetipo abbiamo negli anni pubblicato Crisi delle ideologie e impegno sociale nuovo; Per una libera individualità e Quale capitalismo? oltre a piú di trenta articoli tratti da Una via sociale. Crediamo con questo di aver contribuito a rendere sempre presente il pensiero di Argo e le soluzioni da lui indicate, nel solco della grande opera sociale prospettata da Rudolf Steiner.
Marina Sagramora