Per realizzare il Sacro Amore occorre superare la prova centrale della soggettività: il limite all’èmpito dell’amore. Ciò che è entro il limite è il germe che va rianimato: dapprima esso si sviluppa correlativamente al desiderio, anche il piú elevato, poi comincia a necessitare della interezza della mediazione: che gli è interna ed è il segreto del suo trascendimento. Tale trascendimento è l’iniziale liberazione dell’ètere folgorante dell’Io nella prigionia della soggettività, come un risveglio della Luce dal sonno profondo della tenebra, che è la coscienza animale-umana. Comincia cosí la sacrificale negazione del supporto āshraya paravritti e il ritrovamento del fondamento. È il cammino del Graal.
Far risorgere dalla Terra il Sole che vi è celato, immanente, è tale cammino. Un procedere verso il Sole, che non è piú nel Cielo ma nel segreto della Terra: il Dio perduto dall’uomo, decaduto come uomo, è risorto come uomo: questo Dio va riconosciuto, anzi realizzato. Un lungo atrio di silenzio occorre attraversare: una vasta solitudine: per ritrovare l’Amore infinito, del cuore: quello che di continuo erompe nell’anima e identifica anima ad anima.
L’incontro con l’altro trae la propria determinatezza dalla virtú mediante cui ridesta l’eterno: perciò ogni volta dà inizio a una creazione nuova con l’identico movimento. Si attua allora il varco della Soglia: nulla a questo punto può piú costituire limite alla dedizione e alla generosità, all’affermazione positiva di sé e al coraggio: ci si libera sia dal male sia dal bene che gli è correlativo. È la prova del fuoco, che sola è varco verso l’Amore vittorioso, realizzatore del Logos sulla Terra, di cui il Logos è il Dio.
Massimo Scaligero
Da una lettera dell’ottobre 1974 a un discepolo.