Generazioni

Etica

 

Generazioni

 

Perché abbiamo scelto la nostra generazione?

 

Questa generazione

 

Tutti proveniamo dal regno della prenascita e abbiamo deciso di scendere in un determinato momento storico, in un preciso popolo e in una comunità religiosa. È lecito domandarci il significato della propria incarnazione. Che significato può avere l’esserci incarnati in Italia in una ben precisa epoca, in una generazione umana con caratteristiche culturalmente abbastanza omogenee?

 

Lavoro

 

Questa non è una indagine sociologica di tipo statistico, ma si basa su dati dell’evidenza piú immediata; dire ad esempio che la generazione dei giovani d’oggi sia sostanzialmente legata alle comunicazioni che giungono dallo smartphone è un dato di evidenza diretta. Evidenza diretta è riconoscere una crisi delle certezze valoriali nelle generazioni del dopoguerra. Questa è la condizione postmoderna.

 

I bisnonni

 

La generazione di italiani che ha combattuto o subíto la Seconda guerra mondiale, spesso ha patito la fame e la miseria an­che nel dopoguerra, ma è riuscita a godere di una impostazione valoriale so­lida e una buona educazione di base, anche dopo la fine della società contadina. Ciò avvenne in quanto la scuola di ispirazione idealistica e gentiliana, partendo dal livello elementare e arrivando all’università, produsse una classe dirigente, culturalmente elevata e una classe di lavoratori ben educati da saldi valori etici acquisiti in profondità. Si pensi alla pacatezza e alla maturità con cui si esprimevano tutte le élite politiche della Prima repubblica, da Berlinguer a Moro ad Almirante. Si ascoltino i documentari con interviste della RAI degli anni ’60 i cui persone semplici esprimevano concetti solidi con pensiero puntuale. Quei comportamenti, seppure alle volte troppo conformisti, rispettavano la lingua madre, la bellezza estetica, il decoro, la competenza estrema, l’aspirazione alla verità e alla giustizia sociale. I bisnonni erano convinti che il mondo fosse in deciso miglioramento.

 

I figli del boom economico

 

TV

 

La generazione cresciuta nel dopoguerra godette di un benessere vasto e diffuso garantito dalle condizioni geopolitiche. Il benessere del dopoguerra era funzionale al sistema politico americano in quanto dimostrava la superiorità del modello liberale rispetto a quello social-comunista della sfera sovietica. I figli degli anni ’60 e ’70 subirono però i danni della cultura iper-materialistica proveniente dall’estremo Occidente anglofono. Quella dei nonni fu una generazione che spesso si concentrò in attività produttive pur mantenendo l’attaccamento ai partiti e alle ideologie. Nei nonni resisteva ancora il mito diffuso di una Sinistra progressista, di un mondo cattolico piccolo borghese o al contrario, fuori dall’arco costituzionale qualcuno mormorava: «Si stava meglio quando c’era Lui». Per questa generazione la televisione fu lo strumento primo di educazione linguistica, ma piú tardi, sempre grazie alla TV, la superficialità imperante e l’americanizzazione iniziò ad erodere in profondità la cultura italiana.

 

Figli dei fiori

 

Qualche frangia marginale rimase influenzata dai figli dei fiori, altri dal mondo ribellistico del ’68. Tra i nostalgici degli anni ’70 rimasero fortunatamente vive delle aree di pensiero critico che si è rivelato utile durante la psico-pan­demia, nell’avversare i sieri venefici che hanno avvelenato il mondo.

 

Burocrazia

 

Comunque, la maggioranza dei Boomers, ovvero dei nati nel dopoguerra, si concentrò nel lavoro, trovando peraltro pesanti difficoltà nella burocrazia che si gonfiava sempre piú.

 

Padri rintronati dal lavoro

 

Il consumismo sfrenato e l’ossessione produttiva che arrivò da oltre­oceano si travasò dai nonni ai padri. La percezione di benessere venne influenzata pesantemente  dalle mode.

 

 

Le famiglie sempre piú tesero a disgregarsi mentre l’affanno della vita indusse l’uso di alcol, droghe e psicofarmaci. L’eredità sessantottina e il mi­to della libertà edonistica (intesa come licenza) produsse tendenzialmente l’ab­bandono di ogni disciplina domestica. Si è perso il rispetto per la grande cultura, il senso del Vero, del Buono del Bello. È questa la prima generazione italica che ha difeso gli errori dei figli e incolpato gli insegnanti. La religione è ormai marginalizzata, il senso del divino perso e la delusione per le figure politiche ed i rappresentanti del popolo diventa sempre piú ampia, grazie anche a strategie come la creazione di movimenti poco qualificati che hanno allontanato gli italiani dalla Cosa Pubblica.

 

Consumismo

 

Oggi i quarantenni e i cinquantenni iniziano a rendersi conto che le future generazioni non staranno meglio di loro, ma molto peggio.

 

Figli

 

Spesso si è scritto su queste pagine dei problemi dei giovani che sono cresciuti nella società digitalizzata. Il disinteresse per la cosa pubblica, l’insicurezza di fondo, la fede cieca nella tecnoscienza, la difficoltà di rapporti umani non mediati dalle reti sociali, sono i casi piú vistosi ed eclatanti. Questa generazione interconnessa, molto influenzabile, nel periodo della psicopandemia ha dovuto coabitare in spazi angusti con i genitori ed è ulteriormente peggiorata negli equilibri delle relazioni interpersonali. Si tratta di una generazione che oggi non vede un futuro migliore, non è attratta dal lavoro e tende a restarsene comodamente in casa non cercando neppure l’indipendenza economica. I gusti estetici sono scaduti in modo verticale guidati da un’onda di malvage proposte che hanno fatto leva sull’aspetto di una istintività demenziale e non evoluta sul piano del sentire. L’industria dell’intrattenimento ha sfornato prodotti sempre piú algidi e scadenti, privi di qualità emotive profonde capaci di muovere ideali. Il problema politico e ideologico è rimosso, mentre la proposta editoriale si è espansa a dismisura rendendo piú difficile trovare gli autori piú significativi ed educativi. Tra i giovani emergono timidamente delle punte con straordinarie qualità, ma per il momento sono come pesci fuor d’acqua.

 

Una terribile faglia

 

Ragazzo fragile

 

L’ipotesi che ci sentiamo di proporre, è la seguente: le tre generazioni prese in esame sono divisibili in due grandi segmenti. Da un lato uomini e donne svuotati dal senso dell’Io, dall’altro esseri forti in grado di sopportare la durezza dei tempi del cambiamento. Tutti e due questi gruppi umani sono stati travolti e lo saranno in futuro da un grado notevole di sofferenza.

 

Ragazza fragile

 

 

Il vero dolore nasce dalla mancanza di certezze spirituali e il nostro tempo, la postmodernità, è contrassegnato proprio da questo: l’incapacità per la maggioranza di riconoscere il Bello, il Vero e il Giusto. Viviamo in un periodo di accelerazione temporale che non si è mai manifestato in epoche precedenti. Quando Massimo Scaligero evidenziava il Caos della nostra epoca come il peggiore, dopo la catastrofe atlantidea, diceva il vero. La cieca accelerazione della tecnica richiedeva una tipologia umana capace di reggere l’impatto con la fine di un mondo antico. Il nostro paese (e non solo il nostro) è pieno di esseri fragili e senza Io che la drammaticità dei tempi, per ora, neppure la percepiscono. Rivolgersi con amore verso questi esseri perduti sarebbe essenziale, ma è un compito difficilissimo perché i piú evoluti hanno già, per loro, il compito estremamente gravoso di trovare la strada della salvezza.

 

I pronipoti: la generazione Alpha

 

Generazione alfa

 

Arriviamo cosí alla generazione α. Il termine generazione Alpha è stato coniato per indicare la generazione successiva alla Z usando la prima lettera dell’alfabeto greco. Questo significa un nuovo inizio riflettendo sul fatto che questi bambini italiani cresceranno in un’era diversa segnata da enormi progressi tecnologici legati all’intelligenza artificiale e cambiamenti geopolitici globali come il multipolarismo imperiale e un ritorno degli spiriti di popolo. L’Italia, come si è visto nel numero precedente dell’Archetipo resterà, giocoforza, ancora legata alla sfera statunitense. Ma è sul fronte dell’educazione che avverranno i principali mutamenti. Possiamo avere la quasi certezza che i giovani connazionali che sono karmicamente nati in una famiglia con saldi valori e certezze (indipendentemente dal censo) diverranno parte di una nuova classe dirigente in un mondo di coetanei sbandati, ineducati e senza speranza.

 

Scuola Waldorf

Scuola Waldorf

 

Per farci un’idea pensiamo alle bande giovanili delle metropoli e per contro ai figli di famiglie che hanno avuto la possibilità di mandare i bambini in scuole Waldorf, parentali, scuole nel bosco e perfino in quelle scuole cattoliche che comunque hanno salvato il salvabile della buona educazione non solo didattica.

 

Scuola parentale

Scuola parentale

 

 

Di fatto resteranno i Beneducati (speriamo siano tanti) e i molti Ineducati: questo è il destino della generazione α che si trova a crescere in due contesti ben opposti. Il tramonto del progressismo de­mocratico oggi è incontrovertibile e le nuove classi dirigenti abbandoneranno la narrazione che aveva retto fino dalla generazione dei bisnonni sostituita da un sordo rancore sociale. Molti Ineducati probabilmente non avranno neppure un lavoro in quanto non mentalmente qualificati per svolgere un’attività complessa, i lavori manuali saranno con l’avvento dell’IA infatti svolti principalmente da macchine. La possibilità che i giovani, in particolare quelli provenienti da contesti svantaggiati, possano migliorare la loro condizione socioeconomica dipenderà sempre di piú dall’educazione ai valori fondanti dell’uomo. Cosí si formeranno nuove classi dirigenti della generazione α dove il senso valoriale dell’umano sarà saldo e l’equilibrio psichico non compromesso dalla diseducazione. La faglia divisoria sarà comunque di tipo etico: i Beneducati o gli Ineducati. Ecco allora che veniamo al punto: l’importanza della scuola e della famiglia.

 

Il nostro compito

 

Tre generazioni hanno subíto la relativizzazione nell’epoca della postmodernità e che ora sono sconvolte da una necessaria restaurazione valoriale. Lo stato guida dell’Impero d’Occidente che è entrato in un declino fisiologico proprio a causa della diseducazione democratica, woke, iper-permissiva, e consumistica ecc. instillata nelle giovani generazioni d’oltre oceano. Lo lo spirito guida statunitense, nella sua primitività ha reagito per non cadere nella trappola ordita dalle peggiori lobby ashkenazite. L’Italia essendo provincia dell’impero, altro non può fare che riallinearsi e questo riallineamento, questa provvisoria diga conservatrice è auspicabile ma parte dall’educazione dei piú giovani. Siamo  cosí arrivati al collasso e nel punto piú basso dell’orbita educazionale. La difficoltà degli ineducati di organizzare un saldo pensiero razionale renderà queste frange privilegiate e questo è il segno tangibile del futuro che ci attende. Ecco allora che si apre un’opportunità educativa che difficilmente potrà migliorarsi nelle scuole statali intossicate dalla pedagogia di un mondo al tramonto, ma ancora venefico e purulento. In questa fase tutti coloro che si sentono vicini alla Scienza dello Spirito e che hanno compreso l’importanza degli esercizi interiori, debbono concentrarsi soprattutto nel­l’educazione, almeno questa, delle scuole libere e indipendenti e nelle famiglie sane. Inizia il risveglio e questo rinascere dopo la fine del Kali Yuga e la caduta degli spiriti delle tenebre dovrà tenere conto dell’educazione familiare quanto della necessità di una scuola indipendente dalle direttive statali.

 

 

Salvino Ruoli