Leggere Massimo Scaligero

Il Maestro e l'Opera

Leggere Massimo Scaligero

 

Un caro amico, che segue da tanti anni la Scienza dello Spirito, grande conoscitore dell’animo umano e anche di geopolitica, mi ha parlato di recente della difficoltà che molti hanno nel comprendere il linguaggio dei libri di Massimo Scaligero. Mi ha detto: «La gente non ha l’intelligenza per comprendere Massimo, anche se si credono molto intelligenti. Per capire Massimo, uno dovrebbe già aver letto tonnellate di Steiner, secondo me. Come approccio diretto, è uno sforzo quasi impossibile. Io consiglio la lettura di Massimo Scaligero solo a persone che hanno come difetto di considerarsi super-furbi, quindi per motivi di rieducazione alla modestia. Il mio silenzioso commento è allora: “Ecco un libro dove non capisci nessuna frase, pur essendo scritto tutto in un linguaggio perfettamente logico! Inginocchiati!”».

 

Pur convenendo, riguardo alla difficoltà, almeno iniziale, della lettura dei libri di Massimo, io ho ribattuto dicendo che la difficoltà può essere superata dalla dedizione a quei contenuti, dedizione che riesce a chiarire perfettamente quanto Massimo comunica.

 

Virgilio

Virgilio Boschi

 

In proposito ho fatto il caso di un discepolo di Massimo che tutti noi, amici e seguaci di Massimo, amavamo. Si chiamava Virgilio. Era una persona semplice, un facchino che aveva sempre lavorato a fare il trasportatore, il traslocatore, e diceva di aver portato sulle sue spalle, da solo, persino un pianoforte! Era un uomo piccolo di statura ma dotato di forte muscolatura, dato che faceva quel lavoro fin dalla sua prima gioventú. Non credo avesse studiato oltre la quinta elementare. Quando aveva conosciuto Massimo, si era acceso in lui un amore totale, imperituro. Leggeva i suoi libri, li rileggeva, li rendeva pane di cui nutrirsi. Dopo tanti anni parlava come Massimo, con vocaboli molto appropriati, aveva una saggezza naturale, spontanea, dolcissima. Voleva bene a tutti e noi lo ricambiavamo. Dava consigli, sempre molto giusti, altruistici, ragionati, logici. Quando diceva qualcosa, non era per chiacchierare ma per aiutare, chiarire, rasserenare. Ho fatto questo esempio al mio amico per dire che perfino una persona semplice e con poca istruzione, con la volontà e la passione può arrivare a capire e a fare proprio il linguaggio di Massimo.

 

La sua risposta al mio ragionare sulla difficoltà o meno di comprendere appieno il modo di esporre adottato da Massimo, è stata questa: «All’inizio del Trattato del Pensiero Vivente Massimo Scaligero scrive: “Il presente trattato, anche se logicamente formulato e accessibile, propone un compito attuabile forse da pochissimi”. Essendo io un populista spirituale, di conseguenza mi piace tradurre tutto in a lingua meno colta. Il populismo si distingue per le sue semplificazioni. Invece di dire “attuabile forse da pochissimi”, io preferisco dire “un libro dove non capisci nessuna frase”, perché nell’ambiente popolare si parla sempre alla maggioranza della popolazione, e quindi a coloro che normalmente non possono attuare tale compito. Massimo invece, considerando perfino l’esistenza molto rara di Virgilio, ci aggiunge un “forse”, mentre io Virgilio lo escludo per motivi pratici: divento piú pungente, escludendo le eccezioni. Ecco perché la frase di Massimo è perfetta, mentre la mia è solo demagogica. Il motivo per cui il mio tipo di demagogia non mi avrebbe mai potuto aiutare a diventare un famoso politico, è il seguente: non si acquisiscono seguaci dicendo loro che sono degli idioti. Gli idioti devono sempre essere “gli altri”! Quindi, per acquisire seguaci, dovrei modificare la mia frase cosí: “Ecco un libro che la gente non riesce a capire, pur essendo scritto tutto in un linguaggio perfettamente logico!”. La gente sono sempre “gli altri”. Nessuno si sente come appartenente alla “gente”. Tutti si credono speciali in qualche modo. Io però non arrivo mai a un tale livello di populismo politico, perché sarebbe una bugia. Ecco perché tante persone colte non riescono ad affezionarsi a Trump: lui, essendo un grande genio di populismo politico, deve evitare sia le frasi come quella di Massimo, sia le frasi come la mia. Se parlasse di cose attuabili da pochissimi, nessuno lo ascolterebbe, e se parlasse di cose attuabili da altri eccetto gli ascoltatori, non prenderebbe nessuno voto, perché si sentirebbero tutti offesi. Quindi lui dice sempre: “Voi che votate per me, siete i piú intelligenti!”.

 

Trump con bandiere

 

Se Trump dovesse fare per forza un riassunto del Trattato del Pensiero Vivente, durante un suo rally, parlerebbe cosí: “Massimo? I love Massimo! He was a great thinker! Not like Immanuel, a really bad thinker! You know Immanuel? Immanuel Kant. A German guy. Where is Immanuel? He is not here, do you know why? Immanuel is dead. I call him: Dead Immanuel. Some people say that Massimo is dead, too, but that is wrong. Massimo – I call him the Scaligero – he is not dead, he is alive in our hearts, because his words were like the light, like the light that all of you have in your hearts! We all have the same light in us: a red, white and blue light, like our beautiful American flag! I love our red, white and blue flag! Massimo loved his flag, too, but it was red, white and green. Because Massimo was Italian! I have so many Italian friends! You know what Massimo used to say in his books? Forget about the red, forget about the blue, forget about the green, and forget even about the white: it’s all about the light itself! Think about it! Great guy. I love his books!!! Virgilio loves his books, too. Where is Virgilio? A great friend of mine! Very successful. He has one of the most successful transport businesses in Italy. Very strong: Can carry a piano on his shoulders, they say! Come over here Virgilio! Tell us a few words about Massimo! Tell us about the light!”. Che tradotto suonerebbe cosí: “Massimo? Io amo Massimo! Era un grande pensatore! Non come Immanuel, un pessimo pensatore! Conoscete Immanuel? Immanuel Kant. Un tedesco. Dov’è Immanuel? Qui non c’è. E sapete perché? Immanuel è morto. Io lo chiamo: il morto Immanuel. Alcuni dicono che Massimo è morto anche lui, ma questo è sbagliato. Massimo – che io chiamo lo Scaligero – non è morto, egli è ancora vivo nei nostri cuori, perché le sue parole erano come la luce, come la luce che tutti voi avete nei vostri cuori! Noi tutti abbiamo la stessa luce in noi: una luce bianca, rossa e blu, come la nostra bella bandiera americana! Io amo la nostra bandiera bianca rossa e blu! Anche Massimo amava la sua bandiera, ma era bianca, rossa e verde. Perché Massimo era italiano! Io ho tanti amici italiani. Sapete cosa diceva Massimo nei suoi libri? Dimenticate il rosso, dimenticate il blu, dimenticate il verde, e dimenticate anche il bianco: è tutto nella luce stessa! Pensateci! Grand’uomo! Io amo i suoi libri!!! Anche Virgilio ama i suoi libri. Dov’è Virgilio? È un mio grande amico! Un uomo di successo. È uno dei piú importanti trasportatori in Italia. È molto forte: può portare un pianoforte sulle sue spalle, dicono! Vieni qui Virgilio. Raccontaci qualcosa di Massimo! Parlaci della luce!”».

 

Leggere e illuminarsi

 

Naturalmente possiamo sorridere del modo in cui il mio amico interpreta il linguaggio e il pensiero trumpiano, semplificandolo ma anche rendendolo umoristicamente plausibile. Però la sua radicata convinzione di una impossibilità per la maggior parte delle persone di comprendere l’espressione verbale di Massimo non rispecchia quanto negli anni ho sempre potuto constatare: la difficoltà è solo apparente, perché se si legge con la volontà di comprendere quei contenuti, è lo stesso linguaggio che lentamente forma nel lettore la facoltà di comprensione, indipendentemente dalla preparazione scolastica, linguistica, filosofica o intellettualistica.

 

Spirale ascendente

 

Anzi, a volte è proprio l’intellettuale che fatica di piú a entrare in quel circuito ascendente – il sistema di scrittura scaligeriano è in effetti una spirale ascendente – assuefatto com’è alla dialettica utilizzata nei ponderosi studi fatti, e di conseguenza meno conformato per accogliere tale circuito senza pregiudizio.

 

Parlando della comprensione di Massimo Scaligero da parte dell’antroposofia ufficiale, Franco Giovi scrive: « Sembra essere divenuta una specie di rovesciata medaglia al merito l’esimersi dall’indagare e magari dal capire qualcosa degli scritti di Scaligero: c’è persino qualcuno, ancora oggi, che di ignoranza e rifiuto pare vantarsene. Contento lui… Ho già scritto come non esista uno tra i detrattori che abbia letto (e compreso) un paio di pagine di qualche suo libro (mi correggo: qualcuno ha capito e usato qualcosa pur rigettandolo nominalmente con una faccia di bronzo che nemmeno l’Iscariota…). Con una simile pertinace malafede non può esserci incontro e dialogo. Ma ciò, in effetti, non ha alcuna importanza: il messaggio di Scaligero, a completamento dell’azione di Steiner, possiede una forza viva (luce eterica) e afferra continuativamente molte delle anime che con libertà interiore si rivolgono allo Spirito. Non c’è conteggio, poiché l’incontro è una sorta di illuminazione individuale».

 

Possiamo certo convenire che il linguaggio di Massimo Scaligero non sia dei piú semplici e immediatamente accessibili, ma sono in grado di dire per esperienza diretta che non dobbiamo preoccuparci dell’iniziale difficoltà con la quale esso ci appare: leggiamo, e anche se non comprendiamo del tutto, continuiamo a leggere: la nostra insistenza sarà premiata da un continuo ed effettivo chiarirsi di ogni significato. E grande diviene la gioia per il graduale verificarsi della comprensione, perché grande è il contenuto che si disvela alla nostra anima.

 

 

Marina Sagramora