Si presenteranno delle considerazioni su alcuni problemi conoscitivi, presenti nel Vangelo di Giovanni commentato da Rudolf Steiner, relativi alla “Madre” e al “Figlio”, in relazione ai misteri del Golgotha, della Sophia e del Graal, cosí centrali nella Scienza dello Spirito.
Nelle seguenti parole di Rudolf Steiner è contenuto il segreto del perché la Madre adottiva di Gesú di Nazareth poté divenire, per opera del Christo, Madre di quel Figlio, anch’esso presente con lei e pochi altri di cui diremo, sotto la Croce del Golgotha: «Per questo era però necessario che il principio del Christo si riunisse dall’alto della Croce con l’elemento eterico, con la madre».
Qui, Steiner ci rende attenti alla “riunione” che il Christo effettua tra il Suo impulso spirituale, e l’elemento eterico di cui era portatrice la “Donna”, cosí come Egli l’appella sempre nel Vangelo di Giovanni.
In un altro contesto, il Dottore ci diede queste altre parole, dove afferma che si tratta di un problema fondamentale dell’esistenza: «Nel ciclo di conferenze di Parigi ho esposto una concezione, che aveva dovuto subire nella mia anima un lungo periodo di ‘maturazione’ …Comunicai il fatto che il corpo eterico dell’uomo è femminile, e che il corpo eterico della donna è maschile. Con ciò, nell’antroposofia fu gettata una luce su un problema fondamentale dell’esistenza».
Proviamo a confrontarci con queste due rivelazioni, per farlo dovremo cercare dei congrui nessi nella Scienza dello Spirito. Non potremo raggiungere delle certezze, ma almeno avremo provato a farlo in questa vita, cosí unica fra tutte le precedenti e le successive.
Il Vangelo di Giovanni è scritto in modo che, a colui che vi si immerge realmente, spetta ricevere dal suo Autore quanto egli stesso raggiunse, sempre per opera del Christo, grazie al fatto di stare sotto quella Croce, insieme ai pochi e particolari altri che, in virtú di questa loro presenza, acquistarono il potere e il compito di divenire la prima “Loggia dei Custodi del Graal”. Dall’alto della Croce, il Cristo dette questo compito al da Lui “risuscitato” Lazzaro/Giovanni, che perciò poté divenire il futuro autore del Vangelo di Giovanni: «Figlio, ecco tua Madre. E da quel momento il discepolo l’accolse nella sua casa».
E Rudolf Steiner commenta: «Questo significa: la forza che si trova nel mio corpo astrale (corpo astrale del Gesú Nathanico, corroborato dal 12° al 30° anno, cioè per 18 anni, dall’Io di Gesú di Nazareth o salomonico, e infine glorificato dall’Io macrocosmico del Christo per 3 anni, 3 mesi e 3 giorni. n.d.a) e che lo rese atto ad accogliere lo Spirito Santo, questa forza Io la trasmetto a te: tu descriverai ciò che questo corpo astrale poté conseguire, grazie al proprio sviluppo. “E il discepolo la prese con sé”. E in questo Vangelo lo scrittore ha occultato le forze per sviluppare la “Vergine Sofia”. Presso la croce gli venne affidato il compito di accoglierLa come sua Madre, di diventare il vero e schietto interprete del Messia. In realtà, questo significa: immergetevi del tutto nello Spirito del Vangelo di Giovanni, riconoscetelo spiritualmente, esso possiede la forza per guidarvi alla catarsi cristiana, possiede la forza di conferirvi la Vergine Sofia; e allora lo Spirito Santo congiunto alla Terra vi renderà pure partecipi della illuminazione».
È necessario precisare, per poter proseguire giustamente nel cercare nessi di cui dovremo tener conto, che nell’esoterismo cristiano con “MADRE” si fa riferimento allo stretto rapporto che nell’essere umano esiste tra il corpo astrale e quello eterico, mentre con “PADRE” ci si riferisce a quello analogo tra Io e corpo fisico. Basti ricordare che nei Misteri antichi il discepolo iniziando doveva divenir capace di “unirsi alla madre e uccidere il padre”. Naturalmente ciò era una forma simbolica di quanto doveva avvenire, come maturazione, nell’interiorità del candidato alla Iniziazione che, si ricorda, avveniva nel corpo astrale, e non nell’Io ancora incapace di essere cosciente di sé, come poi col Sacrificio del Christo divenne possibile. Ricordando il mito di Edipo, o la vita di Giuda descritta da Steiner, si potrà comprendere meglio tutto ciò. Basti notare come, in quelle Iniziazioni, non potesse risolversi giustamente l’unione tra l’elemento “MADRE” e quello “PADRE” nell’interiorità dell’Iniziato. Rimane, quindi, nell’umanità, il desiderio dell’Io di riunirsi alla propria MADRE spirituale, alla Sophia, e Rudolf Steiner nel ciclo Il Vangelo di Giovanni in relazione con gli altri tre, dice: «Per il fatto di avere in sé il corpo eterico e il corpo astrale, l’uomo ha in sé l’elemento materno. Egli ha per cosí dire oltre a una madre esteriore, che è sul piano fisico, l’elemento materno, la MADRE dentro di sé; e oltre al padre che è nel mondo fisico, egli ha in sé l’elemento paterno, il PADRE (il corpo fisico e l’Io). Se l’uomo non riesce ad armonizzare padre e madre dentro di sé, il disaccordo fra quei due elementi si trasmette dall’uomo al piano fisico e ne risultano dei disastri».
Riporto, qui, altre rivelazioni di Steiner su quanto accadde sotto la Croce, da aggiungere a quelle precedenti: «Presso la croce di Gesú stavano sua madre e la sorella di sua madre, Maria di Cleofa, e Maria Maddalena (Giov, 19,25). Nel versetto 25, si parla di tre donne sotto la croce. Solitamente si parla delle “tre Marie”. In realtà qui vengono nominate solo due Marie. Una è Maria di Magdala, l’altra è la sorella della Madonna, Maria di Cleofa, la terza è la “madre di Gesú”. Se davvero fosse “Maria” il nome della madre di Gesú, quando è mai accaduto che in una famiglia vi siano due sorelle che portano lo stesso nome? In tutto il Vangelo di Giovanni si parla della “madre di Gesú”, non viene mai nominato il nome Maria. Questo perché l’occultismo sa che il vero nome di Madonna non è Maria, ma Sofia. La Vergine Sofia».
L’occultismo sa anche, che queste tre “donne” simbolizzano i tre arti animici umani che abitano, metamorfosandosi superiormente, nel discepolo dell’esoterismo. Il Cristo è l’Io vero; Sofia è l’anima cosciente, Maria di Cleofa l’anima razionale, Maria Maddalena è l’anima senziente. L’anima cosciente, maturandosi, si fonde sempre piú verso “l’alto” con il Sé spirituale, ciò può avvenire perché il corpo senziente o vero corpo astrale si purifica (catarsi) anch’esso sempre piú.
Ora, si faranno delle considerazioni su questi misteri, alcune di esse sono estratte (si spera che non siano anche astratte) da un libro dello scrivente sul Fantoma del Christo. Ci si affida alla pazienza e alla sagacia del lettore.
Quando ogni Caino imparerà a pensare con calore, suscitando in sé calore animico esente da brame, in questo potrà operare l’elemento morale universale e, grazie a esso, l’egoismo del corpo astrale inizierà a coltivare interesse anche per quanto ha carattere universale. Da questo elemento morale scaturirà un sentimento di profonda solitudine che, unito a tutto ciò di cui abbiamo letto, permetterà infine a ogni uomo di divenire “custode del fratello superiore”, non piú suo assassino di Abele in lui. Ma tutto ciò, da un altro punto di vista, significa che ogni Caino dovrà imparare a rendere il proprio sangue un veicolo di vita celeste, non piú un’arma di morte terrestre, che continuamente ferisce e mortifica. Similmente a quando nel Cranio-Golgotha si aprí la Terra, come un vaso-graal, per ricevere il Sangue-Io del Christo, cosí, oggi, il cranio umano è pronto a ricevere la sostanza/essenza del Christo nel Graal individuale (si osservi per questo “La Salita al Calvario”: un affresco di Giotto facente parte del ciclo della Cappella degli Scrovegni a Padova, dove, proprio sotto la Croce, figura un teschio/morte, alludente al primo Adamo, ovvero a tutta l’umanità da lui discendente, per questo esiliata dai Frutti dell’albero della Vita edenica).
Nel teschio-Golgotha umano, nel cervello fisico si continua a distruggere la vita del pensare, ma nel Golgotha la sostanza del Christo, il Suo sangue, si è unito alla Terra-Graal e allo stesso modo la sostanza-Christo si unisce all’uomo con il “Cibo del San Graal” in un segreto “Calice” nella testa, e continuerà a farlo se l’uomo non sceglierà, rinunciando ogni volta alla vera libertà, di distruggere sempre di piú questo Calice in se stesso. L’uomo anela disperatamente alla Vita, ma finché continuerà a respingere la Vita/Logos nel suo pensare riflesso e morto, non potrà avere Resurrezione.
Leggiamo ancora da Steiner: «L’uomo …può mangiare anche tutto quel che vuole del regno animale, ma per una certa parte del suo cervello tutto questo è inutilizzabile, è soltanto zavorra. Altri organi possono essere nutriti, ma nel cervello vi è qualcosa dal quale il corpo eterico respinge tutto quanto proviene dal regno animale. Anzi il corpo eterico respinge da una parte del cervello, da una piccola nobile parte del cervello, perfino tutto quanto proviene dal regno vegetale, tenendo valido soltanto l’estratto minerale in una piccola e nobile parte del cervello; ivi questo estratto minerale si unisce con le piú nobili irradiazioni attraverso gli organi dei sensi. Gli elementi piú nobili della luce, del suono, del calore, entrano qui in contatto con i piú nobili prodotti del regno minerale; la parte piú nobile del cervello umano si nutre infatti grazie all’unione delle piú nobili impressioni sensorie con i piú nobili prodotti minerali. Da questa parte piú nobile del cervello umano, il corpo eterico elimina tutto ciò che proviene dal regno vegetale o animale. Poi sale anche tutto il resto che riceviamo come nutrimento. Il cervello ha anche parti meno nobili che si nutrono con tutto quanto vi affluisce e di cui l’organismo si nutre. Soltanto la parte piú nobile del cervello deve essere nutrita dal piú bel confluire di percezioni sensorie e del piú nobile estratto minerale purificato.
Cosí si impara a conoscere un meraviglioso nesso cosmico dell’uomo con il restante cosmo: si guarda per cosí dire a un punto dell’uomo nel quale dinanzi a noi vediamo come avviene che il suo pensare, mediante lo strumento del sistema nervoso, al servizio del corpo astrale, prepari la spada per la forza umana sulla Terra. Allora si fa la conoscenza con tutto quanto è mescolato al sangue e che contribuisce in certo modo all’uccisione proprio della parte piú nobile del cervello. Essa è mantenuta dal continuo confluire delle percezioni sensorie piú fini con i prodotti piú nobili del regno minerale. Durante il sonno, quando il pensare è staccato dal cervello, vi fluiscono poi i prodotti formatisi ulteriormente in basso all’interno, provenienti dal regno vegetale e animale. …L’Io e il corpo astrale, questo uomo spirituale immerso nella rocca, che viene formata da ciò che si presenta solo simbolicamente nella scatola cranica, sta qui dormendo, ferito dal sangue; in lui si riconosce che i pensieri sono la sua forza, che deve farsi nutrire da tutto quanto sale dai regni della natura e che deve essere servito nella sua parte piú nobile dall’elemento finissimo che è stato caratterizzato; tutto questo, portato in immagini, diventò la Saga del Graal. La Saga del San Graal ci riferisce di quel cibo miracoloso che è preparato dai piú fini effetti delle impressioni sensorie e dai piú fini effetti degli estratti minerali chiamati a nutrire la parte piú nobile dell’uomo durante la vita che trascorre fisicamente sulla Terra; infatti da tutto il resto egli sarebbe ucciso. Questo cibo celeste si trova nel San Graal».
Ciò che, attraverso i nervi sensori, giunge alla parte piú nobile del cervello come irradiazioni purificate delle percezioni/sensazioni, si unisce con l’estratto piú raffinato e nobile dell’elemento minerale, introdotto nell’organismo fisico. Questa fusione forma un “cibo”, tramite il quale entriamo in “comunione” con la nostra parte piú nobile, con il nostro Graal, un tutto nuovo organo cristico in formazione tra l’ipofisi e l’epifisi. Non vi è, nell’universo, nulla di piú “nobile” del Cristo, e qui tutto parla di nobiltà cristica. Ciò che fluisce dalle altezze, dalle ampiezze e dalle profondità del mondo spirituale e fisico, è stato creato dalla Sua Parola, e in tutto ciò vige l’armonia. Solo nella Terra e nell’uomo quest’armonia è stata rotta, solo nell’uomo si è consentito di far agire Lucifero e Arimane secondo le loro nature individuali, anziché secondo le leggi della volontà divina.
Ma, a questo potere è stato posto un limite nel tempo, ed esso è terminato con il sacrificio del Golgotha. Da allora, un germe nuovo è stato posto nella Terra e nell’uomo, e questo germe ha in sé il potere del Logos originario. Esso ha la capacità di poter riarmonizzare quanto è stato alterato, di ricomporlo in forme nuove, secondo armonie celesti. C’è un luogo spaziale-spirituale nel corpo dell’uomo, nella sua testa (si osservi bene la testa della statua lignea del Rappresentante dell’umanità, le tre correnti eteriche che, partendo dal cuore, con una curva extraspaziale che “copre” anche il braccio sinistro levato verso l’alto, confluiscono in un punto all’interno della fronte), in cui questa meravigliosa sintesi spirituale può avvenire, una sintesi delle due correnti cosmico/eteriche, la intellettuale e la morale, a cui l’uomo sappia far unire la terza corrente, che dal Mistero del Golgotha fluisce dalla Terra come Sangue eterizzato del Christo. Qui l’uomo forgia la sua spada per poter difendere il suo Tempio:“… cosí si impara a conoscere un meraviglioso nesso cosmico dell’uomo con il restante cosmo: si guarda per cosí dire a un punto dell’uomo nel quale dinanzi a noi vediamo come avviene che il suo pensare, mediante lo strumento del sistema nervoso, al servizio del corpo astrale, prepari la spada per la forza umana sulla Terra”. Ecco l’arma che l’uomo si è preparata: la funzione del pensare: “L’Io e il corpo astrale, questo uomo spirituale immerso nella rocca (cranio) sta qui dormendo, ferito dal sangue; in lui si riconosce che i pensieri sono la sua forza…”.
Nel farsi nutrire dal sangue, il tessuto nervoso, o “Abele”, viene perennemente ferito dal fratello “Caino”, infatti, se si osservano il sistema sanguigno, che è il supporto dell’ego, e quello nervoso, che è il supporto del corpo astrale, si nota facilmente che le due forme tradiscono la loro “fratellanza”. Caino, secondo la leggenda del Tempio, si è unito dai primordi al calore di Entità (Elohim) che sin dall’antica Luna scelsero la Saggezza stellare “calda” – rispetto agli altri che si legarono a una Saggezza “neutra”. Per questo Caino e i suoi discendenti si legarono sempre piú a conoscere e dominare il mondo minerale, legandosi per questo alla densità della materia nella quale, poi, iniziò ad agire mortiferamente Arimane. La saggezza stellare dell’androgine primordiale, che si scisse − in una parte femminile manifestantesi nel potere del rappresentare e dell’immaginare, e in una parte maschile che si esprime nel potere della volontà − cerca la sua riunione, ma la parte cainita continua a uccidere la parte abelita, cui vorrebbe riunirsi secondo un moto inverso all’armonia primigenia. Ma nel lungo peregrinare terreno, la corrente cainita, sacrificatasi nella materia, ha forgiato la sua arma: il pensare rivolto a comprendere e dominare la Terra secondo numero, peso e misura, divenuto logico, matematico, scientifico.
Però questo pensare è diventato, attualmente, solo mera immagine della realtà intera, morto riflesso di essa, gli manca la vita; nella corrente di forza di vita da cui scaturisce, manca la Vita della Luce, essendone solo l’ombra. Quando agiva nel pieno della sua potenza, nell’Eden, esso era una corrente di forza chiaroveggente in cui agivano tutti e quattro gli eteri: del calore, della luce, del suono, della vita; ma con l’impulso luciferico quest’armonia fu scompaginata, e nel pensare la Luce della conoscenza fu divisa dalla Volontà vivente; ciò è adombrato nella Bibbia col divieto di cogliere i frutti dell’Albero della Vita. Se l’uomo si deciderà a non uccidere piú il meglio di sé, inizierà a dare sostanza e vita del Christo alle proprie immagini di pensiero, e questo significherà avviarsi sul sentiero che fu già di Parsifal, di colui che ora è il Christoforo, il rappresentante del Christo nell’umanità, il “rappresentante dell’umanità” nel Christo.
Con il Cibo del San Graal, l’elemento morale del cosmo entra in intensa Comunione con l’elemento fisico-animico dell’uomo. Grazie a questa conquistata Eucaristia spirituale, l’uomo inizia a divenire un centro di reirradiazione della sostanza Christo. Non piú un Graal che solo riceve, ma un Graal che dispensa anche divino: quel Pane di Vita eterna e quel Vino-Sangue che disseta per l’eternità la nostra brama di vita, reintegrandoci nell’Albero della Vita creante. Non è piú un calice che solamente riceve il Christo, ma una coppa che lo riversa agli altri; cosí Parsifal, che riconquistando il Graal ha inscritto il suo nome spirituale sulla falce della Luna, reirraggia agli altri uomini la luce spirituale-solarecristica, che colma e trabocca dal suo Graal microcosmico.
C’è una via spirituale che, dopo quella del Christo-Gesú, da Parsifal in poi qualificherà ogni tredicesimo fra i dodici. Parsifal, per quanto attiene all’umano, ha realizzato in sé, sia il principio del Manas, come portatore della Fede che dà la saggezza della Sophia, dell’Anima del Verbo, sia il principio del Budhi, come portatore dell’Amore del Verbo, ma anche il principio dell’Atma, come portatore delle forze di resurrezione del corpo fisico, scaturenti dalla Speranza di una nuova Giustizia karmica che, ritessuta come Grazia dal suo nuovo Signore, ci reintegrerà nella nostra vera figura androginica, nel Fantòma (a tal proposito, si osservi attentamente come Leonardo ha raffigurato il “Discepolo amato dal Christo”, cioè Lazzaro/Giovanni, nell’Ultima Cena).
Perciò, questa via archetipica poté essere ripercorsa anche dal cainita Christian Rosenkreutz che, come guida dei Dodici Maestri dell’Armonia e dei Sentimenti, dal 1413 d. C. (nel suo 35° anno, quello dell’inizio dello sviluppo della sua anima cosciente in contemporanea all’umanità), ebbe l’incarico divino di fondare la corrente spirituale Rosicruciana, ma anche quella di curare quella piú centrale e potente del Christo, la corrente Manichea (fondata da Manes nel terzo secolo d. C.), fino alla metà del 6° Periodo storico, quando Manes/Parsifal ne assumerà la definitiva guida, e con essa dell’umanità maturata adeguatamente, quale primo Manu umano, non divino.
Ma oggi, sopraggiunto il nuovo tempo di Michele, questa via archetipica comincia ad aprirsi anche a esseri umani che, pur non essendo stati nel passato dei Maestri dell’umanità, grazie al loro karma e se sono capaci di tanto, possono compierla. Si sa, infatti, che Rudolf Steiner, nei tre settenni dal 1902 al 1923, sacrificò per la causa antroposofica, prima il suo corpo astrale, poi l’eterico e infine, nei giorni di Natale 1923 con l’istituzione dei Nuovi Misteri, anche il suo corpo fisico. Egli riuscí a farlo anche se nel passato, nonostante la sua grandezza, non fu mai un Maestro dell’umanità; è stato il primo a poterlo fare in piena e assoluta libertà, con forze puramente umane, come il piú potente discepolo di Michele. Lo poté fare perché il “Tempo cosmico dell’uomo spirito” è iniziato, e sta sotto la direzione di Michele.
Mario Iannarelli (1. Continua)
Dato che il libro di Mario Iannarelli Nessi esoterici del testamento spirituale di Rudolf Steiner, da molti nostri lettori ricercato, risulta attualmente esaurito, per gentile concessione dell’Autore l’abbiamo inserito fra i libri dell’Archetipo, avendolo noi a suo tempo pubblicato a puntate.