Emmaus

Poesia

Emmaus

 

Emmaus

 

Lungo la via deserta, nel crepuscolo,

c’è sempre un uomo che ti viene accanto

e cammina con te. Sebbene muto

e sconosciuto, ha un modo di guardare

rivelandoti l’anima, evocando

il tempo arcano che passaste insieme

nella terra paziente degli ulivi.

Al suo silenzio opponi le parole,

la pena dei tuoi passi, la speranza

che l’umano tuo andare si conforti

di un riparo, di cibo, di riposo.

Sorride l’uomo, e tu ricordi il giorno

in cui la voce ti promise un regno,

come agli uccelli i chicchi delle reste

e al giglio la sua veste prodigiosa.

E adesso solo polvere ai calzari,

un povero mantello, anche la luce

che avevi dentro si corrompe in tenebra

e disperi dei giorni che ti attendono.

Altre, le beatitudini annunciate…

Si rinnova il dolore rimembrando,

e il fuoco e l’amarezza si contendono

lo spazio del tuo cuore. Poi la strada

ha un’offerta d’asilo, una locanda,

una tavola rude, una lucerna.

A quel bagliore incerto il tuo compagno

spezza l’umile pane, te ne porge

una parte. Nel gesto la sua mano

sfiora appena la tua, ed ecco appare

l’Uomo che camminava sulle acque,

risvegliava fanciulle dalla morte

e scontò col supplizio il male antico.

«Lunga è stata l’attesa – dici – resta

Signore, dona pace alla mia sera».

Soffia il vento notturno, scuote l’uscio,

s’insinua vorticando, ti sovrasta.

Ma nulla può: sei già nella sua calma.

Raggiunte dal fulgore dei suoi occhi

le ombre si disperdono, svaniscono.

Non trema piú la fiamma del tuo lume.